Wall Street evita il peggio grazie a Obama. Ma e’ un novembre no

di Redazione Wall Street Italia
30 Novembre 2010 22:00

Chiusura fiacca per il mercato che ha oscillato tra i rialzi e i ribassi, in una seduta che in mattinata sembrava molto piu’ compromessa. Si chiude in negativo il mese, il peggiore da agosto. Fattori chiave della giornata, il colpo di scena in politica interna e le problematiche fiscali europee. Obama si dice propenso a raggiungere un compromesso con i Reppubblicani sull’estensione dei tagli fiscali, anche se ancora non e’ stato stretto alcun accordo. Questo ha oscurato i timori per l’intensificarsi della crisi del debito in Europa.

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La seduta si chiude in calo dello 0.61% a 1180.52 punti per l’S&P, dello 0.2% sotti i livelli di inizio novembre. Dopo aver toccato punte al ribasso di 110 punti, il Dow cede lo 0.42% a quota 11006.32, l’1% piu’ in basso rispetto a dove si trovava all’apertura del primo del mese, mentre il Nasdaq perde l’1.06% in area 2498.55, lo 0.4% sotto il livello toccato a fine ottobre.

Caterpillar e Walt Disney hanno invertito rotta nel pomeriggio e hanno guidato il Dow Jones al rialzo. Newmont Mining e Freeport-McMoRan Copper & Gold hanno fatto un bel rally di almento l’1.2% favoriti dal rincaro dei metalli.

Tra i tecnologici, deboli quest’oggi, Google scivola di quasi il 4%, rendendosi involontario protagonista della peggiore seduta da luglio. L’Unione Europea ha avviato le indagini su un presunto abuso di posizione dominante da parte del motore di ricerca. All’interno della sfera tecnologica pesante anche eBay che in questo caso paga il declassamento degli analisti di Piper Jaffray.

Il presidente Barack Obama ha chiesto al segretario del Tesoro Timothy Geithner e al direttore dell’ufficio di bilancio Jack Lew di guidare i negoziati con i Repubblicani al Congresso sull’ipotesi di estendere i tagli fiscali ai piu’ facoltosi dell’era Bush.

“Se Geithner e’ stato scelto per trattare con il Parlamento (diviso a meta’ con la Camera che e’ guidata ora dai Repubblicani e il Senato che e’ rimasto in mano ai Democratici al potere, NdR) significa che il presidente ritiene la questione fiscale di massima importanza”, ha osservato in un’intervista a Bloomberg Keith Wirtz, chief investment officer di Fifth Third Asset Management.

Da quando ha toccato i massimi di due anni lo scorso 5 novembre, il mercato americano ha perso il 3.1%. Il benchmark dell’azionario Usa e’ scivolato martedi’ sotto la media a 50 giorni per la seconda seduta di fila. Il trend non fa ben sperare, con gli analisti tecnici che lo ritengono un segnale della possibilita’ che subisca ulteriori perdite.

Tuttavia l’indice allargato ha cancellato gran parte delle perdite dopo che l’inquilino della Casa Bianca ha detto che “ci dovra’ pur essere un punto di incontro” per risolvere le differenze in materia di tagli fiscali, scaricando poi la responsabilita’ al suo alfiere Geithner. “Tali parole sono giudicate positivamente dal mercato – ha precisato Wirtz – perche’ la questione fiscale e’ stata tra quelle piu’ incerte finora. Se viene risolta, i titoli dovrebbero riuscire a spingeresi in rialzo”.

A meno che pero’ non si aggravi ulteriormente la situazione su un altro fronte fiscale, quello europeo. Per colpa della paura di un contagio della crisi del debito, che ha gia’ costretto Grecia e Irlanda a ricorrere agli aiuti di Ue e FMI, le borse di tutto il mondo erano scivolate sui minimi di quasi due mesi, l’euro sceso sotto $1.30 e i bond di italia e Spagna saliti ai massimi di sempre. Viceversa oro, dollaro e Treasuries, considerati i beni piu’ sicuri a disposizione al momento sui mercati, sono cresciuti di valore.

Azioni, titoli di stato europei e moneta unica sono stati affossati dalla paura che il Portogallo, la Spagna e l’Italia potrebbero fare la fine di Grecia e Irlanda, che ha dovuto fare riscorso chiesto un aiuto da 85 miliardi di euro a Ue e FMI. Secondo Citigroup Portogallo e’ gia’ insolvente, mentre Spagna, Italia e forse Belgio potrebbero esserlo presto.

Ma in generale, il piano di aiuti alla disastrata Irlanda non ha generato sui mercati l’effetto desiderato: si e’ tornati cosi’ alla realta’ dove i timori di un effetto domino sono tutt’altro che dissipati.

Inevitabile la crescita della tensione sui mercati obbligazionari: ai prezzi di mercato attuali il Tesoro spagnolo deve garantire un rendimento del 3% piu’ alto del benchmark tedesco: e’ lo spread maggiore dalla nascita dell’euro. I rendimenti dei bond di tutti i paesi periferici della Ue sono aumentati di molto, con i prezzi in calo sui minimi.

