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WALL STREET: INDICI INCAPACI DI TRATTENERE I GUADAGNI

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Dopo il buon avvio, gli indici americani non sono stati in grado di mantenere i guadagni registrati nell’arco della seduta, accelerando al ribasso nell’ultima ora di scambi. Hanno continuato a prevalere, dunque, le vendite, che sono andate ad aggiungersi al sell-off degli ultimi giorni che ha spinto il Dow Jones a registrare la peggiore performance giornaliera degli ultimi tre anni ed il Nasdaq a cedere interamente i guadagni realizzati dall’inizio del 2006. L’indice industriale e’ arretrato dello 0.69% a 11128, l’S&P500 dello 0.67% a 1261, il Nasdaq ha ceduto lo 0.70 a 2180. Sotto pressione dollaro e oro, mentre ha recuperato terreno il petrolio.

La seduta, iniziata col segno positivo, e’ stata caratterizzata da un’elevata volatilita’ scattata sulla scia dei commenti di alcuni esponenti Fed, che hanno rimarcato l’abbassamento delle possibilita’ di uno stop al ciclo rialzista sui tassi nel prossimo meeting di fine giugno.

Dopo la delusione degli ultimi giorni, legata all’aumento dei prezzi al consumo e alla produzione, che hanno intensificato le pressioni inflazionistiche e, di riflesso, le prospettive di ulteriori rialzi dei tassi, gli operatori hanno riposto maggiore attenzione ai dati macro odierni, sperando in alcuni segnali confortanti.

Nel mese di aprile, il Superindice , l’indicatore che fornisce un aprevisione sull’attivita’ economica americana per i prossimi 6-12 mesi, ha registrato un inatteso calo dello 0.1% (consensus +0.1%), lasciando intendere un rallentamento dell’attivita’ economica. Il dato e’ stato “apprezzato” dal pubblico investitore, in questo momento assai vigile e sensibile ad ogni minimo avanzamento delle pressioni sui costi.

Superiore alle attese, invece, il Philadelphia Fed, a maggio avanzato a 14.4 punti, al di sopra delle attese (12.5) e del valore precedente (13.6). Peggiore delle stime l’aggiornamneto sul mercato del lavoro. La scorsa settimana le nuove richieste per sussidi di disoccupazione sono cresciute di 42 mila unita’ a quota 367.000, ad un livello ben superiore a quello atteso dagli analisti. A guidare al rialzo il dato sarebbero state le richieste legate alla parziale chiusura di alcuni centri governativi in Porto Rico.

Relativamente all’andamento dei singoli titoli, il colosso informatico Hewlett-Packard, secondo produttore di Personal Computer al mondo, ha proseguito sulla via dei rialzi, risultando tra i migliori titoli del Dow Jones, grazie all’upgrade ricevuto dagli analisti di Morgan Stanley.

In progresso anche Home Depot, che ha ampliato il programma di riacquisto di azioni proprie di ulteriori $2 miliardi, e la farmaceutica Merk, che ha beneficiato dei commenti positivi sul nuovo farmaco Gardasil.

I maggiori ribassi all’interno dell’indice industriale sono stati registrati da Pfizer, American International Group e Du Pont.
Tra gli altri titoli, in evidenza la societa’ retail Sears Holding. L’azienda ha riportato una brillante trimestrale, nettamente superiore alle attese (EPS di $1.14 contro le stime di $0.65): il titolo e’ avanzato di circa il 14%. Nello stesso settore, e per lo stesso motivo, in rialzo anche il gruppo di abbigliamento Limited Brands.

Passando al comparto energetico, il petrolio ha leggermente recuperato terreno, risollevandosi dai minimi di cinque settimane, mentre gli operatori continuano a valutare le conseguenze di un possibile rallentamento della domanda. I contratti futures con scadenza giugno sono avanzati di 76 centesimi a $69.45 al barile, dopo aver toccato un minimo intraday di $67.85.

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Sugli altri mercati, ha continuato a perdere terreno. I futures con consegna giugno sono arretrati di $10.90 a $680.90 all’oncia. In ripresa, invece, l’euro, riportatosi sopra la soglia di 1.28.

Ad indebolire il dollaro e’ stato, oltre al dato sul Supeindice, il commento e la delusione del Segretario del Tesoro Usa, John Snow sulle riforme relative allo yuan attuate dalla Cina. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio euro/dollaro e’ di 1.2823.

In netto rialzo, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 5.073% dal 5.15% di mercoledi’.