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WALL STREET IN RIBASSO: SI PROFILA FEBBRAIO DIFFICILE

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Partenza di seduta incerta tra denaro e lettera per il mercato azionario a stelle e strisce, il quale viende da quattro settimane di ribassi. In avvio il Dow perde lo 0.19% a quota 9993.26, mentre il Nasdaq cede lo 0.04% in area 2140.18 e l’S&P 500 lo 0.08% a 1065.37 punti.

Tra i settori deludono per il momento in particolare le societa’ di assistenza sanitaria e le compagnie aeree. In assenza di notizie rilevanti e visto l’andamento altelenante riscontrato sulle borse asiatiche e i rialzi modesti visti in Europa, a polarizzare l’attenzione degli investitori e’ soprattutto la performance del dollaro.

Il biglietto verde scambia in calo dello 0.2% contro il basket di valute rivali principali, ma sostanzialmente invariato sull’euro. In particolare il mercato e’ interessato a scoprire se la flessione del biglietto verde tornera’ a stimolare l’appetito per i titoli dei produttori di materiali di base e minerali, che sono stati tra i settori piu’ deboli nel ripiegamento visto di recente a Wall Street.

Tra i settori, il focus sara’ rivolto anche ai tecnologici, tenendo conto delle perdite pesanti subite dalle societa’ a maggiore capitalizzazione che hanno fatto si che il Nasdaq abbia fatto peggio degli altri indici borsistici principali dall’inizio dell’anno nuovo.

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Dopo essersi reso protagonista di un rally lungo 10 mesi, iniziato i primi di marzo, quando i listini erano sprofondati sui minimi di 12 anni, e alimentato dalle speranze di una ripresa sostenibile dell’economia, ora il mercato attraversa un momento difficile.

La fase di stallo potrebbe sbloccarsi nel caso in cui gli investitori dovessero rilevare segnali circa una crescita economica stabile e solida. I problemi riscontrati ultimamente, sia sul fronte del deficit di bilancio di alcuni Paesi Ue, che per certi versi in ambito macro, hanno invece sottolineato che la ripresa potrebbe essere meno rapida e intensa di quanto sperato.

Il mercato viene da quattro settimane negative consecutive e l’atteso incontro del weekend tra i ministri delle Finanze del G-7 non ha offerto grandi occasioni di spunto. I presenti si sono impegnati a varare “riforme importanti” e hanno trovato un accordo per chiudere un occhio sul debito degli haitiani.

Inoltre i ministri delle Finanze del Gruppo dei Sette, incontratisi in Canada, hanno segnalato che l’economia mondiale e’ migliorata e che lasceranno risolvere all’Ue la questione dei deficit di bilancio di Grecia e altri Paesi della zona euro, che la settimana scorsa hanno contribuito in maniera decisiva alla debole performance delle Borse mondiali.

Secondo le ultime indiscrezioni stampa, alcuni funzionari del Gruppo dei Sette avrebbero trovato un accordo secondo cui le banche dovranno in qualche modo contribuire ai costi che la crisi finanziaria ha comportato, anche se non e’ stato ancora stabilito quali sono gli strumenti che gli istituti dovrebbero utilizzare.

Il Segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner ha detto in un’intervista concessa all’emittente ABC che gli Stati Uniti non perderanno mai il rating di tripla A sul debito. Geithner ha aggiunto che una volta che la ripresa del mercato del lavoro sara’ avviata il deficit non rappresentera’ piu’ un problema.

Nel frattempo i CDS su Grecia e Spagna si sono ristretti, il che significa che secondo i trader si sono riduotte le possibilita’ di un default dei bilanci dei due Paesi.

Quest’oggi il calendario macro non prevede appuntamenti di particolare rilievo, mentre l’agenda societaria e’ invece molto ricca. Riporteranno i conti fiscali CVS Caremark, Hasbro, Loews e Nasdaq OMX. Alla chiusura dei mercati sara’ la volta della maggiore produttrice di videogiochi al mondo, Electronic Arts.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico in rialzo le quotazioni del greggio. I futures con consegna marzo avanzano di $0.31 attestandosi a quota $71.41 al barile. Sul valutario il dollaro cede terreno rispetto alle sei principali valute concorrenti (-0.2%), ma non singolarmente nei confronti della moneta unica, che scambia in flessione marginale a $1.3665. In progresso l’oro a $1065.70 l’oncia (+$12.90). Arretrano i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.5870%, forte di un balzo di 41 punti base.