Wall Street chiude bene sia la seduta che il mese di febbraio, con le notizie economiche che hanno evidenziato un certo miglioramento del quadro generale in Usa. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,8% in area 12.228, mentre il Nasdaq ha evidenziato un rialzo solo marginale (dello 0,05%) a quota 2.783, penalizzato dal calo di Amazon dopo il declassamento deciso dagli analisti. L’indice allargato ha registrato un progresso dello 0,59% in area 1.328. Il paniere delle blue chip ha accumulato guadagni pari al 2,8% nell’intero mese, l’indice dei tecnologici il 3% e l’S&P il 3,2%.
Gli eventi geopolitici continuano tuttavia a tenere sotto scacco il mercato tanto che un singolo avvenimento potrebbe provocare ulteriori sbalzi improvvisi al ribasso, che pero’ secondo gli osservatori di mercato non dovrebbero essere tali da compromettere il rally. In Libia il leader libico Muhammar Gheddafi non si vuole arrendere e anzi annuncia ulteriori repressioni dei disobbedienti. Il tutto mentre si segnalano manifestazioni di protesta anche in Oman, Bahrein e Yemen.
I dati su redditi e spese al consumo non avevano ne’ dissuaso ne’ persuaso glia acquisti in avvio di seduta. I redditi personali sono cresciuti come mai era capitato nell’ultimo anno e mezzo mentre le spese al consumo sono salite meno del previsto.
Ma le informazioni sull’attivita’ manifatturiera sono state decisamente positive, mentre il mercato immobiliare ha evidenziato una nuova battuta d’arresto, con le vendite di case con contratti in corso che sono calate del 3,2% il mese scorso.
L’Arabia Saudita ha tranquillizzato i mercati, assicurando che ci sono scorte extra di greggio a sufficienza, ma i timori sull’impatto che il rialzo dei costi energetici avra’ sulla ripresa economica non se ne sono andati. Il paese si occupera’ di colmare il gap lasciato dall’interruzione di gran parte delle esportazioni dalla Libia, paese sull’orlo della guerra civile. Gli insorti che si oppongono al regime del colonnello Gheddafi sono in rivolta da giorni e hanno assunto il controllo di diverse citta’ del paese, piu’ di recente di tre aree al confine est della capitale Tripoli. Ma Gheddafi per ora resiste.
Gli investitori hanno tenuto sotto stretta osservazione anche i tanti interventi di alcuni funzionari della banca centrale previsti in giornata. Il presidente della Fed di St. Louis James Bullard ha espresso ottimismo sulla ripresa nel 2011, alleviando i timori legati all’inflazione. Malcolm Polley, presidente di Stewart Capital Advisors, sostiene che “Bullard abbia ragione sul fatto che il rincaro dei prezzi del greggio non compromettera’ l’attivita’ economica a meno che non sia veramente esagerato, ma i prezzi del gas per ora restano su livelli sostenibili”.
Sul fronte societario, non sono mancati gli affari di M&A, Ventas ha annunciato l’acquisto di Nationwide Health Properties in un’operazione di azioni da $7,4 miliardi che portera’ alla nascita del maggiore veicolo di investimento immobiliare. Intanto stando a quanto riportato dai media una banca americana ha messo gli occhi su un gruppo social network.
Intanto con una lettera agli azionisti, uno dei guru di Wall Street, l’oracolo di Omaha Warren Buffett ha assicurato che la sua finanziaria Berkshire Hathaway e’ pronta fare altri grandi acquisti.
Giornata positiva anche per l’Europa. Secondo gli ultimi dati annunciati i prezzi al consumo dell’area euro sono cresciuti dello 0,7% in gennaio, ma la moneta unica riesce comunque a mettere a segno guadagni nei confronti del dollaro, che al momento e’ in ribasso dello 0,6% rispetto alle principali valute rivali. l’EurosToxx 50 ha chiuso in rialzo dell’1,14% dopo una partenza stentata. Tra le borse del Vecchio Continente Londra chiude in calo dello 0,12%, Parigi avanza dello 0,98%, Francoforte dell’1,21% e Piazza Affari dello 0,52% a 22.466 punti.
Sugli altri mercati, i prezzi del greggio hanno chiuso in calo dello 0,93% a $96,97 il barile, ma la seduta di oggi ha rappresentato un’eccezione in un mese che ha visto la materia prima guadagnare il 6% e superare per qualche giorno la soglia dei $100 al barile. L’oro e’ avanzato di 60 centesimi (+0,04%) lunedi’ a $1.409,9 l’oncia e ha guadagnato oltre il 5% nel mese, recuperando quasi tutte le perdite subite il mese precedente. Intanto l’argento si e’ arrampicato sui massimi da marzo 1980.
Sul valutario il Dollar Index e’ sceso ai minimi di quattro mesi, una tendenza al ribasso dovuta alla volonta’ degli investitori di comprare euro in vista dell’incontro di politica monetaria della banca centrale europea, dove potrebbe essere annunciato un rialzo dei tassi. L’indice che misura la performance del biglietto verde rispetto alle sei principali valute rivali, cede lo 0,49% a quota 76,9. L’euro e’ cresciuto di valore rispetto alla valuta americana attestandosi a $1,3802. Quanto ai Treasury, i prezzi sulla parte lunga della curva avanzano, con il rendimento sul decennale che ha lasciato sul campo 1,1 punti base a quota 3,414%.