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Wall Street estende il rally con difficolta’, S&P tiene i 1.400 punti

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New York – Wall Street debole, con gli investitori intimoriti dall’ultima scia negativa di dati economici provenienti anche dall’Europa, che riportano in primo piano la possibilità di una fase prolungata di depressione per l’economia globale. Euro a $1,2364.

In chiusura il Dow Jones sale -7,04 punti (+0,05%), a quota 13.175,64 punti, mentre il Nasdaq è in calo -4,61 punti (-0,15%), a 3.011,25. In rialzo lo S&P500, con +0,87 (+0,06%), a 1.402,22.

Incide anche la delusione per le ultime parole della Fed, arrivate per bocca del presidente della Federal Reserve di Dallas, Richad Fisher: il banchiere ha affermato che le misure di stimolo adottate fino a questo momento sono adeguate e ha aggiunto che è possibile che le banche centrali globali non abbiano la capacità di mettere in atto ulteriori manovre a sostegno della congiuntura.

“Il mercato è andato un po’ troppo in là con le speculazioni sugli interventi delle banche centrali – ha detto in un’intervista a Bloomberg Kevin Caron, strategist di mercato presso Stifel Nicolaus, che gestisce asset clienti per un valore superiore a 127 miliardi di dollari -Anche se l’economia Usa si sta muovendo a un passo relativamente lento, ci sono davvero poche prove che portano a pensare che la Fed si farà avanti con un altro round significativo di quantitative easing”.

Timori sull’economia in primo piano. Le minori esportazioni tedesche e l’indebolimento della domanda di petrolio degli Stati Uniti fanno pensare a un ulteriore indebolimento della crescita in corso.

“Sembra che i trader stiano riconsiderando gli elementi che hanno sostenuto i recenti guadagni, e si stiano ricordando sia dello stato della congiuntura globale, che rimane ancora poco confortante, sia dell’assenza di progressi significativi nella gestione della crisi dei debiti in Europa”, ha commentato in un’intervista rilasciata a MarketWatch Ilya Spivak, strategist presso DailyFX. Da segnalare comunque che lo S&P 500 ha chiuso al di sopra della soglia dei 1.400 punti per la prima volta da maggio nella sessione di ieri. Soglia che però oggi viene di nuovo sfondata al ribasso, riproponendosi come importante livello di resistemza-

“Ci sono ancora rilevanti pressioni deflazionistiche, in particolare in Europa ovviamente, ma anche negli Stati Uniti – ha commentato in un’intervista a Bloomberg Christian Gattiker, responsabile della divisione di ricerca presso Julius Baer Group a Zurigo – Nel migliore dei casi, il Pil Usa salirà attorno al 2% l’anno prossimo e ritengo che il mercato vorrebbe vedere ulteriori manovre di stimolo”.

L’incertezza generale va a colpire anche le principali Borse europee, con Milano nervosa, che torna a perdere terreno.

Dal fronte economico degli Stati Uniti, resi noti la produttività del secondo trimestre e il costo unitario del lavoro: entrambi hanno segnato un rialzo superiore alle attese. In particolare, il rimbalzo della produttività rispetto al primo trimestre è da attribuirsi alla decisione delle aziende di ridurre ulteriormente i costi e il numero dei dipendenti.

Tra i titoli, Walt Disney, dopo che la societĂ  ha registrato nel trimestre un fatturato inferiore alle attese degli analisti, in crescita +3,9% a $11,1 miliardi, rispetto a stime per $11,3 miliardi. Utile netto +24% a $1,83 miliardi, $1,02 per azione. Dopo i ribassi iniziali, il titolo fa +1,37%.

Tonfo di Priceline.com, dopo l’annuncio di aver rivisto al ribasso le stime per il prossimo trimestre. Utili tra $11,10 e $12,10 per azione, rispetto a numeri degli analisti per $12,79. Quotazioni crollano -17,28%.

Focus tra gli altri titoli al rally di Dean Foods, +40,58%, dopo che la società ha rivisto al rialzo le stime sugli utili dell’intero 2012, annunciando contestualmente un’operazione di Ipo per la società WhiteWave Foods, di cui detiene il pieno controllo.

Giù McDonald’s, -1,66%, che ha sofferto il calo delle vendite negli Stati Uniti peggiore dal gennaio del 2010, causa la minore propensione agli acquisti dei consumatori Usa.

Quasi il 59% delle societĂ  scambiate sullo S&P 500 che hanno comunicato le loro vendite nel secondo trimestre hanno deluso le stime degli analisti.

Tra le storie positive, Hewlett-Packard, +2,37%, dopo che il colosso dei computer ha rivisto al rialzo l’outlook sugli utili del terzo trimestre fiscale – effettuando gli opportuni aggiustamenti – a $1 per azione circa, rispetto al precedente range compreso tra 94 e 97 centesimi per azione. La società prevede anche oneri per 8 miliardi di dollari circa.

Tra i titoli finanziari, Bank of America 0%, American Express +0,47%, ma in generale il settore è debole, come dimostra lo stallo del Financial Select Sector SPDR Fund, l’ETF che misura la performance del comparto tra i titoli scambiati sullo S&P 500, che rimane ancorato 0%. Molto bene invece il titolo assicurativo XL Group, +6,60%, dopo i risultati di bilancio.

Tra i tecnologici, debole l’indice dei semiconduttori Philadelphia Semiconductor Index.

In ambito valutario, l’euro a $1,2364 (-0,29%). Rapporto dollaro/yen a JPY 78,40, mentre euro/yen a JPY 96,96.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio a quota $93,35 al barile, mentre le quotazioni dell’oro a $1.612,90 l’oncia. Le quotazioni di greggio incrementano i rialzi dopo che l’agenzia di energia EIA ha riportato che, su base settimanale, le scorte di petrolio sono scese negli Stati Uniti di 3,7 milioni di barili.

Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano in flessione all’1,649%.

VIDEO: PARLA RICHARD FISHER, PRESIDENTE FED DALLAS

ASSET CON SEDE IN USA SONO VISTI COME BENE RIFUGIO. Parla Alexander Matturri, responsabile di S&P Dow Jones Indices, affermando che gli asset con sede in Usa vengono visti come beni rifugio.