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WALL STREET: GM DIVENTA JUNK E CONDIZIONA I LISTINI

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Dopo quattro sedute consecutive di rialzi, gli indici azionari americani hanno terminato la giornata in territorio negativo. A determinare l’inversione di marcia e’ stata la bocciatura a “junk” (spazzatura) del rating sul debito delle case automobilistiche General Motors e Ford da parte di Standard&Poor’s. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.43% a 10340, l’S&P500 lo 0.26% a 1172, il Nasdaq ha chiuso invariato a 1961.

Nella nota diffusa oggi, l’agenzia di rating S&P ha giustificato la decisione sostenendo che le strategie operative attuate dai gruppi automobilistici potrebbero risultare inefficienti ai fini della risoluzione dei grossi problemi competitivi che li affliggono. Relativamente a General Motors, il downgrade e’ arrivato all’indomani dell’ottima performance del titolo (+18%) scaturita dalla proposta del miliardario Kirk Kerkorian di raddoppiare la quota di partecipazione nel gruppo. Nella seduta odierna, il titolo ha chiuso con una perdita di oltre il 5%.

GM si trova quindi in una fase molto difficile, caratterizzata da mesi di vendite deboli, dalla riduzione della quota di mercato, dal pesante calo del titolo (ai minimi di 12 anni) e dall’impennata dei rendimenti sui relativi bond ai massimi degli ultimi due anni. La decisione di Standard&Poor’s complica la situazione finanziaria del gruppo, che sara’ soggetto ad un aumento dei costi gestionali e a cospicue spese per l’ottenimento di prestiti.

Notizie contrastate sono giunte dal fronte economico. Nel primo trimestre 2005 la produttivita’
delle aziende americane e’ salita del 2.6% contro l’aumento dell’1.8% atteso dagli economisti. Peggiori delle stime i dati sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione: nella settimana conclusasi il 30 aprile, il dato ha registrato un incremento di 11 mila unita’ a 333 mila. Il consensus di mercato era per un aumento piu’ contenuto, a quota 324 mila.

Cresce ora l’attesa per la comunicazione del rapporto sull’occupazione, in calendario venerdi’. Per il mese di aprile, le stime degli economisti sono per un aumento degli occupati di 170 mila unita’, contro le 110 mila registrate nel mese precedente. Relativamente all’andamento dei singoli titoli, oltre al gia’ citato calo di General Motors, segnaliano, tra le altre blue chip, la performance negativa di IBM: il colosso informatico ha annunciato un piano di ristrutturazione che prevede spese per $1.7 milardi e la riduzione di 13.000 posti di lavoro, prevalentemente in Europa.

Male anche la farmaceutica Merck che ha ceduto quasi l’1% in seguito all’avvicendamento del CEO. Negativo poi l’andamento di General Electric. La conglomerata industriale ha concordato la vendita della divisione “self storage” alla joint venture costituita da Extra Space Storage e Prudential Real Estate Investors. L’ affare dovrebbe aggirarsi intorno ai $2.3 milardi da pagarsi in cash. Si sono distinti in positivo, invece, Exxon Mobil, Intel e Caterpillar..

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Per quanto riguarda gli utili societari, oramai alla fine della stagione, MCI ha riportato una lieve perdita nel primo trimestre 2005. Il titolo ha comunque chiuso la seduta in territorio positivo. Ricordiamo che in settimana il board del gruppo telecom ha di nuovo accettato la proposta di acquisizione di Verizon per $8.5 miliardi preferendola a quella di Qwest.

Sugli altri mercati, in rialzo il prezzo del greggio. Dopo essere sceso, in settimana, al di sotto dei $50 al barile, l’oro nero ha recuperato terreno portandosi di nuovo sopra l’importante soglia psicologica. Il contratto future con scadenza giugno ha chiuso la sessione in rialzo di 70 centesimi a $50.83.

L’euro
e’ in rialzo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.2954. In leggero aumento l’oro. Il future con scadenza giugno ha guadagnato $0.70 a $430.70 all’oncia. In progresso, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.15% dal 4.18% di mercoledi’.