
Dopo due ore dall’inizio delle contrattazioni i listini continuano a spingersi in forte rialzo. Il Dow Jones sale del 2.39% a 12258, l’S&P500 del 2.64% a 1310, il tecnologico Nasdaq guadagna +2.27% a 2226. A fare da volano agli acquisti nel preborsa sono le trimestrali delle banche d’affari Goldman Sachs (GS) e Lehman Brothers (LEH) risultate entrambe migliori del consensus. I titoli salgono rispettivamente del 9% e del 20%. I numeri fiscali delle due banche hanno parzialmente rassicurato gli operatori sulle condizioni delle societa’ finanziarie e sulle relative posizioni di liquidita’.
Gli aggiornamenti hanno avuto l’effetto di calmare le tensioni degli ultimi giorni emerse in seguito al crollo della banca d’investimento Bear Stearns (BSC) per problemi legati alle posizioni di liquidita’. Per evitare la bancarotta, la societa’ ha raggiunto un accordo nel weekend per essere rilevata da JP Morgan (JPM) ad una cifra di appena $236 milioni. La notizia aveva sollevato alcune speculazioni sull’affidabilita’ delle istituzioni finanziarie e sulla stabilita’ delle stesse, in particolare proprio su Lehman Brothers che con i numeri diffusi in mattinata ha messo a tacere (temporaneamente) tali voci.
Nonostante restino forti incertezze sulla reale condizione di molti gruppi bancari, sulla scia della crisi del credito, gli operatori mostrano un certo ottimismo in vista della decisione della Fed sui tassi d’interesse per cui e’ atteso un taglio fino a 100 punti base. Il Fomc presieduto da Ben Bernanke e’ riunito a porte chiuse a Washington nel palazzo della Federal Reserve (vedi foto) La decisione verra’ comunicata alle 19:15 ora italiana.
Domenica sera la Banca Centrale ha operato un abbassamento di emergenza del tasso di sconto dello 0.25%; piu’ tardi stasera decidera’ in che misura proseguire la politica monetaria di tipo “accomodante” con cui sono stati abbassati i tassi d’interesse a breve fino all’attuale 3%. Date le critiche condizioni del mercato, la maggior parte degli operatori si attende un taglio del costo del denaro pari ad un punto percentuale secco, nel tentativo di rilanciare l’economia evitando la recessione. Si tratterebbe del primo taglio di tali dimensioni dal lontano 1982.
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Gli analisti restano comunque divisi sull’atteggiamento della Fed. Per alcuni, Bernanke & Co. hanno commesso un grave errore a rivedere i tassi in maniera eccessiva in un periodo di tempo relativamente ridotto; per altri invece le mosse operate fino a questo momento non sono ancora sufficienti ad instaurare un clima di fiducia tra gli investitori, pronosticando di conseguenza ulteriori manovre nei prossimi mesi.
Le notizie giunte nel preborsa dal settore finanziario hanno fatto passare in secondo piano i contrastati numeri sulla congiuntura Usa. I prezzi alla produzione
sono cresciuti in linea con le attese nel mese di febbraio, ma la versione “core” del dato e’ risultata in progresso oltre le stime. Nel settore immobiliare, in calo i nuovi cantieri edili ma ad un livello migliore del consensus, hanno invece deluso le attese i numeri sulle licenze di costruzione.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico, continua a trattare in rialzo il petrolio. I futures con consegna aprile sono in progresso di $1.73 a $107.41 al barile. Sul valutario, l’euro e’ ancora in rialzo rispetto al dollaro, ora scambiato a 1.5764. L’oro e’ in progresso di $4.90 a $1007.50 all’oncia. Arretrano i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.4150%.
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