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WALL STREET FRENA, SI CONCLUDE IL RALLY

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Dopo il potente rally della sessione precedente, innescato dalla decisione della Federal Reserve di lasciare invariati i tassi d’interesse al 5.25% e dall’apertura della Banca Centrale ad un possible taglio del costo del denaro in uno dei prossimi meeting, sui mercati si e’ assistito ad una fase di consolidamento caratterizzata da un trading volatile in un contenuto range. Il Dow Jones e’ avanzato dello 0.12% a 12461, l’S&P500 dello 0.03% a 1434, il Nasdaq ha ceduto lo 0.17% a 2451.

Oltre alla naturale tendenza a realizzare i profitti dopo il forte rally di ieri, a frenare gli acquisti in giornata sono stati anche il profit warning lanciato dal colosso della telefonia mobile Motorola ([[MOT]]) e il forte recupero del greggio.

La societa’ n.2 al mondo per la produzione di telefoni cellulari ha dichiarato che potrebbe riportare una perdita nel primo trimestre a causa delle vendite piu’ deboli del previsto. Il titolo e’ arretrato di quasi il 6%, trascinando al ribasso le azioni [[RFMD]] -5.27%, [[PALM]] -8.48%, [[MFLX]] -2.71%, [[SWKS]] -4.76%, [[FLEX]] -3.35%, [[IRF]] -3.30%. Nokia ([[NOK]]), principale rivale di Motorola, ha invece beneficiate della notizia salendo dello 0.50% circa.

Un altro elemento di preoccupazione e’ stato rappresentato dal forte recupero dei prezzi energetici, con il petrolio tornato a trattare di slancio ben sopra i $60 al barile, in seguito ad un ulteriore calo delle scorte di prodotti distillati e benzina. I futures con consegna maggio hanno archiviato la seduta in rialzo di $2.08 (+3.5%) a $61.60, massimo di due settimane. Nei giorni scorsi alcuni esponenti dell’OPEC hanno fatto sapere di mirare ad un prezzo medio compreso nei prossimi mesi tra i $50 e i $60 al barile.

Contrastati i dati macro diffuse nell’arco della giornata. Le nuove richieste per sussidi di disoccupazione sono diminuite di 4 mila unita’ nell’ultima settimana, a quota 316 mila, minimo livello dallo scorso 3 febbraio. Deludente invece il dato sul Superindice che ha registrato un calo dello 0.5% a febbraio, oltre le aspettative.

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All’interno del Dow Jones, solidi rialzi sono stati registrati da AT&T ([[T]]), 3M ([[MMM]]) e Verizon Communications ([[VZ]]). Bene anche Procter & Gamble ([[PG]]) salito grazie all’upgrade di Bear Stearns che ne ha citato la valutazione, ed Exxon Mobil ([[XOM]]) spinto dalle quotazioni del greggio. I maggiori ribassi sono stati segnati invece dai titoli finanziari che avevano corso nella seduta precedente: American Express ([[AXP]]), Citigroup ([[C]]) e JP Morgan ([[JPM]]).

Tra le societa’ che hanno riportato le trimestrali, ordinativi di vendita per l’azienda del comparto immobiliare KB Home ([[KBH]]), alle prese con un calo dei profitti dell’84% rispetto allo scorso anno, citando future problemi legati alla recenti crisi del comparto dei mutui “subprime”. In controtendenza, nel comparto alimentare, General Mills ([[GIS]]) (leader nella produzione di cereali) che ha diffuse profitti in rialzo del 9%, a livelli migliori delle attese. Subito dopo la chiusra focus sui numeri del colosso di articoli sportive Nike ([[NKE]]) e della societa’ sviluppatrice di computer palmari Palm ([[PALM]]).

Sugli altri mercati, sul valutario l’euro ha ceduto parte dei recenti guadagni rispetto al dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3334. L’oro ha terminato la sessione in rialzo: i contratti con consegna aprile sul metallo prezioso sono avanzati di $4.20 a $664.20 l’oncia. Giu’ i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ risalito al 4.5890% dal 4.518% di mercoledi’.