Prosegue in pesante rosso la seduta per i listini azionari americani, che pero’ dopoa aver limitato le perdite dopo la pubblicazione dei dati sulla fiducia dei consumatori, salita ai massimi di tre anni, sono tornati a perdere quota con una certa intensita’. I cali sono dell’ordine dell’1,3-2,4%. Il Nasdaq e’ l’indice che subisce le perdite maggiori.
La giornata e’ caratterizzata ovunque dall’aumento dei timori sul destino della Libia. Il leader del paese Gheddafi terra’ presto un discorso alla nazione. Nel frattempo le navi iraniane hanno ufficialmente attraversato il Canale di Suez, innervosendo Israele che esorta la comunita’ internazionale a intervenire.
A livello settoriale, finanziari, industriali e tecnologici sono i piu’ colpiti. La volatilita’ ha fatto un balzo del 20% e oltre a quota 19. Tra i singoli, i cinque titoli piu’ richiesti sul paniere delle blue chip sono Chevron, ExxonMobil, 3M, Kraft e Home Depot, che ha riportato utili in rialzo. I peggiori sono invece Wal-Mart, Bank of America, JP Morgan, Alcoa. I titoli Apple cedono oltre 2 punti percentuali dopo che una societa’ di brokeraggio ha annunciato che il prossimo modello del tablet iPad verra’ lanciato sul mercato a giugno, in ritardo rispetto alle previsioni a causa di problemi tecnici.
Le notizie secondo cui la Libia ha interrotto i rifornimenti di petrolio – dopo che sono state bloccate le attivita’ commerciali nei porti di Tripoli e Bengasi a causa delle rivolte antigovernative, hano messo sotto pressione i mercati di tutto il mondo e le notizie del declassamento del debito giapponese da parte dell’agenzia di rating Moody’s non hanno fatto altro che esacerbare la situazione. Le principali piazze finanziarie europee hanno chiuso in rosso.
Non solo il greggio, in area $93, ma anche i metalli preziosi, sono stati spinti al rialzo dalle tensioni in Medio Oriente, con gli investitori che cercano di accumulare beni rifugio. Intanto il dollaro ha perso slancio dopo la pubblicazione dei dati macro.
L’indice dei prezzi delle case a cura di S&P/Case-Shiller ha evidenziato il quinto calo mensile consecutivo e un ribasso in 19 delle 20 aree metropolitane prese in esame. Si salva solo Washington D.C.. Restando sul fronte macro, attesa alle 16 la pubblicazione dei dati sulla fiducia dei consumatori di febbraio.
“Forse per gli Stati Uniti si presenteranno delle opportunita’ a livello tecnico, il fattore piu’ importante e’ l’incertezza. Dovrebbe spingere gli investitori a stare piu’ sulla difensiva e nel frattempo aumentare la volatilita’”, ha aggiunto Jakobsen.
Si profila dunque una giornata difficile per Wall Street, che riapre oggi i battenti dopo che per gli altri mercati ieri e’ stata una giornata di tensione, con le rivolte in piu’ paesi mediorientali e in particolare la Libia – uno dei principali paesi produttori di greggio – che hanno innervosito i mercati. Tutti gli occhi sono sulla decisione che prendera’ il leader libico.
“Abbiamo attraversato un periodo economico dove ogni cosa si e’ basata sul principio dei tassi di interesse su livelli di prezzo bassi per sempre, ma quando hai qualcosa come quello che sta succedendo nella regione settentrionale africana (e mediorientale), ecco che immediatamente torna ad affacciarsi il nervosismo, che continuera’ a crescere”, ha detto a Marketwatch Steen Jakobsen, chief investment officer di Limus Capital.
Venerdi’ il Dow Jones ha chiuso sui livelli piu’ alti dal 5 giugno 2008, e anche Nasdaq 100 e S&P 500 hanno aggiornato massimi plurienalli. Diverse aziende riporteranno i conti oggi. I risultati fiscali di Wal-Mart Stores sono stati contrastanti e i titoli cedono oltre l’1%. Home Depot ha chiuso il trimestre con profitti pari a 36 centesimi per azione nel quarto triemstre, in rialzo rispetto ai 20 cents per azione di un anno prima.
Sugli altri mercati i prezzi del petrolio sono schizzati al rialzo in area $96, prima di ritornare intorno ai $93 al barile. Eni, tra le societa’ straniere principalmente attive in Libia, cede l’8% nel preborsa newyorchese.