I funzionari Ue hanno ammesso che le economie del blocco divergono fra loro per forza e stabilita’. Lo ha detto al New York Times il Commissario per gli Affari Monetari europei. Stanno seguendo due binari completamente distinti, con la Germania che sta recuperando bene dalla crisi, mentre i paesi piu’ piccoli dell’area periferica fanno fatica a far fronte a debite ingenti e crescita stagnante dell’economia.

Altri funzionari hanno individuato un terzo gruppo – tra cui Francia e Italia – che non e’ messo tanto male e che non ha subito contraccolpi cosi’ gravi dalla recessione, ma che non possono nemmeno vantare la ripresa solida della grande sorella Germania. Alcuni economisti ritengono che tali enormi disparita’ nella zona costringeranno le nazioni ad abbandonare il sistema monetario dell’euro.

I titoli finanziari sono assaliti dai ribassisti, mentre l’euro ha toccato i minimi di seduta a quota $1.2980. La sterlina cala a quota $1.5510. A Londra l’FTSE ha guadagnato lo 0.14%. A livello settoriale cedono quota finanziari ed energetici. La banca Barclays perde il 3%.

A Parigi il CAC cala dello 0.75%, anche in questo caso a pesare sono soprattutto i finanziari. L’istituto francese BNP Paribas lascia sul campo il 4% circa: i titoli hanno bruciato il 12% nelle ultime cinque sedute. Tutti i settori sono in rosso.

In Germania il DAX chiude sostanzialmente piatto. Anche a Francoforte deboli i finanziari e gli industriali. Deboli Commerzbank e Deutsche Post, in scia con l’andamento delle banche in tutta Europa. IT e materiali di base avanzano, evitando perdite maggiori. Da parte loro BMW e Volkswagen hanno offerto quella leadership necessaria per controbilanciare i cali subiti dalle banche. Spagna in calo dello 0.75%, Piazza Affari dell’1.08%, la peggiore d’Europa.

I maggiori ribassi vengono registrati dai titoli del settore bancario e da Enel, Exor, Finmeccanica, Parmalat, Autogrill, FonSai e Atlantia. In rialzo invece Impregilo, Luxotttica, Campari, Eni e Tenaris.

Da segnalare che l’indice Ftse/Mib ha perso ieri il 2.67%, condizionato dall’esito dell’asta del Tesoro, che si è tenuta ieri. L’esito è stato preoccupante, in quanto il premio di rendimento pagato dai Btp italiani decennali rispetto al bund tedesco e’ volato a nuovi massimi almeno dall’introduzione dell’euro, superando i 200 punti base. Ma oggi va anche peggio visto che lo spread Italia-Germania ha toccato in mattinata due record consecutivi, salendo fino a 213 punti.

“A dettare i tempi del mercato e’ la paura di una catastrofe totale dei paesi dell’euro zona, e ora e’ compresa anche l’Italia”, dice a MarketWatch Christian Tegllund Blaabjerg, chief equity strategist di Saxo Bank.

Fino alle 16 italiane non hanno avuto grande impatto i nuovi dati macro americani, per lo piu’ contrastanti. Ma poi l’indice della fiducia dei consumatori di novembre, risultato migliore delle attese, ha iniettato fiducia. L’indice S&P/Case-Shiller ha mostrato un ribasso dei prezzi delle case del 2% nel terzo trimestre, dopo il rialzo del 4.7% dei tre mesi precedenti, mentre il Chicago PMI di novembre e’ risultato piu’ alto del previsto.

In ambito di notizie societarie, sempre in Usa, Kenneth C. Frazier, presidente di Merck, e’ stato nominato nuovo amministratore delegato e presidente, nonche’ membro del CdA, con i cambiamenti che saranno effettivi a partire dal primo gennaio. Frazier prendera’ il posto di Richard T. Clark, Ceo della societa’ dal 2005. Google sotto i riflettori: potrebbe annunciare oggi l’acquisto della societa’ di buoni sconto online Groupon per $6 miliardi. E’ la piu’ grossa acquisizione di Google.

Sugli altri mercati sul valutario sotto pressione l’euro, che è arrivato a scendere al di sotto dell’importante soglia psicologica a quota 1.30 dollari. A questo punto, la curva del cross euro/usd secondo l’analisi tecnica potrebbe toccare il supporto più immediato, individuato in area $1.25 dollari. “Sta cedendo una figura al giorno. Se dovesse andare sotto $1.30, vedra’ presto l’area $1.25”, dice un analista del Forex. Nel tardo pomeriggio scambia a $1.2987 (-1.05%), ai minimi da meta’ settembre.

Sul mercato delle commodities, invece, i futures sul petrolio hanno ceduto l’1.89% a 84.11 dollari al barile. In novembre il greggio ha registrato pero’ un rialzo del 3%. Il derivato con scadenza gennaio dell’oro segna +1.39% a $1385 l’oncia. Progresso del 2.1% nel mese per il metallo prezioso, balzo del 15% dell’argento. Quanto ai Treasury, i prezzi sono saliti, con il rendimento dei titoli di stato Usa a 10 anni in contrazione di 2.5 punti base a quota 2.797%.