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WALL STREET: GLI INDICI CALANO AI MINIMI DELL’ANNO

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Il costo del petrolio alle stelle e gli sviluppi della vicenda irachena hanno segnato in negativo la prima seduta della settimana sulla Borsa di New York, affossando gli indici ai nuovi minimi assoluti del 2004. Al termine degli scambi, l’indice Dow Jones e’ piombato abbondantemente sotto la soglia psicologica dei 10 mila punti perdendo l’1,06% a quota 9.906,91, lo S&P 500 e’ arretrato dell’1,06% a 1.084,07 punti e il Nasdaq ha lasciato sul terreno l’1,45% a 1.876,64 punti.

Volume molto leggero sul mercato Usa e molto poco entusiasmo tra i trader, che sembrano svogliati, sfiduciati e rinunciatari (quelli che non operano al ribasso). Circa 1,4 miliardi i titoli passati di mano al New York Stock Exchange, dove le azioni in calo sono state il doppio di quelle in rialzo. Stessa musica sul Nasdaq, con poco piu’ di 1,5 miliardi di titoli scambiati, e cali tripli rispetto ai rialzi.

Sul fronte tecnico l’unica soddisfazione di chi segue indici e grafici e’ che il benchmark S&P 500 e’ stato in grado di rimanere al di sopra della media mobile a 200 giorni, fissata a quota 1078. E’ un bastione che per i rialzisti e’ quasi obbligatorio regga, mentre gli short non aspettano altro che aumentare le munizioni, nel caso quella quota fosse sfondata al ribasso.

[Per i livelli tecnici di supporto degli indici DJIA, S&P500 e Composite, controllare la rubrica Target News, una delle 12 sezioni in tempo reale riservate agli abbonati a INSIDER. Se non sei gia’ abbonato, utilizza il link INSIDER]

Certo la borsa e’ schiava delle news “politiche” di tipo “fondamentale” in questi giorni (il che taglia spesso le gambe e le strategie ai graficisti). Con l’acuirsi delle violenze in Medio Oriente, gli investitori hanno adottato infatti una linea decisamente piu’ difensiva. Lunedi’ hanno pesato, in particolare, le notizie sull’uccisione di Izzedin Salim, presidente del consiglio di governo iracheno, e gli attentati terroristici presso una filiale del gruppo finanziario HSBC in Turchia.

L’aggravarsi dello scenario internazionale continua inoltre ad alimentare la corsa dei prezzi del greggio, un ulteriore elemento di preoccupazione sulle prospettive dell’azionario. Il future con scadenza giugno si e’ spinto al NYMEX di New York a un nuovo massimo di $41.85, per poi ripiegare poco sopra i $41 al barile.

Le speranze del mercato sono ora concentrate sulla decisione dell’Opec di incrementare i livelli di offerta. Gli analisti temono che il rincaro dell’oro nero, con le probabili conseguenze su inflazione e tassi d’interesse, possa avere pesanti ripercussioni sulla ripresa economica globale.

L’umore degli operatori e’ stato condizionato – per chi aveva diversificato sui mercati emergenti – anche dalle notizie provenienti dall’India. La borsa di Bombay ha chiuso in forte ribasso, raggiungendo un minimo a –16% nel corso dell’intraday. Gli operatori temono che il nuovo governo guidato da Sonia Ghandi possa rallentare il processo di privatizzazione delle societa’ pubbliche.

Non incoraggiano all’ottimismo neppure i dati dal fronte interno Usa. Nel mese di maggio il New York Empire State Index, l’indicatore che misura l’andamento dell’attivita’ manifatturiera Usa, e’ sceso a quota 30.21 dai 34.03 punti di parile. Il dato e’ inferiore al consensus degli analisti, che stimavano un valore di 34.

Sugli altri mercati, il dollaro perde terreno contro l’euro: il cambio tra le due valute dopo la chiusura di Wall Street e’ a quota $1.2014. Dalla debolezza del biglietto verde trae beneficio l’oro, che guadagna $2.50 a $379.2 all’oncia. Sono in progresso, infine, i
titoli di Stato, con il rendimento del Treasury a 10 anni sceso oggi notevolemente rispetto ai picchi della scorsa settimana, a quota 4.70%.

Stretta tra le tensioni geopolitiche divenute sempre più pressanti e i costi energetici – senza contare, all’orizzonte, l’ipotesi di una stretta monetaria a breve – Wall Street non è riuscita a mostrare spunti positivi. Cio’ ha avuto conseguenze soprattutto sui titoli legati al settore trasporti e in particolare le compagnie aeree.

Male è andata per esempio Continental Airlines (in calo del 4,8%) seguita al ribasso da Delta Airlines, regredita del’1,2% e America Airlines scesa del 4,2%. Fuori dal settore aereo, debole anche la produttrice di fibre ottiche Lucent Technologies, calata del 5,1% dopo che la Sec, l’organo di vigilanza della Borsa statunitense, ha aperto una causa legale di natura civile verso nove dipendenti. L’azienda, che ha acconsentito a pagare una penale di $25 milioni, ha trascinato con sé al ribasso anche la rivale Nortel Networks (-8,9%).

[Vedi decine di azioni in movimento – anche in rialzo – segnalate da WSI nella rubrica Titoli Caldi, una delle 12 sezioni in tempo reale riservate agli abbonati a INSIDER. Se non sei gia’ abbonato, utilizza il link INSIDER]

In difficoltà, sul fronte tecnologico Oracle (-2%) e PeopleSoft (-4,4%) dopo che la prima ha annunciato d’avere ridotto del 19% il prezzo dell’offerta ostile sulla rivale, oltre a Microsoft arretrata del 2,5%. Negativa anche la produttrice di giocattoli Toys ‘R’ Us (calata dell’1,6% dopo aver reso note vendite nel primo trimestre inferiori alle attese) mentre hanno registrato timidi rialzi le farmaceutiche J&J (+0,2%) e Merck (+0,4%).

Vendite infine su molte small e medium cap dei settori: software, semiconduttori, compagnie aeree, biotech, Internet e retail. Gli unici settori in progresso: oro e servizi petroliferi.