
New York – In una giornata priva di grandi notizie, Wall Street termina la giornata in lieve ribasso. Sembrano svanire gli effetti benevoli degli ultimi interventi monetari accomodanti messi in atto dalle più importanti banche centrali. Crescono i punti interrogativi degli operatori di borsa sull’autenticita’ dei rialzi degli ultimi giorni: sorge il dubbio che il mercato non sia avanzato troppo nelle ultime sedute rispetto a quelli che sono in realta’ i fondamentali dell’economia.
Negativi i principali indici: il Dow Jones cede -40,27 punti (-0,30%) a 13.553,10, il Nasdaq -5,28 punti (-0,17%) a 3.178,67 punti, S&P500 -4,58 punti (-0,31%) a 1.461,19 punti.
Euro in calo in area $1,3100.
Anche da un punto di vista di semplice calcoli personali, gli analisti dubitano che sia il buon momento dal punto di vista del rapporto tra rischio e ritorno dell’investimento, dopo che l’indice Standard & Poor’s 500 ha raggiunto i suoi livelli piu’ alti dal 2007 la settimana scorsa.
Tutto questo mentre gli ultimi dati macro non fanno presagire un autunno positivo per la ripresa della maggiore economia al mondo. L’indice dell’attivita’ manifatturiera dell’area di New York, l’Empire State Index, ha registrato una contrazione di -10,4 in settembre, ai minimi dal 2009.
Le Federal Reserve la scorsa settimana ha annunciato un piano di acquisti di asset da $40 miliardi al mese, di titoli legati ai mutui, mentre la Banca centrale europea ha confermato l’introduzione di un programma di acquisto di bond Eurozona per portare in calo i rendimenti dei bond della periferia europea e contrastare così gli effetti destabilizzanti della crisi del debito.
La scorsa settimana tra i settori che maggiormente hanno beneficiato della decisione di politica monetaria Fed, quello delle materie prime, i finanziari e nell’industria. Lo S&P500 ha così registrato +4,2% solo nelle ultime due settimane, e si trova ora appena -6,8% dai massimi toccati nell’ottobre 2007.
In calo anche le principali Borse europee, scendono dai massimi da 15 mesi raggiunti di recente. In settimana attesi una serie di incontri tra i leader Ue per discutere sulla crisi del debito.
L’agenzia di rating Egan-Jones annuncia di aver rivisto nuovamente al ribasso il merito di credito degli Stati Uniti, da “AA” ad “AA-“. Il programma Quantitative Easing 3, annunciato dalla Federal Reserve la scorsa settimana, avrà conseguenze negative per l’economia e per la qualità del credito.
Gli analisti di Citigroup fanno sapere di aver rivisto al ribasso le stime sulla crescita economica della Cina, ormai la seconda più grande economia al mondo.
China Construction Bank, la seconda banca più grande della Cina (dopo Industrial and Commercial Bank of China), sarebbe interessata a sfruttare la situazione di debolezza in Europa e fare acquisti, disposta a spendere fino a 100 miliardi di yuan ($15,8 miliardi) per un istituto di rilevanza internazionale.
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Tra i singoli titoli, da segnalare il calo di Alcoa, dopo che nelle scorse due settimane aveva fatto segnare una risalita +15%. Attesa ora una fase di correzione.
Bene invece Apple, in rialzo di oltre un punto percentuale dopo che nel fine settimana l’iPhone 5 si e’ rivelato essere il telefonino piu’ venduto di sempre.
Male anche i principali titoli finanziari, dopo che negli ultimi giorni avevano guidato l’avanzata dell’azionario Usa. Bank of America, JPMorgan e Morgan Stanley cedono sul mezzo punto percentuale.
In ambito valutario, l’euro in calo sul dollaro a $1,3116. La moneta unica verso il franco svizzero a CHF 1,2161, mentre contro lo yen scende a JPY 103,21.
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio giù a quota $96,62 al barile, mentre le quotazioni dell’oro a $1.768,00 l’oncia. Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano all’1,840%.