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WALL STREET: IL NASDAQ PROVA A LIMITARE LE PERDITE

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Giunti al giro di boa a Wall Street, l’incertezza relativa agli utili aziendali continua a dominare il mercato. Il Dow rimane in preda alla volatilita’ e oscilla di poco sotto la parita’.

Il Nasdaq, dopo aver toccato il minimo della seduta a quota 1.902,22, pur rimanendo in territorio negativo, si sta riprendendo lentamente, tornando sui livelli di inizio seduta.

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Sul tabellone elettronico continua a pesare la pessima performance del comparto dei semiconduttori, colpito questa mattina dai giudizi negativi degli analisti di Morgan Stanley Dean Witter e Merrill Lynch.

L’analista di Morgan Stanley, Mark Edelstone, ha ridotto le proprie stime di crescita relative al 2001 per il gigante dei microprocessori Intel (INTC – Nasdaq).

Secondo Edelstone, la decisione di Intel, arrivata nel weekend, di abbassare i prezzi di listino del nuovo microchip Pentium 4, non dovrebbe essere sufficiente a far decollare le vendite per l’anno in corso.

Allo stesso tempo, l’analista tecnico di Merrill Lynch, Richard Bernstein, ha fatto sapere, in una nota alla clientela, che “e’ ancora prematuro tornare a comprare titoli del comparto semiconduttori”.

In territorio negativo anche molti titoli del settore infrastrutture di rete, dopo che Juniper Networks (JNPR – Nasdaq) ha rivisto al ribasso le proprie aspettative per l’anno fiscale 2001.

Tra i titoli del settore ‘networking’ si sta distinguendo in negativo anche il titolo Cisco Systems (CSCO – Nasdaq), che perde oltre il 4% e si riavvicina ai minimi delle ultime 52 settimane.

Sul Dow Jones, alla forte perdita di Intel, fa da contrappeso la buona giornata dei titoli ciclici e di quelli del settore farmaceutico.

Male invece Citigroup (C – Nyse), dopo che il colosso bancario Citigroup ha annunciato di avere chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile per azione superiore alle aspettative degli analisti, ma di gran lunga inferiore a quello messo a segno nel primo trimestre del 2000.

Sul fronte macroeconomico, la giornata odierna non offre dati di particolare rilievo, ma la settimana si presenta ricca di appuntamenti.

Dopo i segnali contrastanti giunti giovedi’ scorso, con la frenata dei prezzi alla produzione a cui ha fatto da contraltare una nuova flessione della fiducia dei consumatori, tra martedi’ e venerdi’ gli investitori riceveranno ulteriori indicazioni per capire qual e’ realmente lo stato di salute dell’economia americana e quali potranno essere le prossime mosse della Federal Reserve in materia di politica monetaria.

“I dati in calendario questa settimana – commenta Ken Mayland, presidente di ClearView Economics – dovrebbero dare una spinta al mercato”.

Martedi’ alle 15.15 (le 9.15 a New York) sara’ pubblicato il dato sulla produzione industriale di marzo. Gli analisti di Wall Street prevedono una contrazione della produzione pari allo 0,1%. Se cosi’ fosse, si tratterebbe della migliore performance dell’industria USA degli ultimi sei mesi. Sia in gennaio che in febbraio, la produzione industriale americana era calata dello 0,6%.

“Il dato sulla produzione industriale e’ il piu’ importante di tutto il mese – continua Mayland – ma non credo che, indipendentemente dal quadro che emergera’, assisteremo ad un intervento della Fed prima della riunione del FOMC del prossimo 15 maggio”.

(Il FOMC, Federal Open Market Committee, e’ l’organo della banca centrale americana che decide in materia di politica monetaria, ndr).

Gli economisti sono divisi sui modi e i tempi di una possibile ripresa dell’attivita’ manifatturiera. Secondo David Greenlaw di Morgan Stanley Dean Witter “la crescita registrata nel settore automobilistico potrebbe essere sufficiente per spingere la produzione industriale sopra lo 0,4% in marzo”.

Opposto il parere di Joe Abate di Lehman Brothers, che anzi prevede una flessione dell’attivita’ manifatturiera in marzo dello 0,5%. Secondo Abate, nonostante la produzione di auto si sia confermata in ripresa, quella dei beni non durevoli continua invece ad essere debole. Per questo motivo l’economista di Lehman Bros indica una ripresa della produzione industriale solo a partire nella seconda parte del 2001, ma con una crescita limitata allo 0,5%, a causa della stagnazione degli investimenti delle imprese.

