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Wall Street in buon rialzo, aiutano dati macroeconomici positivi

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New York – Chiusura in deciso rialzo per la borsa di New York grazie all’ottimismo innescato dalla pubblicazione di alcuni dati economici Usa. L’indice Dow Jones ha terminato gli scambi a quota 12,287.04, in rialzo di 135.63 punti, pari all’1,12%, mentre l’indice Nasdaq e’ salito dello 0,92%, a quota 2,613.74. Il mercato Usa ha beneficiato soprattutto della diffusione di alcuni dati economici relativi all’economia degli Stati Uniti.

Tra i titoli bene i finanziari, con Bank of America +2,9%, Goldman Sachs +1,17%, Morgan Stanley +1,9%, Citigroup +1,84%. Bene anche il settore tecnologico: tra le maglie nere da segnalare Amazon -1,53%, dopo che un analista di Goldman Sachs ha affermato che i dati di comScore suggeriscono che le vendite della società sono cresciute del 38% su base annua, contro il 40% del consensus. Si mettono in evidenza anche la debolezza di Goodle e di eBay (-0,59%). Bene invece Intel +ì1,09%, Microsoft +0,58%, Hewlett-Packard +1,07%. L’indice dei semiconduttori, poi, il Philadelphia Semiconductor Index, guadagna lo 0,72%.

Dal fronte economico, sono state rese note le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, che si sono attestate a un valore superiore alle stime. Tuttavia, la media delle ultime quattro settimane, un indicatore più attendibile in quanto non condizionato dalla volatilità del dato, ha testato il valore più basso dal giugno del 2008.

A dare una spinta alle piazze finanziarie americana ed europee è stata anche la pubblicazione dell’indice Chicago Pmi, che misura l’andamento dell’attività manifatturiera nell’area di Chicago e che è sceso a dicembre a 62,5 punti – contro i 62,6 di novembre, quindi praticamente invariato -, contro i 61 punti attesi dagli analisti di Bloomberg.

Positivo dagli Stati Uniti anche il dato relativo alle vendite di case con contratti in corso del paese. I mercati tornano così a scommettere sulla ripresa della congiuntura americana e gli investitori decidono di lasciarsi alle spalle le preoccupazioni per il destino dell’Europa.

Certo, Wall Street continua a monitorare attentamente la situazione dei debiti sovrani in Europa e alle aste dei vari paesi. Oggi market mover dei mercati è stata infatti l’asta del Tesoro italiano del 2011, che ha dato un esito sostanzialmente positivo, anche se non brillante come quello di ieri. Detto questo, gli investitori sono rimasti confortati dal fatto che i tassi sui BTP messi all’asta si sono attestati a un valore inferiore al 7%.

“Le aspettative sui risultati dell’asta italiana erano molto basse – ha commentato Madelynn Matlock, gestore presso Huntington Asst Advisors, in una intervista rilasciata a Bloomberg – Da segnalare tuttavia che nel complesso c’è ancora paura sul quadro madro, specialmente quello relativo all’Europa. E tali timori non andranno via facilmente”.

“Ciò che continua a pilotare il mercato è la situazione in Europa – ha aggiunto, sempre intervistato da Bloomberg, Louis de Fels, gestore presso Raymond James Asset Management International – Potremmo assistere a qualche guadagno, ma i volumi sono bassi e gli investitori cauti”.

Protagonista l’euro, all’indomani del forte ritracciamento che ha portato la moneta unica a bucare quota $1,30. La moneta unica perde anche oggi, ma dopo essere sceso anche sotto quota $1,29, ora riduce le perdite nei confronti del dollaro a -0,13%, attestandosi a $1,2922. Il rapporto eur/usd viaggia comunque ai minimi in 15 mesi; l’euro scende verso il franco svizzero con -0,12% a CHF 1,2185, calando sullo yen dello 0,43%, a 100,4030, sui minimi in quasi 10 anni.

Riguardo alle commodities, infine, i futures sul petrolio perdono lo 0,25%, a quota $99,11 al barile, mentre le quotazioni dell’oro arretrano dell’1,64%, a $1.538,40. I rendimenti dei Treasury a 10 anni salgono ora all’1,932%.