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WALL STREET: GRAN BEL RALLY DEL DOW JONES

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Ancora una giornata ottima per Wall Street, con una doppietta positiva che fatto da volano al rialzo: effetto Bush e calo del greggio (-4%), malgrado l’annuncio di dati congiunturali contrastanti.

Al termine degli scambi l’indice Dow Jones è avanzato dell’1,75% a 10.314,76 punti – propulsore il titolo Altria (MO), in crescita di oltre l’8% – mentre lo S&P 500 è salito dell’1,62% a 1.161,67 (a un passo dal massimo intraday del 2004 di quota 1163.09) infine il Nasdaq Composite e’ cresciuto dello 0,96% a 2.023,63 punti.

La vittoria di Bush ha favorito settori come energia, difesa, sanita’; mentre il calo dei prezzi petroliferi ha aiutato i comparti vendite al dettaglio, tecnologici, e largo consumo.

I fondamentali del mercato sono molto buoni, con il volume in netto rialzo: 1.8 miliardi di azioni passate di mano al New York Stock Exchange.

Tutti e tre gli indici sostanzialmente incuranti sia del calo delle richieste di sussidi disoccupazione (scese di 19.000 unità a quota 332.000), sia della frenata della produttività del lavoro negli Stati Uniti, attestatasi nel terzo trimestre dell’anno all’1,9%: il minor incremento da circa due anni.

A sostenere i listini – nonostante il quadro congiunturale non brillantissimo – ci ha pensato la conferenza stampa tenuta dallo stesso presidente Bush, il quale ha annunciato, innanzi alla platea televisiva americana, di volere procedere ad un dimezzamento del disavanzo pubblico (pari a 413 miliardi di dollari nel 2004) in cinque anni e alla conferma degli ingenti tagli fiscali apportati negli scorsi anni. Considerazioni gradite agli investitori, i quali hanno fatto correre il mercato – senza esitazioni – anche nella seduta odierna.

L’altro elemento che ha fatto da catalizzatore al rialzo degli indici Usa, e’ stato il tonfo del 4% per il greggio al mercato di New York. I futures sull’oro nero chiudono infatti in calo del 4%, a 48,85 dollari a barile. Dopo la parentesi dell’elezione presidenziale Usa, con la vittoria di Bush che ha ridato smalto ieri ai prezzi (+2%), gli operatori sono tornati a soffermarsi sui dati in incremento, da sei settimane, delle scorte Usa, in un momento in cui oltretutto si hanno segnali di rallentamento della crescita economica mondiale e i Paesi produttori riuniti nell’Opec aumentano la produzione.

Tornando alla borsa, tra i singoli titoli, oltre alla caduta del produttore di chip Qualcomm (-4,5%), colpito da un abbassamento delle stime sugli utili per il 2005, bene si sono comportati i settori dela grande distribuzione e quello telefonico trascinati,rispettivamente, da Wal-Mart (+3,2% grazie a vendite avanzate in ottobre del 2,8%) e da Mci (+2,9%), la ex Worldcom, la quale ha sì comunicato una trimestrale in pesante rosso a causa di svalutazioni per 3,5 miliardi di dollari, ma ha anche reso noto che senza questi oneri l’utile sarebbe stato di 16 centesimi per azione, ovvero largamente sopra le attese di Wall Street.

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Come si diceva all’inizio, ha contribuito in buona parte al forte impeto rialzista del DJIA il titolo di Altria (MO), che controlla tra l’altro Philip Morris Usa e Kraft Foods, volato dell’8,46%, a $54,23. L’azione della conglomerata è stata spinta dell’annuncio dell’amministratore delegato Louis Camilleri di una possibile scissione in due o tre divisioni indipendenti. La scissione sarebbe operata, ha spiegato il Ceo, al fine di massimizzare il valore azionario.

Altri titoli del Dow in denaro: Procter & Gamble (PG), Hewlett-Packard (HPQ) e Wal-Mart (WMT) tutti in rialzo circa del 3%.

Ancora tra le aziende in territorio positivo si segnalano la tecnologica Taser (+13,2%) e la Internet Company eBay (+1,6%), nonostante i prezzi stellari (sopra i $100), mentre difficile è apparsa la giornata della casa farmaceutica Pfizer, scesa dell’1,3% in seguito alle indiscrezioni di stampa che vogliono il farmaco antidolorifico Celebrex – della stessa famiglia del Vioxx prodotto da Merck e recentemente ritirato dal mercato per controindicazioni all’apparato cardiocircolatorio – tra i fattori responsabili di 14 decessi.

Al termine della giornata dicontrattazioni sul mercato valutario di New York, l’euro ha toccato quota 1,2872, molto vicino al massimo storico, in rialzo rispetto al fixing di ieri, quando si era attestato a 1,2823.