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WALL STREET IN ROSSO: IL DOW CEDE 200 PUNTI

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Partenza in netto calo per i listini azionari americani e per i mercati in via di Sviluppo preoccupati per le conseguenze che avra’ il default di Dubai World, istituto finanziario cuore dell’Emirato. Anche le materie prime sono sotto pressione, accusando il calo piu’ pesante da luglio, mentre i prezzi dei Treasury e il biglietto verde accelerano con decisione. Gli swap sul default creditizio legati al debito venduto da Dubai balzano di 134 punti base a quota 675.

“I mercati in via di Sviluppo potrebbero soffrire particolarmente, piu’ degli altri, perche’ e’ li’ che ultimamente abbiamo visto i rialzi maggiori”, segnala Henrik Drusebjerg, senior strategist di Nordea Investment Management. “Siamo a un mese dalla chiusura dell’anno, pertanto un numero elevato di investitori cerchera’ di ridurre adesso qualsiasi perdita potenziale”.

I timori suscitati dalle notizie secondo cui Dubai World verra’ rilevata dai funzionari dell’emirato ha spinto molti operatori a vendere i titoli e andare a caccia di asset meno rischiosi. Tale atteggiamento ha favorito appunto i prezzi dei Titoli di Stato e il biglietto verde, che al momento guadagna lo 0.8% contro il basket delle sei principali valute concorrenti.

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Tuttavia l’interesse nella valuta statunitense ha esacerbato le pressioni sulle quotazioni delle materie prime e sui listini azionari. Il ribasso e’ intenso almeno quanto lo e’ stato quello subito dalle Borse mondiali ieri, quando New York e’ rimasta chiusa in occasione della festivita’ del Thanksgiving.

Tra i settori, come era naturale aspettarsi, a pagare dazio sono soprattutto le banche. Secondo alcuni analisti la crisi e’ solo un me non dovrebbe avere un
impatto pesante e duraturo sugli altri mercati. Tuttavia, avvertono alcuni trader, gli investitori stanno cercando di trarre qualche profitto, utilizzando la crisi di Dubai World come una scusa per vendere.

Quest’oggi non ci sono appuntamenti di rilievo sul fronte macroeconomico. Gli operatori seguiranno da vicino i numeri circa le vendite nel Black Friday, ovvero il giorno in cui prende ufficialmente il via negli Stati Uniti la stagione dello shopping natalizio, per vedere se i consumatori americani sono pronti a tornare a mettere mano al loro portafoglio.

Sugli altri mercati, sull’energetico cede terreno il greggio. Al momento i futures con consegna dicembre lascia sul campo $3.95 a quota $74.01 al barile. Sul valutario accelera il dollaro, con l’euro che si indebolisce nei confronti del biglietto verde a $1.4896. Scivolano i prezzi dell’oro: i futures con scadenza dicembre arretrano di $28.50 a quota $1160.10 l’oncia. In netto progresso i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che e’ sceso al 3.2200% dal 3.2790% di ieri.