All’indomani delle elezioni di meta’ mandato, che hanno visto il partito dei democratici trionfare nella corsa al Congresso Usa, Wall Street ha invertito il recente movimento rialzista, chiudendo la seduta in rosso. A far prevalere gli ordinativi di vendita sono stati il rimbalzo del greggio, tornato a rivedere la soglia dei $61, ed alcune notizie deludenti giunte dal fronte economico. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.60% a 12103, l’S&P500 lo 0.53% a 1378, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.37% a 2376.
Ad impensierire gli operatori sembra essere l’incertezza sull’agenda politica del partito dell’asinello: i dubbi sull’approccio nei confronti delle aziende, soprattutto quelle di determinati comparti come quello farmaceutico, energetico e della difesa, non giova, per il momento, all’andamento dei listini.
Ad influire maggiormente sulla performance dell’indice industriale sono stati i titoli dei due colossi farmaceutici Pfizer ([[PFE]]) e Merck ([[MRK]]), scesi entrambi di oltre il 3%: sull’intero comparto continuano proprio a pesare i possibili provvedimenti che potrebbero essere intrapresi dai democratici per una sensibile riduzione dei prezzi dei farmaci. In forte calo anche i titoli telecom, AT&T ([[T]]) e Verizon ([[VZ]]); considerevole anche il ribasso di Johnson & Johnson ([[JNJ]]). In difesa anche il titolo della conglomerata industriale 3M ([[MMM]]) dopo che la societa’ ha annunciato la vendita del business farmaceutico per un corrispettivo di $2.1 miliardi.
A salire e’ invece il colosso informantico Hewlett-Packard ([[HPQ]]), che beneficia dei commenti positivi di Goldman Sachs che ne ha rivisto al rialzo le stime sugli utili e sul target price, in attesa dei robusti risultati trimestrali. In buon rialzo anche Walt-Disney ([[DIS]]), Du Pont ([[DD]]) ed Exxon Mobil ([[XOM]]), quest’ultimo forte del sostenuto recupero del greggio.
A causa di un aumento piu’ contenuto del previsto delle scorte di petrolio e di un calo delle riserve di prodotti distillati (che comprendono anche il carburante da riscaldamento per cui e’ attesa un’accelerazione della domanda mentre ci inoltriamo nella stagione invernale), i futures con scadenza dicembre sul petrolio sono avanzati di $1.33 (+2.2%) a $61.16 al barile.
A circa due ore dalla chiusura anche l’indice tecnologico, che nella prima parte della giornata aveva trattato in rialzo, sostenuto da Cisco Systems ([[CSCO]]), ha dovuto arrendersi alle vendite, passando in rosso. Il colosso delle infrastrutture network ha riportato un utile per azione di 31 centesimi, $0.02 meglio del consensus, e un aumento dei ricavi superiore alle stime. Il titolo e’ arrivato a segnare un rialzo di circa il 10%, per poi chiudere con un progresso del 6.41%.
Contrastati i dati giunti dal fronte macroeconomico. Ai buoni aggiornamenti dal mercato del lavoro, con le nuove richieste di sussidio da parte dei senza lavoro scese di 20 mila unita’, al calo dei prezzi import e al restringimento del deficit commerciale hanno fatto da contraltare un aumento delle scorte di magazzino superiore al previsto e soprattutto un calo della fiducia dei consumatori ad un livello inferiore a quello stimato dal consensus.
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Sugli altri mercati, sul valutario, in lieve calo l’euro nei confronti del dollaro a quota 1.2758. In forte rialzo l’oro. I futures con scadenza dicembre sono avanzati di $18.50 a $636.80 all’oncia. Invariati i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni si e’ attestato al 4.6330%.
BORSA: WALL STREET; CISCO IN LUCE, MA LISTINI DEBOLI
MALE FARMACEUTICI SU TIMORI VITTORIA DEMOCRATICI
9 Novembre 2006 23:06 NEW YORK (ANSA) – Dopo tre sedute consecutive di guadagni, Wall Street si prende un giorno di pausa con i principali indici in territorio negativo: il Dow Jones si allontana dai record storici della vigilia scendendo dello 0,60%, a 12.103,30 punti, il Nasdaq perde lo 0,37%, a quota 2.376,01, mentre lo Standard & Poor’s 500 termina a 1.378,33 punti (-0,53%).
Sui mercati, dopo l’euforia che ha fatto seguito all’esito delle elezioni di Midterm con la vittoria dei Democratici, prevalgono le prese di beneficio, anche in attesa di conoscere quali pieghe potrà prendere il confronto tra il presidente George W. Bush e i due rami del parlamento ormai controllati dai Democratici. In più, pesa l’impennata delle quotazioni del petrolio, salite del 2,2%, a 61,14 dollari.
Sul Nasdaq, in particolare, brilla Cisco Systems: i titoli del maggior produttore mondiale di attrezzature per il networking salgono del 6,41 (a 26,71 dollari) grazie a una trimestrale sopra le attese e a stime ottimistiche sulle vendite di gennaio. Quanto ai dati macroeconomici, l’indice sulla fiducia dei consumatori che, in base ai dati prodotti dall’Università del Michigan, ha mostrato segni di rallentamento a novembre, nonostante rimanga sui massimi degli ultimi 15 mesi. Inoltre, i positivi dati rilasciati dal Dipartimento del Commercio, che hanno messo in mostra un deciso miglioramento del deficit commerciale a stelle e strisce, non sono stati sufficienti a dare un indirizzo rialzista alla seduta.
La responsabilità, oltre allo scenario politico venutosi a creare, è da ricercare nella debole performance di alcune blue chip del listino newyorchese. Viacom (-3,13% a 38,43 dollari), ad esempio, ha riportato un utile netto del terzo trimestre in calo, annunciando le dimissioni del direttore finanziario, Michael Dolan. Ancora in tensione i titoli del comparto farmaceutico, che scontano l’ipotesi che i Democratici possano fare pressioni per maggiori concessioni nei confronti del programma sanitario nazionale Medicaid.
In rosso tutti i colossi del settore: Merck cede il 3,29% (a 42,88 dollari), Pfizer il 2,93% (a 25,84 dollari) e Johnson & Johnson il 2,71% (a 66,15 dollari. Sale dello 0,82% (a 22,04 dollari) la News Corp di Rupert Murdoch, nonostante la compagnia abbia annunciato un utile operativo in calo del 6,4% a causa del rallentamento delle attività di business delle
divisioni film e tv.