Dopo il debole avvio, i listini americani hanno reagito recuperando terreno e passando in territorio positivo. A meta’ seduta il Dow Jones avanza dello 0.25% a 12518, l’S&P500 dello 0.33% a 1433, il Nasdaq guadagna lo 0.56% a 2472. Le vendite della seduta precedente hanno offerto un attraente punto d’ingresso agli investitori ma manca la convinzione agli acquisti necessaria ad innescare un nuovo rally degli indici.
Al momento non si identificano ulteriori elementi che possano giustificare il cambiamento nell’atteggiamento degli operatori. Mancano i catalizzatori che possano sostenere un’estensione dei recenti rialzi e numerosi fattori sembrano puntare ad una fase di ritracciamento, nel breve termine, dei listini.
A mettere pressione in avvio erano state le ultime indicazioni della Banca Centrale Usa che hanno risvegliato i timori sui rischi inflazionistici e sul conseguente, possibile rialzo dei tassi d’interesse, proprio quando gli investitori avevano iniziato ad apprezzare la possibilita’ di un vicino taglio del costo del denaro. Un campanello d’allarme e’ stato suonato in mattinata anche dalla BCE che ha sottolineato come lo scenario dei prezzi di Eurolandia presenta rischi al rialzo nel medio termine.
Negativi anche i segnali giunti dal fronte macroeconomico. Nel mese di marzo i prezzi all’importazione hanno registrato un rialzo dell’1.7%, nettamente oltre le attese degli economisti pari a +0.8%. Peggiori delle attese anche i numeri sulle richieste di sussidio da parte dei senza lavoro, salite di 19 mila unita’ nell’ultima settimana a quota 342 mila (consensus 320 mila).
Contrastate le indicazioni emerse dal comparto retail. Societa’ come Wal-Mart ([[WMT]]), Dillards ([[DDS]]) e Gap ([[GPS]]) tra le altre, hanno riportato risultati migliori delle previsioni ma la diversa posizione in calendario delle festivita’ pasquali rispetto allo scorso anno potrebbe inficiare sui risultati del mese in corso.
All’interno del Dow Jones i maggiori rialzi sono registrati da Du Pont ([[DD]]), Honeywell ([[HON]]), Merck ([[MRK]]) e Microsoft ([[MSFT]]). In calo AT&T ([[T]]), Alcoa ([[AA]]) e General Motors ([[GM]]). I migliori settori sono quelli ferroviario e biotech, quelli che stanno soffrendo maggiormente sono utilities e fornitura immobiliare.
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Nel comparto energetico, il petrolio sta estendendo i guadagni. Al momento i futures con consegna maggio segnano un progresso di 96 centesimi a $62.97 al barile.
Sul valutario l’euro e’ in progresso sul dollaro a quota 1.3485. In lieve flessione l’oro: i contratti sul metallo prezioso arretrano di $3.00 a $678.70 l’oncia. In leggero rialzo i titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.7320%.