Un’altra giornata pesante per i listini americani che archiviano la seduta in netto calo, spinti al ribasso dal rincaro del greggio, dalle deludenti notizie societarie e dalla crescente convinzione che i tassi d’interesse continueranno a salire. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.35% a 10.216, l’S&P500 lo 0.61% a 1.177, il Nasdaq, infine, e’ arretrato dell’1.15% a 2.037. Sull’indice tecnologico, scivolato ai minimi di cinque mesi, hanno gravato particolarmente i cattivi aggiornamenti trimestrali di alcune societa’, come Apple e Advanced Micro, e i commenti negativi espressi su Intel.
I mercati azionari sono in calo dall’inizio del mese. Gli analisti si chiedono se tale movimento rappresenti una fase di correzione, oppure indichi l’inizio di un vero e prorio trend ribassista. Gli indici stanno scontando l’assenza di un catalizzatore significativo che possa determinare una ripresa dagli attuali livelli.
Al momento la situazione non e’ proprio favorevole. I prezzi energetici continuano ad avanzare e il petrolio rimane ben saldo sopra i $60 al barile; la Federal Reserve sembra intenzionata a continuare la propria politica monetaria accomodante per contenere le pressioni inflazionistiche; la situazione sugli utili societari resta molto incerta come conseguenza del non ben definito impatto che gli ultimi uragani hanno avuto sui risultati delle aziende: tutti questi fattori non giovano di certo all’azionario, ne’ sul sentiment degli investitori che preferiscono rimanere nell’attesa di segnali incoraggianti.
Nella sessiopne odierna, nel comparto energetico si e’ assistito ad un nuovo aumento del petrolio, dopo che nella seduta di martedi’ era gia’ avanzato di circa il 3%. I contratti futures con scadenza novembre hanno registrato un rialzo di 59 centesimi a quota $64.12 al barile. Importanti saranno gli aggiornamenti sulle scorte, che saranno comunicati in via straordinaria domani, per la ricorrenza del Columbus Day ad inizio settimana. Le attese degli analisti sono per un aumento dei dati.
A soffrire maggiormente e’ stato il comparto tecnologico, che ha subito un altro duro colpo gia’ dalle prime ore della mattinata, sulla scia delle deludenti trimestrali communicate da Apple Computer e Advanced Micro. Nell’after hours di martedi’, il colosso informatico, noto per il popolare iPod, nel quarto trimestre ha riportato si’ un aumento degli utili, ma anche una riduzione dei ricavi che ha affondato il titolo di circa il 10% nei minuti successivi alla comunicazione. Per quanto riguarda la societa’ di chip, invece, l’EPS e’ risultato superiore di un centesimo rispetto al consensus, ma alcune preoccupazioni sul prossimo anno fiscale hanno inficiato pesantemente sulla performance borsistica.
Restando nel settore hi-tech, Intel, il colosso dei semiconduttori, ha subito una flessione di circa l’1.5%, dopo aver ricevuto un downgrade da parte degli analisti di Prudential, secondo cui nel 2006 sulla societa’ peseranno numerosi fattori negativi, tra cui una riduzione dei margini e un crescente deprezzamento.
All’interno del Dow Jones hanno registrato i maggiori ribassi, oltre alla gia’ citata Intel, anche American Express, Walt Disney e McDonald’s. Le migliori performance sono state quelle di Boeing, Johnson & Johnson e Pfizer. Quest’ultima ha beneficitao degli sviluppi positivi su un contenzioso legale relativo alla violazione del brevetto sul Lipitor.
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Sugli altri mercati, l’euro ha recuperato sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.2034. In ribasso l’oro. Dopo essersi avvicinato ai massimi di 18 anni a quota $482.20, il future con scadenza dicembre ha chiuso in calo di $3.20 a quota $476.60 all’oncia. In ribasso, infine, anche i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.45%, dal 4.40% di martedi’.