L’azionario americano non e’ riuscito ad estendere con convinzione i rialzi visti in dicembre, ma con un’accelerazione sul finale ha tuttavia evitato di perdere terreno in una seduta caratterizzata dal riaffacciarsi dei timori per la sorte dell’area euro.
Il rating sul credito dell’Ungheria e’ stato declassato e i paesi del blocco europeo non riescono a trovare un accordo sull’emissione di Eurobond, ventilata da Tremonti e Juncker, e sull’eventualita’ di un nuovo piano di aiuti.
Nel frattempo in Usa hanno pesato le parole pronunciate dal numero uno della Federal Reserve Ben Bernanke che in una rara intervista ad un’emittente televisiva ha aperto alla possibilita’ di mettere a punto nuove misure straordinarie di allentamento monetario e ha sminuito il pericolo inflazione.
Dow Jones e S&P 500 hanno chiuso in calo dello 0.17% e 0.13% rispettivamente, a quota 11362.19 e 1223.12. Rialzo dello 0.13% a 2594.92 punti per il Nasdaq. A livello settoriale, la lettera ha colpito health care, beni al consumo discrezionali e finanziari, mentre tlc e materiali di base guadagnano quota.
Tra le blue chip le vendite si fanno piu’ pesanti su Bank of America, DuPont e Microsoft, mentre sono state molto richieste Cisco e Pfizer (rialzi dell’ordine dell’1.5%-2%) grazie a una serie di notizie positive. Rialzo dell’1.4% per Google nel giorno in cui ha ufficializzato il lancio del suo book store, catalogo da 3 milioni di libri digitali, ma disponibili solo in Usa per ora. L’indice di volatilita’, considerato il migliore strumento per avere una misura della paura che aleggia sul mercato, e’ salito sopra quota 18.
In ambito di notizie macro, in un contesto scarno di appuntamenti, da segnalare l’indice del trend occupazionale, salito per il secondo mese consecutivo a novembre. L’indicatore si e’ attestato in area 99, in progresso dal 97.6 rivisto di ottobre, secondo i dati forniti dal Conference Board. L’indice e’ in rialzo del 9.3% rispetto a un anno fa.
Nel frattempo New York trema per l’ombra di un nuovo enorme scandalo finanziario. E’ stato annunciato l’arresto di 500 persone nell’ambito di una rete di frodi in operazioni di investimento, tra cui schemi di Ponzi. Gia’ incriminate 189 persone.
Le perdite provocate dalle presunte attivita’ fraudolente sono costate alle vittime migliaia e a volte milioni di dollari. Si parla di un ammontare complessivo di $8.3 miliardi. “Sono numeri enormi”, ha detto il procuratore generale Eric Holder nel corso di una conferenza stampa.
In Europa si e’ salvata solo Londra. L’Ftse Mib ha chiuso a 19.930 punti (-0.95%). L’euro e’ stato ancora una volta sottoposto a intense pressione, mentre il dollaro si e’ rafforzato.
A favorire la valuta americana sono state le parole pronunciate dal presidente della Fed Ben Bernanke circa la capacita’ della banca centrale di offrire un ulteriore sostegno all’economia se necessario. Ma a monte del rafforzamento del dollaro c’e’ soprattuto la prova negativa dell’euro. Il ritracciamento e’ dovuto in gran parte al declassamento del rating sul debito ungherese da parte di Moody’s e l’Europa spaccata in due sulle proposte di estendere i piani di aiuto. Non si segnalano altri catalizzatori per il momento con il calendario macro americano che e’ privo di appuntamenti di rilievo.
Ancora una volta si fanno sentire i timori legati alla crisi del debito sovrano europeo. Oggi si sono riuniti i ministri delle finanze dell’Eurozona per valutare un piano utile per uscire dall’impasse caratterizzato proprio dalle paure sul fronte dei conti pubblici, mettendo a punto una soluzione per il futuro dell’Eurozona. A questo proposito sono stati due i temi sul tavolo.
Da un lato si e’ discusso della proposta da parte del ministro dell’Economia italiano Tremonti e del capo dell’Eurogruppo Juncker riguardante l’emissione di eurobond, obbligazioni sovrane europee, attraverso un’agenzia europea del debito (Eda). Ma e’ gia’ arrivato il no della Germania. Il premier greco sostiene che bisogna discutere seriamente dell’idea, mentre per Barroso e’ una vecchia proposta, che pero’ e’ interessante rispolverare ora.
Da un altro lato, il numero uno del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn spinge affinche’ le autorita’ europee incrementino il valore del piano di salvataggio dei paesi in difficolta’ (messo a punto dopo il soccorso alla Grecia in maggio) e dal valore attuale di 750 milioni di euro. Per il ministro olandese delle Finanze e’ presto pero’ per parlare di un nuovo piano di aiuti.
Altro tema che ha fatto parlare di se’ sono le dichiarazioni del presidente della Fed Ben Bernanke rilasciate nel corso di un’intervista ieri sera a Cbs nella trasmissione “60 Minutes”. Il governanore non esclude un aumento oltre i $600 miliardi del secondo round di allentamento monetario annunciato lo scorso tre novembre. In pratica, se l’economia Usa continuera’ a languire e se il tasso di disoccupazione rimarra’ troppo alto la Fed si dice pronta a comprare piu’ Treasury del previsto. Ma non e’ nemmeno esclusa un’exit strategy anticipata (e dunque una sospensione del programma di quantitative easing) nel caso la congiuntura dovesse migliorare.
A proposito della Fed, e’ importante sottolineare le grandi differenze che continuano a sussistere tra il suo raggio di azione e quello della Bce. La banca centrale europea ha deciso infatti di seguire la Fed, che effettua acquisti massicci di titoli di stato. Ma, come si legge nell’ opinione di Paolo Savona, mentre Bernanke può agire in tal senso in modo legale, Trichet ha più di qualche vincolo da rispettare.
Le conseguenze delle indicazioni in arrrivo dalla Fed hanno inevitabilmente delle conseguenze sul mercato valutario. Gli analisti descrivono il forex come un mercato attualmente caratterizzato da grande volatilita’ e nervosismo e al momento riconoscono che e’ difficile fare previsioni sulla direzione che prenderà il cross eur/usd.
In ambito societario, focus su Pfizer. La compagnia farmaceutica leader mondiale ha nominato Ian C. Read chief executive officer, con il gruppo che si prepara a contrastare l’agguerrita concorrenza al loro farmaco di successo anti-colesterolo Lipitor. Bel balzo di Cisco Systems dopo i commenti positivi degli analisti sulle prospettive in Borsa e anche della catena di librerie Barnes & Noble, sulla scia della notizia che l’offerta di Borders ha trovato i finanziamenti.
Sugli altri mercati, nuovo record per i metalli preziosi, con l’argento che si e’ portato ai massimi di 30 anni oltre $30 l’oncia, mentre l’oro ha raggiunto un nuovo valore storico. Il derivato con scadenza febbraio dell’oro ha segnato un +0.7% a $1416.1 l’oncia.
Nel comparto energetico, ifutures sul petrolio con consegna gennaio hanno guadagnato lo 0.21% (+$0.19) a quota $89.38 il barile. Sul fronte valutario l’euro ha ceduto lo 0.83% a quota $1.3302. Quanto ai Treasury, il rendimento del decennale vale 2.9410% contro il 3.0170% di venerdi’.