New York – Nonostante la prova di seduta opaca Wall Street e’ riuscita a chiudere il primo trimestre con un rialzo di oltre il 5%, il risultato migliore da 13 anni a questa parte e il miglior primo trimestre dal 1998. La striscia di trimestri consecutivi si allunga a tre. Il Dow ha perso lo 0,23% a quota 12.322, il Nasdaq ha guadagnato lo 0,16% in area 2.781, mentre l’S&P 500 ha lasciato sul campo lo 0,17% a 1.326 punti.
I listini hanno oscillato tra il territorio positivo e negativo per gran parte delle ultime due interlocutorie sedute. L’indice delle blue chip pero’ ha guadagnato il 6,4% circa nei primi tre mesi dell’anno, la prova migliore dal 1998, e accumulato 770 punti in piu’ dall’inizio dell’anno.
“La situazione sotto il proflio dell’occupazione sta andando nella giusta direzione e gli investitori scommettono su un bel risultato del rapporto governativo di domani”, dice a Marketwatch Owen Fitzpatrick, numero uno in Usa di Deutsche Bank.
Tra le single componenti del paniere delle 30 societa’ a maggiore capitalizzazione, Intel e American Express hanno perso terreno, mentre 3M e Coca Cola hanno guadagnato quota. L’indice della volatilita’ Vix, misura della paura che aleggia sui mercati, e’ sceso sotto quota 18. I volumi sono stati sottili.
I dati in linea con le attese e la prova poco convincente dei mercati dall’altra parte dell’oceano non hanno favorito i listini americani, che nell’ultima seduta del trimestre hanno pensato a limitare i danni. Ma l’attenzione e’ stata concentrata anche sul settore energetico. I prezzi dell’oro nero sono schizzati sopra i $106,5 al barile in rialzo del 2% e passa. Le forze lealiste al colonnello Gheddafi hanno riconquistato una citta’ portuale chiave per la produzione di petrolio.
Dopo il suono della campanella sono stati comunicati gli aggiornamenti su Chicago PMI e ordini alle fabbriche. I dati sul mercato del lavoro hanno mostrato segnali di miglioramento anche se meno decisi del previsto. Le richieste di sussidio di disoccupazone sono calate di 6 mila unita’ l’ultima settimana, ma la media mobile a un mese e’ salita, anche se non di molto. Gli investitori hanno preferito ad ogni modo tirare i remi in barca nell’ultima seduta del trimestre.
Domani il Dipartimento del Lavoro annuncera’ le cifre relative al rapporto occupazionale, da cui il mercato si aspetta la creazione di 185 mila posti di lavoro e un tasso di disoccupazione invariato all’8,9%.
In Europa intanto si scommette sempre di più su un rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce, dopo i dati preliminari resi noti da Eurostat, che hanno segnalato che in Eurozona il tasso di inflazione si è attestato a marzo al livello record del 2,6%, contro le attese di un 2,4% degli analisti. Da segnalare che anche il ritorno della propensione al rialzo sui mercati scatena gli acquisti sulla moneta unica.
In ambito societario Microsoft ha annunciato l’intenzione di presentare una lamentela alla Commissione Europea per il comportamento tenuto da Google nella ricerca online, criticandone la posizione di monopolio nel settore.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico i contratti del petrolio con scadenza maggio del greggio hanno guadagnato $2,39 a $106,72 il barile, ai massimi dal 2008 e chiudendo il trimestre in rialzo del 17%. Su mese il progresso e’ stato del 10%.
I contratti con scadenza maggio dell’oro segnano un progresso dell’1,1% a $1.424,4 l’oncia dopo aver toccato la quota di $1.439,9 intraday, avvicinandosi ai massimi giornalieri di sempre di $1.448,6 visti il 24 marzo. Il trimestre si chiude con un rialzo dell’1,3%.
Sul fronte valutario l’euro avanza sul dollaro (+0,42%) in area $1,42. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale il 3,454%, in ribasso di 0,1 punti base rispetto alla chiusura di ieri.