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WALL STREET GIU’ CON ENERGETICI E FINANZIARI

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Wall Street ha esteso le perdite della scorsa settimana, indebolita dalle brutte performance dei comparti energetico e finanziario e dalle prospettive deludenti sui prossimi risultati societari. Il Dow Jones ha ceduto l’1.46% a 8474, l’S&P500 il 2.26% a 870, il Nasdaq e’ arretrato del 2.09% a 1538.

Gli operatori sono in attesa della nuova tornata di utili aziendali che, stando alle stime, dovrebbero risultare nella maggior parte dei casi piu’ deboli del consensus, alla luce di quanto annunciato negli ultimi giorni da societa’ di rilievo come Alcoa, Intel e Time Warner. Proprio il colosso dell’alluminio diffondera’ i risultati subito dopo la chiusura delle borse, con il titolo particolarmente debole nell’arco delle contrattazioni dopo che Deutsche Bank ha tagliato il rating sull’azienda affermando che la significativa riduzione della produzione causera’ considerevoli perdite nel breve termine.

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“Si intravede una certa delusione tra gli operatori circa le prospettive del recupero economico” afferma Ken Tower, market strategist di Quantitative Analysis Services. “Gli utili societari difficilmente rispetteranno le attese e le aziende stanno continuando a rivedere al ribasso le stime su profitti e ricavi”.

L’intero comparto finanziario e’ stato preso di mira dai ribassisti nell’arco della seduta, trascinato al ribasso dai cali di Citigroup (-17%) e Bank of America (-12%). Per entrambe le societa’ sono state stimate forti perdite nel quarto trimestre fiscale. Citigroup e Morgan Stanley dovrebbero raggiungere un accordo entro la meta’ della settimana sulla merger delle operazioni di brokeraggio. Secondo quanto riportato dal Financial Times, Citi potrebbe ricevere $2.7 miliardi in cambio di una quota pari al 51% di Smith Barney.

Gli investitori hanno anche digerito le ultime (cattive) notizie giunte dal settore dell’auto secondo cui General Motors potrebbe richiedere al Congresso una somma superiore a quella di $13.4 miliardi allocata lo scorso mese dal Dipartimento del Tesoro. Il titolo e’ comunque riuscito ad archiviare la seduta con un rialzo di poco superiore ai due punti percentuali.

Nel comparto energetico, Chevron, Exxon Mobil e Occidental Petroleum hanno tutte chiuso in rosso. Il greggio e’ arretrato per la quinta seduta consecutiva, scivolato al di sotto della soglia dei $38 al barile, ai minimi di oltre due settimane. I futures con consegna febbraio hanno chiuso la seduta con un ribasso di $3.24 a $37.59 al barile.

Importanti notizie sono giunte da Washington. Il presidente eletto Obama ha chiesto all’amministrazione Bush di sbloccare, attraverso il consenso del Congresso, i restanti fondi previsti dal piano di salvataggio TARP ($350 miliardi), per velocizzare il processo di rilancio economico in una fase delicata che sembra aggravarsi sempre piu’, come dimostrano gli ultimi dati giunti dal fronte del lavoro. Lo stimolo fiscale previsto da Obama prevede un importnate taglio delle tasse ed ha un costo vicino agli $800 miliardi.

Sugli altri mercati, sul valutario, in ribasso l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di lunedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.33728. In calo l’oro: i futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno ceduto $34.00 a $821.00 l’oncia. In progresso i Titoli di Stato Usa. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 2.3090% dal 2.4070% di venerdi’.