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WALL STREET: GRAN RIMBALZO, SHORT NELL’ ANGOLO

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Dopo lo scivolone di ieri, il peggiore da tre settimane a questa parte, Wall Street rimbalza (anche grazie potenti flussi dovuti alle ricoperture di short spiazzati) e recupera quasi del tutto le perdite: il Dow Jones chiude in rialzo dell’1,90% (a 13.289,29 punti), il Nasdaq balza del 2,50% (a quota 2.563,16), mentre lo Standard & Poor’s 500 si attesta a 1.463,76 punti (+2,19%).

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Molti trader e operatori sottolineano il fatto che diversi titoli sono scesi in Borsa a tal punto da essere ora offerti a ‘sconto’, diventando un’ottima opportunità d’investimento.

La tregua nel bel mezzo della tempesta subprime, insomma, c’è stata, mentre tutti gli occhi sono puntati su Jacson Hole, la località degli Stati Uniti dove il presidente della Federal Reserve, che anche mercoledì ha immesso 5,25 miliardi di dollari di liquidità nel sistema interbancario, terrà un mai tanto atteso discorso annuale. Il mercato, ormai da qualche giorno, sa comunque che la Fed «è pronta ad agire secondo le necessità», come ha scritto lo stesso Bernanke in una lettera al senatore democratico Chrles Schumer.

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TANTO RUMORE PER NULLA

A trainare i rialzi sono innanzitutto i titoli tecnologici, da Hewlett-Packard (+3,28% a 48,42 dollari) a Ibm (+2,29% a 114,57 dollari) fino a Microsoft (+2,36% a 28,59 dollari). In prima fila c’é Apple, che guadagna il 5,72% (a 134,08 dollari) con le indiscrezioni secondo cui il gruppo californiano sta per presentare (il 5 settembre) a San Francisco nuovi modelli di iPod, giusto in tempo per il Natale.

Ad alimentare le voci c’é il biglietto d’invito della società di Cupertino che raffigura una persona che balla alla musica dell’iPod. Goldman Sachs, non a caso, si è affrettata a suggerire di comprare le azioni Apple, in vista di un probabile rinnovo dell’intera linea degli iPod. Gli acquisti hanno appena sfiorato i titoli bancari, i grandi protagonisti del crollo di ieri sui quali, viste le incertezze sul mercato del credito, continua a prevalere una generale prudenza. Citigroup, tuttavia, sale dell’1,76% (a 46,95 dollari) e American Express guadagna l’1,38% (a 58,14 dollari).

Una società strettamente collegata al comparto immobiliare come Home Depot balza del 4,28% (a 36,55 dollari). C’é poi il fronte energetico dietro i rialzi di Borsa, con il comparto trascinato verso l’alto da Exxon Mobil (+2,69% a 85,23 dollari), che recupera il terreno perduto nei giorni scorsi, e ConocoPhillips (+3,76% a 81,77 dollari), grazie all’aumento del 2% delle quotazioni internazionali del petrolio. A far salire il greggio ci hanno pensato i dati sulle scorte statunitensi, scese più del previsto.

Il mercato continua comunque ad attendere una schiarita sul fronte della crisi dei mutui e del possibile contagio ad altri settori del credito, che non è alle spalle: l’hedge fund Cheyne Capital Management, un fondo speculativo londinese, potrebbe dover liquidare attività a garanzia di debiti ‘commercial paper’ e sembra confermare che la febbre partita dai mutui ad alto rischio d’insolvenza sta toccando altri settori del credito.