A meta’ seduta gli indici azionari americani sono deboli, condizionati dalle rinnovate preoccupazioni sul terrorismo. Il Dow Jones e’ invariato a 10139, cede un frazionale 0.09% l’S&P 500 a 1100. Piu’ pesanti i sell sul Nasdaq che perde lo 0.53% a 1877.
Il governo americano ha alzato il livello di allerta in determinate aree del paese. Domenica, nel corso di una conferenza stampa, Tom Ridge, segretario alla sicurezza nazionale, ha indicato specifici obiettivi che potrebbero essere nel mirino i nuovi attacchi terroristici da parte di alQaeda. Gli edifici a rischio sarebbero il palazzo di Citigroup e il New York Stock Exchange a New York, la sede di Prudential Financial a Newark (New Jersey) e il Fondo Monetario Internazionale e la World Bank a Washington.
Alcuni giornali nel riportare la notizia hanno fatto riferimento a nuove prove raccolte la scorsa settimana in Pakistan. Tra i particolari raccolti alcuni riferimenti allo stato di vigilanza su edifici simbolo americani, la loro vicinanca a stazioni di vigili del fuoco e ospedali e le modalita’ di posizionamento degli esplosivi.
Dichiarazioni distensive sono comunque arrivate in mattinata da diversi esponenti. John Thain, amministratore delegato del NYSE ha dichiarato “fondamentalmente crediamo che questo sia un posto molto sicuro dove lavorare e intendiamo tenerlo aperto”. Michael Bloomberg, sindaco di New York ha annunciato lo sviluppo di una vasta gamma di misure anti-terrorismo e l’innalzamento del livello di guardia nelle zone indicate e da Ridge e in corrispondenza di altri possibili obiettivi.
Anche l’impatto sui mercati e’ stato inferiore alle previsioni. Hugh Johnson, direttore investimenti per First Albany Corp ha commentato “credo che il mercato nel giro di un paio di giorni avra’ completamente assorbito la cattiva notizia per poi ritornare a focalizzarsi su cio’ che veramente conta, e cioe’ l’economia, soprattutto in vista dei dati sull’occupazione di venerdi’.”
Il prezzo del petrolio e’ in lieve flessione. Gli operatori hanno accolto con sollievo la notizia che OAO Yukos, il maggior esportatore petrolifero russo, avra’ a disposizione due mesi per far fronte al propri debiti. Per il momento e’ quindi scongiurato il rischio di bancarotta della compagnia e conseguentemente di interruzione dei flussi di offerta di greggio. Il future con scadenza settembre nel corso degli scambi si e’ spinto al record storico di $43.92 al barile, per poi ripiegare. Al momento e’ in ribasso di $0.35 a$43.45 al barile.
Dal fronte macroeconomico si e’ rivelato in linea con le attese l’ISM Manifatturiero. Nel mese di luglio l’indice relativo al comparto manifatturiero USA si e’ attestato a 62 punti, contro i 61.1 del mese precedente. Peggiore delle stime, invece, la spesa per le costruzioni
negli Stati Uniti. Nel mese di giugno il dato e’ diminuito dello 0.3%, a $985.2 miliardi.
Passando alle societa’, hanno pubblicato risultati migliori delle attese Procter & Gamble e RJ Reinolds. Fifth Third Bancorp ha annunicato l’acquisizione di First National Bankshares per un importo pari a $1.58 miliardi in azioni. Cox Communications e’ in forte rialzo (+21%) dopo che la capogruppo, Cox Enterprises, ha lanciato un’ offerta di $7.9 miliardi per riprivatizzare la compagnia.
Tra le blue chip del Dow Jones i migliori guadagni li mettono a segno Procter & Gamble, Pfizer e Coca Cola. Guidano la classifica dei ribassi piu’ pesanti Caterpillar, Honeywell e Alcoa. Vedi decine di azioni segnalate da
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Sugli altri mercati, il dollaro e’ poco variato sull’euro con il cambio tra le due valute a $1.2031. In rialzo, sull’onda degli allarmi teroristici, l’oro che guadagna $0.70 a $391.30 all’oncia, in flessione rispetto ai massimo registrati nel corso della sessione oltre i $393.
Sono in rialzo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ al 4.46% contro il 4.48% della chiusura di venerdi’.