All’indomani del rialzo dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve, sui mercati americani son tornati a prevalere gli acquisti. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.63% a 10472, l’S&P500 l’1.00% a 1214, infine il Nasdaq e’ avanzato dell’1.43% a 2144. Il rialzo giornaliero e’ stato guidato principalmente dal calo del petrolio e da alcune notizie positive dal fronte societario.
Nella seduta di martedi’, la Banca Centrale Americana ha attuato un nuovo aumento del costo del denaro, pari ad un quarto di punto percentuale, portando il tasso sui fed funds al 4%. Si tratta del dodicesimo rialzo consecutivo (il primo della serie fu deciso nel mese di giugno 2004). La Fed ha inoltre annunciato che intendera’ procedere in modo “misurato” sulla via dei cambiamenti alla politica monetaria accomodante, il che lascia presagire ulteriori rialzi dei tassi a breve.
Per Barry Ritholtz, chief market strategist di Maxim Group, il trading di ottobre ha portato gli indici ad un livello di ipervenduto che, alle condizioni attuali, fa ben pensare per un “classico” rally di fine anno. Nel periodo citato, il Dow Jones ha ceduto l’1.2%, il Nasdaq ha perso l1.5% e l’S&P500 e’ sceso dell’1.8%. Le previsioni dell’analista, da qui fino alla fine di dicembre, sono per un rialzo di circa il 10% dell’indice hi-tech, di 500-1000 punti per il Dow Industrials e di un valore finale di 1280 per l’S&P.
In assenza di importanti dati economici in calendario, gli operatori si sono focalizzati principalmente sull’andamento dei prezzi energetici. L’osservato speciale della seduta e’ stato il petrolio, soprattutto in relazione all’aggiornamento settimanale sulle scorte
. L’EIA (Energy Information Administration) ha riportato che nella settimana conclusasi il 28 ottobre le riserve di greggio sono aumentate di 2.7 milioni di barile, contro un consensus che prevedeva un aumento di 2.5 mln di unita’.
Sono risultate superiori alle stime anche le scorte di benzina e distillati. In seguito al rilascio del dato, il contratto futures con scadenza dicembre ha accelerato al ribasso, scendendo sotto la soglia dei $58, per la prima volta da luglio. E’ poi riuscito a recuperare terreno nelle fasi finali di contrattazione, chiudendo in ribasso di 10 centesimi a quota $59.75 al barile, minimo di tre mesi.
Per quanto riguarda il comparto societario, a livello settoriale i maggiori rialzi sono stati registrati nei comparti dei semiconduttori, aereo ed immobiliare. Sotto pressione, invece, i titoli utilities e software. Su questi ultimi hanno particolarmente pesato i deludenti risultati trimestrali di Sun Microsystem, azienda informatica specializzata nella produzione di servers, e Symantec, societa’ leader nello sviluppo di software per la sicurezza online.
In controtendenza, il colosso multimediale Time Warner, che ha riportato una crescita dell’utile netto dell’80% e un aumento dei ricavi del 6%. La societa’ ha anche esteso il piano di riacquisto di azioni proprie a $7.5 miliardi, e annunciato lo sviluppo di nuovi prodotti hi-tech innovativi in partnership con altre cinque aziende tra cui Comcast e Sprint Nextel.
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Tra i titoli del Dow Jones si sono distinti in positivo Du Pont, Intel, Microsoft e Hewlett-Packard. In rosso, invece, General Motors, Johnson & Johnson e la farmaceutica Merck.
Sugli altri mercati, l’euro e’ in rialzo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.2063. In recupero l’oro, dopo tre sedute di ribassi che lo hanno portato ai minimi di sette settimane. Il futures con scadenza dicembre ha chiuso in progresso di $4.00 a quota $464.60 all’oncia. In calo, infine, anche i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.61%, dal 4.57% di martedi’.