New York – Il giorno dopo che gli interventi delle banche centrali di Eurozona, Inghilterra e Cina si sono rivelati inutili ai fini di scambi di borsa, Wall Street incassa un altro brutto colpo, questa volta dall’economia nazionale, dalla pubblicazione dei dati deludenti sulla variazione dell’occupazione non agricola e sul tasso di disoccupazione della più grande economia al mondo, rimasto invariato all’8,2%. Sono passi da lumaca quelli compiuti dal mercato del lavoro: in giugno creati meno posti del previsto, 80 mila contro le 100 mila unita’ previste.
Draghi e i dati Usa spingono in ribasso anche il tasso di cambio tra euro e dollaro, che tocca i minimi da 5 settimane a ridosso di $1,23. Le performance dei tre principali indici di Borsa sono negative ma non disastrose: il Dow Jones ha perso lo 0,96% a quota 12772,47; il Nasdaq ha ceduto l’1,30% a 2937,33 punti. A livello settoriale tutti i 10 comparti principali dello S&P500 sono in rosso. Tecnologici, industriali e finanziari sono particolarmente pesanti.
E’ impossibile non costatare che rispetto a una settimana fa la situazione si e’ aggravata notevolmente. Dei principali indicatori di mercato solo l’azionario Usa scambia ancora decisamente sopra i livelli pre Summit Ue (l’ultimo del 28-29 giugno). L’euro ha ritracciato di circa il 150% dalla punta massima toccata nel rally succesivo alla decisione di aiutare direttamente le banche in difficolta’ e acquistare i titoli di stato della periferia indebitata servendosi delle risorse del fondo salva stati. I rendimenti dei bond dell’Eurozona hanno bruciato tutti i loro guadagni, mentre le borse europee hanno ceduto circa il 50% dai massimi di venerdi’ scorso. L’azionario Usa e’ solo il 38% sotto quei livelli.
Il precedente report sul mercato del lavoro era stato a dir poco negativo per l’azionario Usa, portando il Dow a cedere i rialzi raggiunti da inizio 2012, e portando l’indice S&P500 sulla soglia di una correzione del 10% da un recente massimo. L’1 giugno l’indice allargato aveva ceduto ben -2,5%, dopo che il numero di nuovi lavoratori aveva deluso le attese e il tasso di disoccupazione era cresciuto.
Da allora l’indice S&P500 è cresciuto +7% nella speranza che vari istituti centrali intervenissero con misure monetarie accomodanti per stimolare la ripresa economica. Ma oggi e’ ripartita la fase di ribassi.
A livello di settori, le prime vittime della decisione monetaria della Bce di portare i tassi sui depositi allo zero dallo 0,25% sono le banche. I titoli JP Morgan cedono l’1%, quelli di Morgan Stanley e Bank of America l’1,5%.
Nella giornata di ieri la Banca centrale europea e la People’s Bank of China hanno deciso di tagliare il costo del denaro, mentre da parte sua la Bank of England ha iniettato nel sistema altri $78 miliardi circa. Ma gli effetti sui mercati sono durati ben poco. Anche perche’, dicono i broker, le decisioni erano gia’ scontate nei prezzi di borsa.
Tra le altre notizie di giornata, il Fondo Monetario Internazionale rivedra’ al ribasso le stime dell’economia mondiale: peggiorata ovunque, Cina e India a rischio. L’Europa ha fatto “progressi” venerdì scorso, ma “occorre fare di più”, ha spiegato di Direttore Christine Lagarde, menzionando le tappe necessarie: “moneta unica, unione bancaria e unione fiscale. Sono passaggi forse lenti per i mercati, ma sufficientemente veloci per i principi democratici”.
La corsa per diventare il prossimo chief executive di Yahoo! sembra essersi ristretta a due candidati: l’attuale CEO ad interim Ross Levinsohn e il ceo di Hulu Jason Kilar.
In ambito valutario, l’euro testa i minimi dell’anno e scivola -0,70% a $1,2304; dollaro/yen -0,39% a JPY 79,60; euro/yen -1,10% a JPY 97,92.
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio in forte ribasso con -2,75% a $84,82 al barile, mentre quotazioni oro -1,18% a $1.590,40 l’oncia. Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano all’1,55%, in calo di 4,6 punti base.