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WALL STREET: I PRIMI NOVE MESI SI CHIUDONO IN POSITIVO

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Gli indici americani hanno archiviato la seduta che conclude la settimana e il terzo trimestre in territorio positivo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.15% a 10.568, l’S&P500 lo 0.09% a 1.228, il Nasdaq infine e’ avanzato dello 0.49% a 2.151. Si tratta del primo trimestre dell’anno in cui l’indice industriale e’ in grado di chiudere in positivo (+2.9% rispetto al precedente) e del primo rialzo mensile di settembre dopo ben sette anni. La performance trimestrale del Nasdaq e’ di circa +4.6%, quella dell’S&P 500 e’ vicina al 3%.

Sul Dow e sull’SP500 gli ordini di acquisto sono stati molto contenuti, soprattutto alla luce dei dati economici contrastati comunicati in giornata. Prima del suono della campanella, il Dipartimento del Commercio ha comunicato che nel mese di agosto le spese al consumo negli Stati Uniti sono scese dello 0.5%, segnando il maggiore decremento dal novembre 2001. Il reddito personale e’ calato dello 0.1%. Le attese degli analisti erano rispettivamente per un calo dello 0.2% e un incremento dello 0.3%.

Da notare che il PCE core, l’indice dei prezzi al consumo contenuto in questo rapporto, al netto delle componenti volatili di cibo ed energia, e’ salito all’1.9%. Si tratta di un livello vicino alla soglia di allerta del 2%, al quale la Fed di solito interviene con aumenti dei tassi per contenere le spinte inflazionistiche.

L’opinione piu’ diffusa e’ che il basso livello dei dati sia da imputare ai danni causati dai recenti uragani; il fatto sembra confermare le preoccupazioni di molti investitori relative all’ impatto negativo che Rita e Katrina avranno sui prezzi energetici e sullo sviluppo economico.

E’ risultato inferiore alle attese anche il dato sulla fiducia dei consumatori stilato dall’universita’ del Michigan. L’indicatore si e’ attestato allo stesso livello di 76.9 punti fatto registrare nelle lattura preliminare. Il valore e’ inferiore sia al consensus degli analisti (78) sia alla cifra di agosto pari a 89.1.

Buone notizie sono pero’ arrivate dal settore manifatturiero con il Chicago PMI che ha segnato un rialzo a 60.5 dai 49.2 punti di agosto. Le stime degli economisti erano per un incremento piu’ contenuto a quota 52.

Passando alla cronaca societaria, nel Dow Jones gli acquisti si sono concentrati su Du Pont, Walt Disney, SBC Communications e Procter & Gamble. Quest’ultima ha beneficiato della notizia secondo cui l’acquisizione di Gillette, la societa’ nota per la produzione di rasoi da barba, diverra’ effettiva dalla prossima Domenica. Sono stati colpiti dalle vendite, invece, Exxon Mobil, che ha risentito del calo del greggio, Microsoft, JP Morgan e General Motors.

Tra gli altri titoli, spicca il rialzo di Micron Technology, registrato subito dopo la comunicazione della trimestrale risultata superiore alle previsioni piu’ ottimistiche. Bene anche la societa’ di chip Marvell Technology, che ha dato una spinta al Nasdaq, grazie ai giudizi positivi espressi da alcuni analisti.

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Sugli altri mercati, e’ apparso sotto pressione il petrolio. Il contratto future con scadenza novembre ha ceduto 55 centesimi a quota $66.24 al barile. Sul valutario, l’euro ha perso terreno nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.2015. Da segnalare che nell’arco della settimana, la valuta europea ha toccato un nuovo minimo di due mesi.

In calo l’oro. Il future con scadenza dicembre e’ arretrato di $3.50 a quota $472.30 all’oncia. In calo, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.33% dal 4.30% della seduta precedente.