Dopo i rialzi degli ultimi giorni, sul mercato azionario americano tornano a prevalere le vendite. A spingere al ribasso i listini, oltre che ad alcune prese di beneficio, sono le ultime deludenti trimestrali, e i cattivi dati macro che hanno confermato la fase di debolezza dell’economia a stelle e strisce.
Resta particolarmente fiacco il mercato del lavoro, dove proseguono i licenziamenti di massa ormai diffusi in tutti i settori. Le richieste di sussidio da parte dei disoccupati sono risultate ancora in rialzo nell’ultima settimana, sorprendendo gli analisti che invece avevano stimato un calo del dato. Male anche gli ordini di beni durevoli, scesi per il quinto mese consecutivo.
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Nessun conforto dal comparto aziendale. Nell’after hour di ieri sera, la famosa catena di coffee shop Starbucks ha riportato un calo dei profitti, peggiore del previsto, ed annunciato la chiusura di 300 negozi nonche’ il licenziamento di 7000 dipendenti.
A pesare sul sentiment degli investitori sono anche i numeri fiscali deludenti rilasciati dal gruppo di chip Qualcomm e dalla compagnia assicuratrice Allstate. Il gruppo energetico Royal Dutch Shell ha riportato una perdita di $2.8 miliardi; la societa’ automobilistica Ford ha bruciato $6 miliardi nell’ultimo trimestre (ma il titolo sale, dopo le rassicurazioni offerte sulla liquidita’).
$3.63 miliardi di perdite anche per la farmaceutica Eli Lilly, mentre la rivale AstraZeneca ha riportato utili piatti e annunciato un taglio di 15 mila posizioni nella forza lavoro. Risultati in linea con le attese per il colosso del tabacco Altria (parent company di Philip Morris) con utili in crescita.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico, in calo il petrolio. I futures con consegna marzo segnano un ribasso di $1.54 a $40.62 al barile. Sul valutario, in calo l’euro nei confronti del dollaro a quota 1.3116. Scende l’oro a $881.20 l’oncia (-$7.00). In calo i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 2.6970%.