L’ultima settimana del secondo trimestre 2002 ha visto gli indici Usa in lieve rialzo rispetto a venerdi’ scorso. Il Dow Jones ha chiuso a quota 9.243,26, guadagnando lo 0,02% su base settimanale; lo S&P500 e’ passato a 989,82, in crescita dello 0,05%. Meglio il Nasdaq, che ha messo a segno un rialzo dell’1,67%, raggiungendo quota 1.463,21.
Le statistiche alla fine della prima meta’ dell’anno sono molto negative: l’ indice hi-tech ha archiviato con il 28 giugno il peggior semestre della sua storia, con un calo di -25% da inizio anno. Il Dow Jones per parte sua ha chiuso il peggior trimestre dal 1970 (-7,7% dall’ 1 gennaio 2002); e lo S&P500 ha perso quest’anno il 13,8%.
L’episodio piu’ importante di questa settimana e’ stato l’annuncio da parte di WorldCom, secondo operatore Usa su lunga distanza, di una delle piu’ grandi frodi fiscali della storia americana.
Quasi $4 miliardi di spese correnti sarebbero stati contabilizzati da WorldCom come investimenti. Senza questi trasferimenti illegali, il gruppo avrebbe chiuso in rosso gli ultimi cinque trimestri.
Nella sessione di mercoledi’ lo scandalo WorldCom ha trascinato gli indici al di sotto dei livelli raggiunti dopo gli attentati dell’11 settembre. Il Presidente Bush ha definito lo scandalo “oltraggioso”, sottolineando pero’ che l’economia americana rimane salda.
Ma nonostante il forte colpo alla fiducia degli investitori, alcuni utili deludenti e la sempre presente minaccia del terrorismo, il mercato azionario sembra non abbia alcuna intenzione di gettare la spugna. A sostenerlo sono intervenuti i dati macroeconomici positivi e la decisione dell’organo di politica monetaria FOMC (Federal Open Market Committee) di lasciare i tassi invariati all’1,75%, al piu’ basso livello da circa quarant’anni.
I mercati azionari:
Le azioni WorldCom (WCOME – Nasdaq), che avevano chiuso la sessione precedente a $0,83, sono crollate a $0,09 sul mercato elettronico Instinet e sono state sospese dal Nasdaq un’ora prima dell’inizio delle contrattazioni. Ricordiamo che nel 1999 le azioni WorldCom valevano piu’ di $60.
Come’era logico aspettarsi, il crollo di WorldCom ha trascinato al ribasso l’intero comparto delle telecomunicazioni (XTC), nonostante a fine settimana le perdite si siano ridimensionate. L’indice di riferimento per il settore telecomunicazioni, l’XTC, ha perso il 5,8% rispetto alla chiusura di venerdi’ scorso. A limitare i danni la tenuta di AT&T (T – Nyse) e Nextel (NXTL – Nasdaq).
Il settore finanziario (DJ_FIN) ha retto relativamente bene (+0,20%) al contraccolpo di WorldCom: le banche sono infatti intervenute a rassicurare gli investitori, sottolineando di non essere particolarmente esposte nei confronti della societa’.
Il settore hardware ha chiuso con l’indice GHA a +0,22% rispetto alla settimana scorsa. Pur penalizzato dalla perdita di Hewlett-Packard (HPQ – Nyse), colpita da un giudizio di Goldman Sachs, il settore ha beneficiato della buona performance di IBM (IBM – Nyse), che e’ riuscito a mettere un freno al declino cominciato da inizio anno.
Positivo il settore dei semiconduttori: il Philadelphia Semiconductor Index (SOX) ha guadagnato quasi il 2%, grazie soprattutto alla nota positiva di Lehman Brothers su Micron Technology (MU – Nyse) e alla crescita di Texas Instruments (TXN – Nyse).
Molto bene il software (GSO), che ha messo a segno un ottimo +4,2%, anche grazie a rumor su risultati trimestrali al di sopra delle stime per Microsoft (MSFT – Nasdaq). Da sottolineare, infine, la prova positiva del settore biotech (BTK) (+3,48%).
