Società

WALL STREET IN ROSSO, MA SCAMPA UN’ALTRA BATOSTA

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I rialzi di meta’ seduta sono stati solo un’illusione. I listini azionari americani chiudono in ribasso anche oggi, anche se i cali assumono tutt’un altro valore rispetto al crollo accusato ieri, quando i listini hanno subito perdite che non si vedevano da mesi.

Il rafforzamento del dollaro ha messo sotto pressione le materie prime, con il petrolio che e’ sceso sotto quota $80 al barile per la prima volta da meta’ marzo. L’euro e’ scivolato in area $1.28, sui minimi di 13 mesi.

Dopo essere passato da cali a tre cifre a rialzi marginali, il Dow Jones ha archiviato la giornata con un calo dello 0.8% a 10840.08 punti. L’S&P 500 ha perso lo 0,9% in area 1163.08 e il Nasdaq lo 0.9% a 2398.02 punti.

Tra i settori si distinguono in positivo i settori ciclici, come le utility e i grandi magazzini, mentre energetici e industriali pagano dazio. All’interno del comparto finanziario, mentre al Senato e’ in corso il voto su una serie di emendamenti legati alla proposta di riforma del sistema di regolamentazione di Wall Street, Goldman Sachs cede terreno (-0.8%) facendo peggio del benchmark settoriale (-0.5%). In mattinata l’agenzia Fitch ha confermato il rating di lungo termine, ma ha al contempo tagliato a Negativo da Stabile l’outlook.

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La parola chiave resta sempre Grecia (e relativo rischio contagio ad altri paesi del sud Europa) e agli operatori americani non bastano i risultati societari convincenti e i segnali giunti dal fronte macro di una ripresa economica in atto.

Ad aver gettato all’inizio della seduta nuovamente nel panico gli investitori e’ stata la notizia che Moody’s potrebbe peggiorare il suo giudizio sul debito del Portogallo (attualmente pari a AA2), attualmente sotto osservazione. Non e’ escluso un declassamento di due gradini. Il giudizio degli analisti durera’ al massimo tre mesi ed e’ legata al peggioramento delle finanze del Paese.

Le pressioni restano anche sulla Spagna, all’indomani delle smentite da parte del premier Zapatero e dell’Fmi su voci di una richiesta di aiuti da 280 miliardi di euro. Lo stesso Zapatero e’ tornato oggi alla ribalta ribadendo l’impegno a ridurre il deficit pubblico al 3% entro il 2013 contro l’attuale 11.2%. Sul fronte delle spese pubbliche, ha aggiunto, gia’ per il 2010, ci saranno risparmi per 5 miliardi di euro.

Il mercato resta tuttavia scettico, visto che gia’ stamane il costo per assicurarsi contro un default dei due paesi aveva toccato nuovi record. Di conseguenza l’euro si spinge ben sotto i minimi dell’aprile 2009 raggiunti ieri, sfondando non solo quota $1.30 ma anche $1.29.

Intanto in Grecia sono aumentate le tensioni e gli scontri in protesta contro un piano di austerita’ che si dubita verra’ rispettato. Il bilancio della rivolta urbana e’ al momento di almeno tre morti.

Tornando alle trimestrali americane, Time Warner batte le attese (ma il titolo cede lo 0.46%) grazie all’andamento di box office e Tv via cavo. Gli utili per azione hanno raggiunto $0.62 da $0.55 dello stesso periodo dell’anno scorso, meglio di $0.49 attesi dal mercato. Si e’ trattato del trimestre piu’ redditizio della storia dell’azienda.

Delude, e di molto, il produttore di navigatori satellitari Garmin (-9.2%). I profitti scendono a $0.19 da $0.24. Flessione dell’1% a $431 milioni per i ricavi. Giu’ anche News Corp, del 5%, dopo risultati che non sono piaciuti ai broker.

Nel settore farmaceutico, cede terreno Intermune (-76.21%) dopo il crollo del 77% ieri nell’after hours. La Fda ha chiesto ulteriori dati per il farmaco Esbriet dedicato a pazienti con fibrosi polmonare. Nel comparto petrolifero, promozione per BP al centro di una crisi legata al disastro nel Golfo del Messico. Il broker Panmure Gordon ha portato il giudizio a Buy da Sell sostenendo che il mercato a reagito in maniera spropositata alla marea nera che il gigante britannico sta tentando di fermare.

Sul fronte macro, positivo e’ stato il dato sul settore privato che ha creato 32 mila nuovi posti di lavoro. Invariato, invece, l’Ism Servizi. Settore, quest’ultimo, che raccoglie l’80% della forza lavoro Usa. Buone notizie dal settore immobiliare: l’indice sui mutui la settimana scors è salito del 4%. Le richieste di prestiti per l’acquisto di case sono cresciute del 13%, ai massimi da ottobre.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio perdono ancora quota. I futures con consegna giugno subiscono un calo del 3.35% (-$2.97) attestandosi a quota $79.77 al barile. Sul valutario, moneta unica in flessione a $1.2862, ma sopra i minimi da marzo 2009 di $1.2802 toccati in seduta. L’oro guadagna $6 in area $1174.60 circa. Ancora giu’ i prezzi dei Treasury: il rendimento sul benchmark decennale si attesta al 3.5500% dal 3.6130% di ieri