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Wall Street giu’: svanisce entusiasmo sul piano di aiuti spagnolo

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New York – Indici azionari Usa aprono in rialzo, per poi cedere alla volatilità e all’incertezza e scegliere alla fine la via dei ribassi. Treasury a 10 anni tornano a salire, rendimenti in calo all’1,58%.

In chiusura il Dow Jones cede -142,97 punti (-1,14%) a quota 12.411,23 punti, mentre il Nasdaq è in calo -48,69 punti (-1,70%) a 2.809,73. Male anche lo S&P500, con -16,73 punti (-1,26%) a 1.308,93.

L’accordo per gli aiuti alle banche spagnole lascia il tempo che trova. C’è molta incertezza sull’efficacia di questo piano, che secondo i guru di mercato non funzionerà.

D’altronde, si tratta di aggiungere altro debito a quello già esistente. “L’entusiasmo iniziale per la notizia è smorzato dalla consapevolezza che il debito sovrano della Spagna è destinato a crescere – ha commentato Peter Boockvar, strategist dell’azionario presso la boutique finanziaria Miller Tabak – Niente è gratis ovviamente, specialmente nel breve termine, visto che non si può stampare propria moneta”. Inoltre, a questo punto si teme che anche l’Italia sarà costretta a bussare alla porta dell’Ue, come hanno fatto non solo la Spagna, ma anche gli altri quattro paesi Piigs, ovvero Grecia, Portogallo e Irlanda.

Con un rapporto debito Pil secondo solo a quello della Grecia nell’Eurozona, l’Italia rischia infatti di essere la prossima pedina di un piano di aiuti che però l’Europa potrebbe difficilmente permettersi. In aggiunta, gli aiuti alle banche potrebbero essere il preludio a un piano di salvataggio spagnolo più ampio. Ma ancora più importante, le elezioni in Grecia a breve rischiano di vanificare tutti gli sforzi.

Euro scende dai massimi delle ultime due settimane oltre quota $1,26 testati in mattinata e buca la soglia psicologica, attestandosi a $1,2492 e l’iniziale entusiasmo delle borse europee viene interamente spazzato via.

Sono ancora le notizie in arrivo dall’Europa, relative al problema dei debiti sovrani, a guidare l’andamento dell’indice S&P500. Dal 29 aprile 2011 al 3 ottobre il listino ha perso oltre -19%, per poi recuperare +29% ad aprile 2012 (massimi da quattro anni) e infine cedere -6,6% nelle ultime settimane, stando ai dati riportati da Bloomberg.

Duro il giudizio di Matt McCormick, gestore presso Bahl & Gaynor a Cincinnati. “Questo accordo (sulle banche spagnole) è un altro cerotto. Qualsiasi rialzo che si riuscirà a ottenere non sarà sostenibile. Molti investitori stanno interpretando l’accordo con scetticismo. Il problema non sarà risolto in questo modo: questa non è una soluzione e i mercati conoscono la differenza. Aspettatevi un aumento della volatilità, non una sua diminuzione”.

Tra i singoli titoli, General Electric annuncia investimenti in infrastrutture per $900 milioni in Turchia nei prossimi tre anni, secondo quanto reso noto da John Rice, vice-chairman del reparto crescita e attività operativa.

Il direttore di Vestas, il più grande produttore di turbine eoliche, è convinto che il mercato americano di tali prodotti dovrebbe subire una contrazione -80% quest’anno, con la fine di una serie di incentivi fiscali.

Boeing stima di ricevere ordinazioni totali pari a 1.000 aerei 737 MAX entro fine anno e difendere così la metà della quota di mercato con il rivale Airbus.

Tra i tecnologici Nvidia dimezza i guadagni con +1,16%, dopo il +3% successivo alla decisione di UBS di rivedere al rialzo il rating sul titolo da neutral a buy, citando il potenziale di crescita del produttore di chip sia nel settore dei consumatori che in quello corporate. Male Apple -1,58%. Dietrofront per i semiconduttori in generale, per il Philadelphia Semiconductor Index, dopo un balzo superiore a +1%.

In ambito finanziario, Morgan Stanley negativa con -2,48%; JP Morgan -2,55%, American Express -1,36%, Bank of America -3,70%. Riguardo a JP Morgan, arriva la notizia della decisione dell’amministratore delegato Jamie Dimon di presentarsi a un’audizione al Congresso Usa questa settimana, per dare una spiegazione delle perdite di trading ammontate a 2 miliardi di dollari. Dalla scoperta di tali perdite, avvenuta lo scorso 10 maggio, il valore di mercato della banca Usa è sceso di ben 27 miliardi di dollari.

Dal fronte economico degli Stati Uniti, non sono attesi dati di rilievo.

In ambito valutario, l’euro accelera al ribasso sul dollaro a $1,2465. La moneta unica cede contro lo yen a JPY 99,96. Dollaro/yen a JPY 79,38.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio virano a quota $82,70 al barile, mentre le quotazioni dell’oro a $1.596,80 l’oncia.