I listini azionari chiudono in perdita per la seconda giornata consecutiva, in un mercato dove regna l’incertezza sul futuro della maggiore economia mondiale. Ad alimentare le preoccupazioni degli investitori sono arrivate nel pomeriggio le indiscrezioni della Cnbc secondo cui il governo americano avrebbe momentaneamente sospeso il progetto della “bad bank”. Si e’ cosi’ innescata un’ondata di vendite sul comparto finanziario. L’indice allargato S&P 500 chiude in calo del 2.28% a 825.89. Male anche il Nasdaq (-2.08% a 1476.42), che non riesce a contenere le perdite nemmeno con il +18% di Amazon. Flessione dell’1.82% a 8000,86 per il paniere delle blue chip Dow Jones. Nel primo mese dell’anno l’S&P 500 ha bruciato circa l’8% del proprio valore.
I deprimenti dati economici, tra cui la lettura preliminare del Pil del quarto trimestre 2008, crollato del 3.8%, peggiore risultato in quasi 27 anni, e le deboli trimestrali societarie, accompagnate da riduzioni al personale e alla produzione, hanno ricordato agli investitori che l’economia americana e’ in continuo deterioramento, con aziende e famiglie in evidente difficolta’. In una settimana drammatica per il mercato del lavoro, una sfilza di societa’, nessun settore industriale escluso, ha annunciato oltre 100 mila tagli di posti di lavoro.
Sul fronte macro delude le attese il Chicago PMI, scivolato oltre le previsioni a 33.3. Mentre la fiducia dei consumatori e’ aumentata rispetto al mese precedente, che e’ invece stato rivisto al ribasso.
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“Il sistema bancario e’ ancora in crisi”, dichiara Dean Barber, presidente della societa’ d’affari Barber Financial Group, a Kansas City. “Il recupero che abbiamo visto nel comparto questa settimana era piu’ forma che sostanza. Non si sa chi ricevera’ i soldi e quanto bisognera’ sborsare”.
Tra i singoli titoli del settore finanziario, travolto dalle vendite subito dopo le voci circa il momentaneo accontamento del progetto sulla creazione di una “bad bank” pronta a rilevare gli asset tossici delle banche, particolarmente presi di mira i titoli Citigroup (-7.5% circa) e Bank of America (-4% circa). L’indice settoriale cede quasi tre punti percentuali.
In netta controtendenza Amazon, che accelera di quasi 18 punti percentuali dopo la presentazione, avvenuta ieri a mercati chiusi, di una trimestrale convincente in un settore, quello retail, in piena crisi.
Tengono alcuni titoli energetici, aiutati da un lieve rafforzamento delle quotazioni del greggio sulla scia della lettura del Pil, che sebbene pessima, ha mostrato una contrazione meno marcata del previsto. Tra questi, vira in negativo sul finale Exxon Mobil che, sebbene abbia aggiornato il suo record personale, registrando il numero piu’ alto di utili annui di una societa’ americana, ha al contempo visto un brusco calo dei profitti nel quarto trimestre. Cosi’ come per Chevron, sui numeri ha influito negativamente il netto indebolimento delle quotazioni dell’oro nero nell’ultima parte del 2008.
Profitti in linea con le stime per Procter & Gamble, che ha pero’ deluso sui ricavi, indebolendo cosi’ il titolo, giu’ di circa il 6%. Pesante anche Caterpillar (-3% crica), che si vede costretta a licenziare altre 2.110 persone, oltre alle 20.000 già allertate lunedì. Brucia i guadagni della prima parte di seduta Honeywell International, anche in questo caso con profitti in linea col consensus e ricavi leggermente inferiori alle attese.
Tra le altre news, il colosso minerario Rio Tinto ha raggiunto un accordo per la cessione di due siti di potassio e ferro, rispettivamente in Argentina e Brasile, per un valore complessivo di $1.6 miliardi. Nel settore farmaceutico, la compagnia svizzera Roche ha ridotto il valore dell’offerta sul gruppo biotech Genentech a $42.5 miliardi.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico chiude in positivo il petrolio. I futures con consegna marzo hanno guadagnato $0.24 a $41.68 il barile, dopo aver toccato punte di $43.44. Il bilancio della settimana e’ tuttavia negativo, con i prezzi del greggio che hanno bruciato il 10%. A gennaio le perdite sono state invece pari $14. Sul valutario, euro debole nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.2796. Schizza al rialzo l’oro, bene rifugio per eccellenza: i futures con consegna aprile hanno guadagnato $21.90 a $928.40 l’oncia. In ribasso infine i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 2.8440%.