Come era facile prevedere, i listini americani non sono stati in grado di conservare i forti guadagni registrati in avvio, pressati dal nuovo record del petrolio e dalla debolezza del comparto finanziario. Dopo essersi spinti al rialzo fino a registrare performance positive superiori al punto percentuale, i principali indici azionari hanno invertito rotta per poi chiudere la seduta in rosso. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.09% a 12333, l’S&P500 lo 0.09% a 1348, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.67% a 2306.
A rubare la scena a Wall Street e’ stato il petrolio, schizzato ad un nuovo record storico, oltre i $100 al barile, per la prima volta dal 3 gennaio scorso. I futures con consegna marzo si sono spinti fino ad un massimo intraday assoluto di $100.10 al barile, superando di appena un centesimo il precedente record segnato all’inizio dell’anno. La chiusura e’ stata di $100.1 per un rialzo giornaliero di $4.51.
A spingere le quotazioni dell’oro nero sono state le speculazioni su un possibile taglio dell’output da parte dell’OPEC che si riunira’ a Vienna il prossimo 5 marzo. Il rallentamento economico e il calo della domanda dettato della chiusura della stagione invernale potrebbero influenzare i Paesi membri del cartello petrolifero a rivedere al ribasso la quantita’ prodotta giornalmente.
L’incremento dei prezzi energetici potrebbe avere un effetto negativo sulla spesa dei consumatori, gia’ alle prese con serie difficolta’ legate al comparto immobiliare e alle carte di credito. Il colosso retail Wal-Mart (WMT) ha riportato utili superiori alle attese, ma offerto un outlook poco incoraggiante (inferiore al consensus) per l’intero 2008.
L’accelerazione della dinamica inflazionistica potrebbe comportare anche un cambiamento nell’atteggiamento di politica monetaria da parte della Fed che, per garantire la stabilita’ dei prezzi, potrebbe decidere per uno stop alla riduzione dei tassi d’interesse. Tuttavia, dati gli ultimi sviluppi sulla congiuntura Usa, i futures sui fed funds scontano al momento una possibilita’ del 100% di assistere ad un taglio dei tassi a breve di mezzo punto percentuale nel meeting di meta’ marzo.
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Alcune pressioni sono continuate ad arrivare anche dal comparto finanziario, dopo che nuove svalutazioni sono state previste per due grosse banche d’affari europee. Credit Suisse (CS) ha rivelato una perdita di $2.85 miliardi nell’ultimo trimestre a causa degli investimenti ad alto rischio. Ulteriori perdite sono state stimate per il gruppo americano Lehman Brothers (LEH).
Il balzo del prezzo del petrolio ha permesso ai colossi energetici Exxon Mobil (XOM) e Chevron (CVX) di chiudere in buon rialzo, spingendo pero’ al ribasso l’intero comparto aereo. L’indice settoriale, lo XAL, ha chiuso in calo di quasi il 3%. A poco e’ servito un articolo apparso sul New York Times in cui si legge che Delta Air Lines (DAL) e Northwest Airlines (NWA) sono vicine ad un accordo di merger.
In modesto progresso il comparto delle costruzioni, con lo spider XHB in rialzo dello 0.70%, dopo che la National Association of Home Builders (NAHB) ha riportato un leggero miglioramento del dato sulla fiducia dei costruttori a 20 punti dai 19 del mese precedente.
Nel settore tecnologico, luci accese nuovamente sull’operazione Microsoft – Yahoo!. Bill Gates ha dichiarato che non intende rilanciare sulla proposta di acquisto ($31/share) avanzata due settimane fa per rilevare il gruppo media online. Subito dopo la chiusura delle borse, il colosso informatico Hewlett-Packard (HPQ) diffondera’ i numeri fiscali sull’esercizio dell’ultimo trimestre.
Sugli altri mercati, sul valutario, l’euro ha esteso il rialzo sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4726. In rally l’oro. I futures con consegna aprile sul metallo prezioso hanno chiuso in progresso di $23.70 a $929.80 all’oncia. In recupero i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.8750% dal 3.78% di venerdi’.
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