Gli indici azionari americani hanno archiviato la seduta di borsa in territorio positivo, grazie all’improvvisa impennata nelle ultime ore di scambi. Il Dow Jones ha guadagnato l’1.25% a 10.414, l’S&P500 l’1.50% a 1.195, il tecnologico Nasdaq, infine, e’ avanzato dell’1.71% a 2.091. Diversi i fattori che hanno determinato il recupero degli indici che per l’intera giornata avevano trattato sotto la linea di parita’.
Gli acquisti sono scattati in seguito al rilascio del Beige Book, il rapporto sullo stato dell’economia che precede la riunione del FOMC. Dal documento e’ emerso che nel periodo successivo ai due uragani, l’economia statunitense ha registrato una crescita moderata. Si sono distinti in particular modo per la buona performance i settori manifatturiero, minerario e dei servizi finanziari. Nei vari distretti si e’pero’ assistito ad un incremento delle presioni inflazionistiche, e alcuni esponenti della Fed hanno garantito la massima vigilanza sui rischi che l’economia potrebbe correre.
Secondo alcuni esperti, il rialzo dei listini sarebbe da attribuire anche alla mancata reazione, alle parole contenute nel rapporto, del mercato obbligazionario: il fatto lascia intendere che gli operatori sono fiduciosi sulle capacita’ della Banca Centrale di contenere l’inflazione.
Notizie positive sono arrivate anche dal comparto energetico, con il petrolio sceso sotto i $63. A seguito della comunicazione del dato settimanale sulle scorte, rivelatosi superiore alle stime, il contratto future con scadenza novembre ha accelerato al ribasso per chiudere a quota $62.41 al barile, in calo di 79 centesimi. A contribuire all’abbassamento delle quotazioni sono stati anche gli ultimi aggiornamenti sull’uragano Wilma che, nonostante abbia raggiunto la massima potenza, sembra essere orientato in aree lontane dal Golfo del Messico dove, ricordiamo, sono dislocate numerose piattaforme di lavorazione ed estrazione di greggio.
Per quanto riguarda la cronaca societaria, continuano a rimanere sotto osservazione gli sviluppi sugli utili trimestrali. Fino a questo momento, la gran parte delle aziende ha battuto le stime degli analisti e tra le societa’ che hanno ultimamente comunicato i risultati, si sono distinte in positivo Motorola, Yahoo!, Bank of America e JP Morgan. Si sono rivelati superiori alle stime anche i numeri del colosso dei chip Intel, ma il povero outlook offerto sui ricavi del prossimo trimestre ha trascinato al ribasso il titolo e l’intero comparto dei semiconduttori.
Oltre a JP Morgan, hanno realizzato le migliori performance all’interno del Dow Jones anche McDonald’s, Home Depot, United Tech e Microsoft. La peggiore prova e’ stata offerta dalla conglomerata industriale Honeywell che ha deluso sugli utili: il titolo e’ arrivato a perdere oltre l’8%, scendendo ai minimi di un anno.
I dati economici in calendario, relativi al settore immobiliare, si sono rivelati migliori delle stime degli analisti. In particolare, nel mese di settembre, i nuovi cantieri edili negli Stati Uniti sono cresciuti del 3.4% a un valore annualizzato e destagionalizzato di 2.108 milioni di unita’. Gli economisti si attendevano in media un valore di 1.975 milioni di unita’. Le licenze di costruzione sono aumentate del 2.4% a 2.189 milioni di unita’, livello piu’ alto degli ultimi 32 anni.
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Sugli altri mercati, l’euro ha recuperato terreno sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.1998. In netto calo l’oro. Il future con scadenza dicembre ha chiuso in ribasso di $8.80 a quota $465.80 all’oncia. In leggero rialzo, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.46%, dal 4.47% di martedi’.
Una curiosita’ storica: il 19 ottobre del 1987 (oggi noto come “Lunedi’ Nero”), il mercato azionario assisteva al crollo di Wall Street: in quell giorno il Dow Jones perse il 22.6%, il Nasdaq l’11%.