In chiusura gli indici azionari americani hanno azzerato buona parte delle perdite della sessione, spinti dal ribasso del petrolio. Il Dow Jones ha ceduto un frazionale 0.05% a 10077, l’S&P500 lo 0.23% a 1121 e il Nasdaq lo 0.19% a 1925.
In mancanza di forti catalizzatori, il mercato ha continuato a focalizzarsi sulle quotazioni del greggio, che nel corso dell’intraday hanno avuto un andamento piuttosto volatile. Il prezzo del petrolio, infatti, si e’ spinto al nuovo record storico di $54.45 al barile. Una ventata di ottimismo e’ poi arrivata dalla notizia che verra’ concesso un nuovo prestito dalle riserve strategiche e dalle previsioni di una riduzione della domanda globale nel 2005. Il future con scadenza novembre ha chiuso in ribasso di $1.13 a $52.51 al barile.
Intanto sta entrando nel vivo la stagione degli utili societari. Questa mattina hanno pubblicato i risultati di bilancio Merrill Lynch (MER – Nyse) e Johnson & Johnson (JNJ – Nyse). Entrambe le societa’ hanno riportato risultati migliori delle stime.
Cresce nel frattempo l’attesa per gli utili del colosso dei chip Intel (INTC – Nasdaq) e del portale Internet Yahoo!(YHOO – Nasdaq). Le due aziende pubblicheranno i bilanci dopo la chiusura delle borse. Ricordiamo che il mese scorso Intel ha lanciato un warning su fatturato e margini di profitto.
Restando ai temi societari, cattive notizie dal fronte tecnologico. Le vendite globali di chip ad agosto sono calate del 29% rispetto al mese precedente. Particolarmente pronunciate le flessioni in Cina e Nord America. Tra gli spunti positivi, una banca d’affari ha alzato il giudizio sul colosso telecom AT&T (T – Nyse).
Tra le trenta blue chip del Dow Jones i migliori rialzi li hanno registrati Johnson&Johnson, Caterpillar, General Electric e Verizon. Particolarmente pesanti, invece, le perdite di Intel, Pfizer e Walt Disney. Vedi decine di azioni segnalate da
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Sugli altri mercati, il dollaro ha guadagnato terreno sul’euro. Nel tardo pomeriggio di New York il cambio tra le due valute e’ di $1.2328. In forte ribasso la quotazione dell’oro, sotto pressione per la forza del dollaro. Il future con scadenza dicembre ha chiuso ai minimi di chiusura di una settimana a $416.60 all’oncia, in ribasso di $6.80. Alcuni operatori, tuttavia, avvertono che viste le continue impennate del petrolio, le tensioni geopolitiche e l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali in USA, qualsiasi indebolimento dell’oro puo’ essere visto in realta’ come un’opportunita’ di acquisto.
In rialzo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.10% contro il 4.13% della chiusura di venerdi’ (lunedi’ il mercato dei bond e’ rimasto chiuso per la ricorrenza del Columbus Day).
Per un commento operativo su indici, settori e titoli, vedi
l’aggiornamento
di meta’ sessione, curato da Marco
Bonelli.