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WALL STREET (IN PREDA AI RUMORS) RECUPERA IN EXTREMIS

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I listini americani sono riusciti ad arginare le perdite sul finale dopo aver sofferto pesantemente nell’arco della seduta, a causa delle deludenti trimestrali dei comparti finanziario e tecnologico. Il Dow Jones ha chiuso piatto (-0.01%) a 13676 dopo aver recuperato uno sbilancio di circa 200 punti, l’S&P500 ha ceduto lo 0.24% a 1515, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.88% a 2774, mentre nell’intraday il listino tecnologico era arrivato a segnare una perdita massima del 2.8% che aveva fatto temere il peggio.

A permettere ai listini di riguadagnare terreno proprio sul finale sono stati alcuni rumors circolati ad arte a New York e ripresi sul web secondo cui la Federal Reserve, data la situazione estremamente delicata sul mercato e dato il perdurare della crisi creditizia e immobiliare, starebbe per optare per un nuovo maxi-taglio del costo del denaro di 50 punti base (0.50%) dei fed funds o a mercato aperto (circostanza che sarebbe percepita di certo come traumatica) oppure nel prossimo meeting del Fomc (Federal Open Market Committee) che si svolgera’ a fine mese. Un portavoce della Banca Centrale Usa ha dovuto declinare qualsiasi commento su tali speculazioni del mercato.

Le ultime trimestrali delle aziende Usa hanno riacceso tra gli investitori le notorie paure sul rallentamento della spesa dei consumatori e sul duro impatto che la recente crisi del comparto creditizio, esplosa nel mese di agosto col collasso dei mutui subprime, potra’ ancora avere sull’economia americana in generale. A pesare sul sentiment degli operatori e’ stato in primo luogo l’annuncio della banca d’affari Merrill Lynch (MER) relativo ad un ulteriore aumento delle svalutazioni per un valore di $2.5 miliardi ad un totale di $8.4 miliardi, a causa delle forte esposizione sui mutui subprime. La banca d’affari “numero 1” negli Stati Uniti ha riportato la piu’ forte perdita dei suoi 93 anni di storia, pari a $2.24 miliardi (o $2.82 per azione) nettamente superiori al consensus, come diretta conseguenza del credit crunch esploso durante l’estate

(discutine sul Forum di WSI).

A preoccupare gli investitori e’ stata anche la deludente trimestrale del colosso retail online Amazon.com (AMZ) che ha stimato una contrazione dei margini superiore alle attese ed emesso un outlook poco incoraggiante per la stagione delle feste natalizie, periodo cruciale per la corsa agli acquisti online. Il titolo e’ arretrato di quasi il 12% a fine giornata. Tra gli altri titoli hi-tech, forti pressioni “sell” anche su azioni di una certa fama quali Broadcom (BRCM), arrivato a segnare una perdita del 19%, Juniper Networks (JNPR) in calo dell’8% e Altera (ALTR) -15.5%.

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Il colosso aerospaziale Boeing (BA) ha diffuso numeri superiori alle attese per l’esercizio dell’ultimo trimestre ma ha ridotto le aspettative sui risultati del prossimo anno fiscale; Coca-Cola Enterprises (CCE) ha fatto meglio del consensus ma non ha particolarmente esaltato nell’outlook sui prossimi mesi. Anche l’energetica ConocoPhillips (COP) ha chiuso in rosso nonostante abbia riportato un EPS di 4 centesimi superiore alle stime degli analisti.

L’unico dato macro rilasciato in giornata ha confermato il sempre piu’ difficile momento del settore immobiliare Usa. Nel mese di settembre le vendite di case esistenti sono risultate in calo dell’8% ai minimi livelli degli ultimi 8 anni, e al di sotto delle attese.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico il petrolio si e’ spinto al rialzo dopo che i dati settimanali sulle scorte hanno evidenziato un forte calo degli indicatori. I futures con consegna dicembre hanno chiuso la seduta in progresso di $1.83 a $87.10 al barile.

Sul valutario, invariato l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4260. In leggero rialzo l’oro: i futures con consegna dicembre sono avanzati di $2.50 a $765.60 all’oncia. In buon rialzo infine i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.3310% dal 4.4050% di martedi’.