Un’altra giornata in rosso per gli indici azionari americani che chiudono in negativo la quarta seduta consecutiva. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.29% a 10.287, l’S&P500 lo 0.41% a 1.191, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.90% a 2.084. L’S&P500 ha realizzato il maggior calo di tre giorni negli ultimi sei mesi, il Nasdaq e’ appena sopra all’importante supporto della media mobile semplice a 200 giorni.
Le paure di una politica monetaria piu’ aggressiva da parte della Fed, gli elevati prezzi energetici e l’incertezza sulla stagione degli utili sono tutti fattori che rendono i mercati nervosi e altamente volatili. Il CBOE Volatility (VIX) Index, un indice che fornisce una misura della volatilita’ del mercato, oggi ha registrato un rialzo del 2.3% a quota 14.88, massimo livello di diversi mesi.
Ad intensificare le vendite sono stati ancora una volta i segnali d’allarme lanciati da alcuni membri della Federa Reserve relativi all’aumento dell’inflazione. In modo da arginare le pressioni inflazionistiche, la Banca Centrale americana continuera’ ad alzare i tassi d’interesse, ipotesi non gradita dai mercati azionari. Ricordiamo che al momento i tassi a breve sono del 3.75%, ma potrebbero superare la soglia del 4% entro la fine dell’anno.
Dopo alcuni warning gia’ lanciati da alcune aziende, ad impensierire maggiormente gli investitori sono le prospettive sui risultati finanziari delle societa’. Il parere di alcuni analisti e’ che in mercati tanto sensibili,come quelli a cui stiamo assistendo in questo periodo, basterebbero poche societa’ di spessore a riportare trimestrali deludenti per spingere consistentemente al ribasso gli indici.
Nonostante i recenti cali registrati nelle ultime settimane nel comparto energetico, (oggi il future con scadenza novembre ha ceduto il 2.3% a quota $61.36), il prezzo del petrolio continua a rimanere ben saldo sopra i $60 al barile. Il fatto continua a rappresentare una minaccia per l’economia, in quanto gli elevati costi energetici limitano la spesa dei consumatori ed influiscono negativamente sui risultati societari.
Non hanno aiutato i listini neanche i dati economici in calendario, risultati inferiori alle attese. In particolare, nella settimana conclusasi il primo ottobre, le nuove richieste per i sussidi di disoccupazione sono cresciute di 21 mila unita’ a quota 390.000. Il consensus del mercato era per un calo a 350 mila.
Cresce ora l’attesa per il rapporto sull’occupazione in programma per venerdi’ alle 14:30 ora italiana. Gli analisti si aspettano in media un aumento degli occupati di 129 mila unita’, ma il range delle stime questa volta e’ molto ampio, segno dell’incertezza che regna tra gli operatori.
Per quanto riguarda la cronaca societaria, il miglior titolo del Dow Jones e’ stato General Electric, avanzato di oltre il 2%. La conglomerata industriale ha annunciato che i risultati del prossimo trimestre si collocheranno nella parte alta del range previsto ed ha migliorato le stime per il 2005.
Bene anche Wal-Mart che beneficia del buon dato sulle vendite comparate di settembre, risultate in rialzo del 3.8%. Positiva anche la performance di Boeing, dopo che il colosso aerospaziale si e’ aggiudicato un nuovo contratto da parte di Australian Airlines. I maggiori ribassi sono stati invece registrati da Caterpillar, Hewlett-Packard, Intel e Procter & Gamble.
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In ambito di fusioni e acquisizioni, gli azionisti di MCI hanno approvato la vendita della societa’ al colosso telecom Verizon per un prezzo complessivo di $8.44 miliardi. Nel comparto finanziario, Prudential ha evidenziato la crescita delle possibilita’ per la fusione delle due banche d’affari JP Morgan Chase e Morgan Stanley.
Sugli altri mercati, l’euro ha recuperato sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.2176. In rialzo l’oro. Il future con scadenza dicembre e’ avanzato di $5.70 a quota $475 all’oncia. In ribasso, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.37% dal 4.34% di mercoledi’.