Martedi’ sara’ un giorno importante anche sul fronte dei prezzi. Alle 8.30 (le 14.30 a New York) il dato sui prezzi al consumo (CPI) potrebbe confermare le indicazioni favorevoli giunte nella giornata di giovedi’ dall’indice dei prezzi alla produzione.

L’indice dei prezzi al consumo, secondo le attese degli economisti di Wall Street, dovrebbe crescere dello 0,1% in marzo, con una variazione positiva del ‘core index’ (l’indice depurato delle componenti volatili come trasporti e energia) pari allo 0,2%. Una crescita che porterebbe l’inflazione su base annua al 3%.

Secondo Mayland una riduzione dell’inflazione al 3% avrebbe un effetto positivo sui mercati. “In un contesto di bassa inflazione – aggiunge l’economista – il rapporto prezzo utili delle societa’ e’ infatti solito crescere”.

In calendario per questa settimana anche anche la rilevazione mensile sulla vendita di case nuove (sempre alle 8.30 di martedi’), la bilancia commerciale in febbraio, il Superindice sempre relativo a febbraio, l’indice della Fed di Philadelphia e il saldo di bilancio federale di marzo, entrambi riferiti al mese di marzo.

Tra i principali titoli in movimento a Wall Street:

Nel settore editoriale:

La casa editrice del prestigioso, omonimo quotidiano New York Times Co. (NYT – Nyse) sta perdendo circa il 7,5% dopo che ha fatto sapere che gli utili del primo trimestre si sono attestati a $61,3 milioni, pari a 37 centesimi per azione, in linea con le aspettative del mercato.
(Vedi Utili: New York times in linea con aspettative )

Nel settore finanziario:

Il titolo Citigroup (C – Nyse) sta lasciando piu’ dell’1%. Il colosso bancario ha registrato nel primo trimestre dell’anno una crescita di fatturato pari al 6%, a $21 miliardi, superiore alle aspettative degli analisti. La societa’, una delle trenta blue chip dell’indice Dow Jones, ha raggiunto nel trimestre $3,7 miliardi, pari a 71 centesimi per azione, esclusi gli oneri straordinari. Il consenso degli analisti di Wall Street (First Call/Thomson Financial) era di 70 centesimi per azione.
(Vedi Utili: Citigroup batte aspettative )

Nel settore farmaceutico:

La casa farmaceutica Eli Lilly & Co. (LLY – Nyse) guadagna circa il 2%. Eli Lilly, nota per lo sviluppo e la distribuzione del farmaco antidepressivo Prozac, ha registrato nel primo trimestre utili di $806,8 milioni, pari a 74 centesimi per azione.
(Vedi Utili: Eli Lilly (Prozac) batte le aspettative )

La banca americana First Union (FTU – Nyse)
ha raggiunto un accordo per comprarsi la banca USA Wachovia (WB – Nyse)
per $13 miliardi. La First Union sta perdendo oltre il 4,5%
(Vedi Banche: First Union compra Wachovia )

Nel settore delle infrastrutture di rete:

Il titolo Juniper Networks (JNPR – Nasdaq) sta lasciando il 3,25%. La societa’ attiva nel campo delle infrastrutture di rete ha ridotto le proprie stime di crescita relative a utili e fatturato sull’intero anno fiscale. Per questo motivo la banca d’affari Morgan Stanley ha ridotto il rating sul titolo Juniper da “outperform” a “neutral”.

Nel settore dei produttori di chip:

Il titolo Rambus (RMBS – Nasdaq) sta perdendo il 2,5%. Dopo la chiusura di borsa di giovedi’, la societa’ produttrice di chip ha comunicato di aver chiuso il primo trimestre del 2001 (il suo secondo trimestre fiscale) con un profitto per azione pari a 8 centesimi. Gli analisti prevedevano invece 11 centesimi.

Nel settore della raccolta pubblicita’:

Il titolo Double Click (DCLK – Nasdaq) e’ in ribasso di oltre il 9%. La societa’ leader nel campo della raccolta pubblicitaria online ha annunciato, nella tarda serata di giovedi’, di aver chiuso il primo trimestre con una perdita netta di 8 centesimi per azione, un centesimo meglio delle previsioni degli analisti di Wall Street. I ricavi sono invece aumentati del 4%.