Performance settimanale dei listini americani |
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Indici | Settimana del 14/6 | Settimana del 21/6 | Settimana del 28/6 |
S&P500 | -20,26 (-1,97%) | -18,08 (-1,80%) | +0,46 (+0,05%) |
DJIA | -115,46 (-1,20%) | -220,08 (-2,33%) |
+2,21 (+0,02%) |
Nasdaq Comp. |
-30,74 (-2,00%) |
-63,8 (-4,24%) | +24,02 (+1,67%) |
Fonte dati: Ufficio Studi WallStreetItalia |
I numeri sono relativi ai punti persi o guadagnati dai listini nella settimana di riferimento, mentre tra parentesi vengono riportate le performance percentuali.
I dati macroeconomici pubblicati in settimana
- Vendita di case esistenti. Nonostante sia risultato in calo, il dato ha battuto le stime degli analisti e ha fatto registrare la migliore performance di sempre.
- Fiducia Conference Board. Il dato sulla fiducia dei consumatori redatto dal Conference Board ha registrato un calo piuttosto consistente. Gli economisti si sono dichiarati comunque ottimisti: considerando gli avvenimenti negativi degli ultimi 30 giorni (Medioriente, India-Pakistan e debolezza del mercato azionario) la fiducia dei consumatori e’ ancora a livelli buoni.
- Ordini di beni durevoli. Il dato e’ risultato positivo e al di sopra delle aspettative. A determinarne la crescita, l’aumento della domanda di computer e di altri beni di investimento, un buon segno considerando che e’ stata proprio la spesa per gli investimenti a determinare l’ultima recessione.
- Vendita di case nuove. Il dato ha messo a segno un balzo record, ben al di sopra delle stime degli analisti, confermando l’ottimo momento del settore immobiliare.
- PIL-Finale (primo trimestre). L’economia americana nel primo trimestre e’ cresciuta in misura maggiore rispetto a quanto si attendevano gli analisti. Trainata in parte dalla prima crescita in infrastrutture e software dal terzo trimestre 2001, la crescita e’ la piu’ sostenuta da due anni a questa parte.
- Sussidi di disoccupazione. Il mercato del lavoro, di solito l’ultimo a riprendersi dopo un periodo di recessione, inizia a dare segnali positivi. Ad oscurare il dato, tuttavia, e’ intervenuta WorldCom, sul punto di licenziare 17.000 dipendenti.
- Fiducia Michigan- Def.. Il calo, su base mensile, dell’indicatore sulla fiducia dei consumatori e’ stato il piu’ consistente da quello successivo agli attentati terroristici dell’11 settembre. Il dato e’ stato comunque superiore alle attese.
- Reddito personale e Spese al consumo. Nonostante dal report risulti che i consumi per il mese di maggio siano in declino, soprattutto a causa della riduzione nelle vendite di auto, gli analisti non sono particolarmente preoccupati: i dati settimanali sulle vendite nei grandi magazzini nel mese di giugno mostrano che gli americani continuano a spendere. Per quanto riguarda il reddito personale, nel mese di maggio si e’ regisrato un incremento per il sesto mese consecutivo.
- Chicago PMI. Nonostante abbia rallentato la crescita, l’attivita’ manifatturiera si e’ rivelata per il quinto mese consecutivo in espansione. La reazione dei mercati finanziari e’ stata comunque reazione contenuta in quanto il dato e’ risultato in linea con le aspettative.
Le obbligazioni:
Settimana negativa per i Titoli di Stato. Il rendimento sui titoli a 10 anni, dopo aver raggiunto mercoledi’ un livello pari al 4,61%, sulla scia di WorldCom, venerdi’ e’ cresciuto a quota 4,84%.
Ancora una volta a determinarne la performance sono state le vicende del mercato azionario. La tenuta di Wall Street e i buoni dati macroeconomici hanno allentato la corsa verso il reddito fisso.
- Tasso sui Treasury a 5 anni (FVX – CBOE)
- Tasso sui Treasury a 10 anni (TNX – CBOE)
Ulteriore indebolimento per quanto riguarda i corporate bond, che hanno registrato un ampliamento dello spread con i Titoli di Stato. A determinarlo, per la maggior parte, lo scandalo WorldCom, che ha danneggiato in particolare i titoli del settore telecomunicazioni.
