Mercati

Wall Street giù per il terzo giorno. Peggiore chiusura da inizio 2012

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New York – Rimangono chiusi in trincea i listini americani, vittime della peggiore seduta dell’anno e la terza consecutiva in rosso. Sotto pressione anche materie prime ed euro, scivolato in area $1,31.

In chiusura Dow Jones cede -203,66 punti (-1,57%) a 12.759,15, l’S&P500 -20,97 punti (-1,54%) a 1.343,36, mentre il Nasdaq -40,16 (-1,36%) a 2.910,32.

La debolezza e’ diffusa in tutti i settori, ma i titoli legati ai materiali di base sono i piu’ colpiti dalla lettera. Al contrario, i gruppi attivi nelle telecomunicazioni riescono a limitare le perdite.

Wall Street si allinea cosi’ alla performance delle Borse europee e delle Piazze asiatiche, dopo la contrazione registrata dal Pil europeo, che fomenta i timori su un forte rallentamento della crescita economica globale.

“Il sentiment ora dipende piu’ dalle notizie sulla crescita che da quelle sul debito“, secondo quanto riferito ai clienti in una email da Richard Hunter, numero uno dell’azionario britannico per Hargreaves Lansdown. “Dopo un inizio anno molto buono, i mercati fanno fatica a identificare quale sara’ il prossimo catalizzatore positivo che consenta di sfruttare il buon momento” e tenere alto il morale degli operatori.

Eurostat conferma di fatto la stima preliminare per il quarto trimestre dello scorso anno. Si parla di una flessione -0,3% nell’intera Eurozona e nell’Ue a 27 paesi. Pil italiano confermato in calo -0,7%.

A rendere lo scenario più incerto e preoccupante le attese sull’accordo che la Grecia deve stringere con il settore privato. L’intesa prevede uno swap del debito necessario per attivare il secondo pacchetto di aiuti da €130 miliardi ed evitare così un default disordinato imminente. Si teme che non si riesca a raggiungere il numero minimo richiesto.

Per la prima volta da inizio 2012 il mercato Usa mostra dei sell intensi, un segnale che potrebbe trattarsi di qualcosa di più di una semplice correzione di pochi giorni. Il rallentamento atteso dalla crescita economica cinese e la conferma della contrazione in atto in Europa sono e continuo a rimanere i temi fondamentali, considerando anche i rischi associati al caro petrolio.

L’aumento del costo degli energetici rischia di deragliare la ripresa nei paesi industrializzati e di scatenare nuovamente la bestia inflazione nei mercati emergenti, portando dunque alla possibilità di future strette monetarie, e associato ulteriore calo della crescita.

Intanto l’oro scende con forza sotto la soglia di $1.700, aggirandosi in area $1.675 l’oncia.

Tra le storie piu’ interessanti riguardanti i singoli titoli quotati, in netto calo Nutrisystem (-12%) dopo che la società di prodotti dietetici ha annunciato utili per azione annui inferiori alla media delle stime degli analisti.

Dal fronte economico degli Stati Uniti, non sono attesi dati di rilievo.

In ambito valutario, l’euro perde quota nei confronti del dollaro attestandosi al minimo delle ultime due settimane e scende sotto quota $1,32, a $1,3115, cedendo sullo yen a JPY 106,06. Dollaro/yen in calo a JPY 80,87.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio arretrano a quota $104,70 al barile, mentre le quotazioni dell’oro sono in ritirata a $1.672,10 l’oncia.