Per il mercato dei titoli di Stato la settimana delle contrattazioni, iniziata oggi a causa della sospensione di lunedi’ per il Columbus Day, si e’ aperta all’insegna dei ribassi. Il rally del mercato azionario, che prosegue sulla scia rialzista cominciata giovedi’ scorso, ha inferto un ulteriore colpo al reddito fisso.
Alle 11:30 am (17:30 ora italiana) il rendimento sul Treasury a 10 anni, il benchmark della categoria, si e’ attestato al 3,94%, in netto rialzo rispetto al 3,80% dello scorso venerdi’.
Lo yield sui Treasury, che segue un movimento inverso rispetto ai prezzi, e’ ininterrottamente aumentato dallo scorso mercoledi’, quando aveva raggiunto un livello del 3,57%, il piu’ basso dal 1858. La scorsa settimana i Treasury hanno registrato un calo dopo sette settimane consecutive di guadagni.
Appare sempre piu’ evidente come il reddito fisso dipenda dagli andamenti di Wall Street. Il rally di questa mattina ha infatti oscurato le incertezze economiche e geopolitiche che negli ultimi mesi hanno dato smalto ai titoli di Stato.
Una lettura piu’ attenta mostra, inoltre, come all’interno dei Titoli di Stato i movimenti non siano omogenei. Ad essere particolarmente penalizzata, infatti, e’ stata la scadenza piu’ trattata, quella a 10 anni.
Di contro, si e’ ampliato lo spread (oltre 150 punti base) sul corrispondente TIPS, un Titolo di Stato americano con rendimento e prezzo legato all’inflazione, che fornisce una protezione contro il surriscaldamento dei prezzi.
Se da una parte diminuiscono, in questo modo, le paure di uno scenario deflazionistico dall’altra, considerando un potenziale rialzo dell’inflazione oltre l’1,5% (150 punti base), si capisce perche’ chi detiene forti posizioni in cash cominci a mordere il freno e a considerare meno pericoloso entrare sul mercato azionario.