A soffrire sono state anche le obbligazioni delle societa’ finanziarie: in particolare Citigroup (C – Nyse) FleetBoston Financial (FBT – Nyse) e altre hanno risentito della elevata esposizione verso il debito del Brasile, principale economia dell’America Latina.
Settimana negativa, infine, per le obbligazioni del settore auto, che continua ad attraversare un periodo difficile. I rumor riguardanti irregolarita’ contabili da parte di General Motors (GM – Nyse) (smentiti dalla societa’) hanno pesato negativamente.
Il mercato valutario
Le turbolenze della settimana borsistica hanno coinvolto anche i mercati valutari, con l’euro sempre piu’ vicino all parità con il dollaro. Per la prima volta da due anni e mezzo la divisa europea ha superato quota $0,99, fino a toccare un massimo di 0,9988.
Interventi incrociati da parte delle banche centrali americana, europea e giapponese hanno allentato la tensione. I nuovi scandali societari, che hanno accresciuto la sfiducia degli investitori nei confronti delle aziende americane, hanno certamente favorito la fuoriuscita di capitali dalle attivita’ denominate in dollari e indebolito il biglietto verde.
Ricordiamo che il 12% delle azioni a Wall Street e il 43% dei Treasury Bond sono detenuti da stranieri. Nel primo trimestre 2002 gli acquisti netti di azioni e obbligazioni americane da parte dei risparmiatori del resto del mondo si sono ridotti da $100 a $70 miliardi. Il trend sembra proseguire.
Le conclusioni
A Wall Street avanza il timore che il caso Enron sia solo la punta di un iceberg di un fenomeno molto piu’ diffuso: gli scandali di Tyco, Imclone, Qwest e WorldCom, per citare i piu’ vistosi, nonche’ i recenti sospetti di ulteriori frodi da parte di Xerox e General Motors, gettano benzina sul fuoco.
Ma quante sono le societa’ che hanno scheletri nell’armadio? E qual e’ la portata dei trucchi contabili ai quali sono ricorse per rendere i titoli piu’ appetibili? Qual e’ l’esposizione bancaria verso queste societa’? E la loro reale solidita’? E quanto distaccati ed imparziali sono i giudizi delle banche d’affari? Sono questi gli interrogativi degli operatori che attendono una risposta convincente.
Per questa settimana le borse americane hanno reagito bene all’impatto WorldCom, ma fino a quando tutto questo potra’ durare? Il gia’ precario rapporto di fiducia tra investitori e aziende si e’ ulteriormente indebolito, e alla lunga potrebbe avere conseguenze negative sul sistema economico. Un numero crescente di investitori abbandona le attivita’ USA per altri mercati: la debolezza del dollaro ne e’ la conseguenza.
La fuoriuscita di capitali dagli USA descrive scenari incerti. Se da un lato il disequilibrio finanziario globale rimane uno dei rischi principali per le borse e la ripresa economica mondiale, dall’altro potrebbe essere per l’Europa la buona occasione per rilanciare la propria economia attraverso l’afflusso di nuovi investimenti.
Negli ultimi 10 anni il mercato americano ha attirato dal resto del mondo una straordinaria quantita’ di risparmio: oltre $2.000 miliardi. Se l’Europa sara’ all’altezza della nuova sfida, il vecchio continente potra’ essere coprotagonista insieme agli Stati Uniti della scena economica mondiale.
Tra i dati macroeconomici della prossima settimana segnaliamo:
- Vendite di Auto, 1 luglio (relativo a giugno)
- ISM (ex NAPM Manifatturiero),1 luglio (relativo a giugno)
- Spese per le costruzioni, 1 luglio (relativo a maggio)
- Ordini alle fabbriche, 3 luglio (relativo a maggio)
- Sussidi di disoccupazione, 3 luglio (relativo alla settimana che si chiude il 29 giugno)
- Scorte di magazzino all’ingrosso, 3 luglio (relativo alla settimana che si chiude il 29 giugno)
- ISM (ex NAPM non manifatturiero), 3 luglio (relativo a giugno)
- Occupazione (Settore non Agricolo) e Disoccupazione %, 5 luglio (relativo a giugno)