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WALL STREET: E’ LA PEGGIORE SETTIMANA DA MARZO 2003

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I listini azionari hanno chiuso una seduta molto volatile ancora in calo estendendo le forti perdite settimanali. L’indice industriale ha ceduto l’1% a 12112, l’S&P500 l’1.15% a 1387, il tecnologico Nasdaq e’ arretrato dell’1.51% a 2368. Le performance degli ultimi 5 giorni, caratterizzati da massicce vendite, sono rispettivamente di 4.3%, 4.4% e 5.8%. Si tratta della peggior settimana dal 5 marzo 2003.

Gli operatori restano molto nervosi dunque, dopo la serie di ribassi e di turbolenze a livello mondiale. Analisti tecnici e gestori discutono di correzione del 5 o del 10% come mai era successo negli ultimi tre anni (clicca su Target News).

Secondo qualche trader le perdite giornaliere avrebbero potuto assumere dimensioni maggiori: il diffuso umore negativo sta infatti pesando sugli investitori maggiormente avversi al rischio che avrebbero potuto optare per una improvvisa uscita dall’azionario in vista del weekend.

Il sentiment a Wall Street (clicca su Target News) e’ completamente cambiato nell’ultima settimana. “Il mercato ha avuto un attacco di cuore, ma ancora non si sa quanto grave e’ stato”, dice Art Cashin, un vecchio trader sul floor del NYSE. Gli operatori sono concentrati solo sulle notizie negative, e il fatto che lo smart money stia lasciando in massa gli investimenti speculativi per scegliere quelli a basso tasso di rischio (bonds) spaventa ancora di piu’ il pubblico generico dei piccoli investitori e alimenta in loro lo spettro della fatidica correzione.

A dar una spinta al ribasso gia’ dall’avvio erano state le dichiarazioni del presidente della Federal Reserve del distretto di St. Louis, William Poole, secondo cui l’economia americana crescera’ ad un tasso del 3% nel 2007, senza pero’ che possa essere escluso il rischio di una recessione, ipotesi gia’ avanzata nei giorni scorsi dall’ex presidente della Federal Reserve Alan Greenspan.

Maggiori pressioni sono poi state impresse dal deludente dato macro sulla fiducia dei consumatori attestatosi a livelli inferiori a quelli attesi dal mercato. Nel mese di febbraio l’indicatore e’ stato rivisto a quota 91.3 punti dai precedenti 93.3, in calo rispetto a gennaio.

Continua a preoccupare inoltre la faccenda dei carry-trade, ovvero delle operazioni di prestito della valute giapponese mirate al rinvestimento in asset a maggiore rendimento. Il recente rialzo dei tassi d’interesse da parte della BoJ sta spingendo al rialzo lo yen, rendendo piu’ onerose le esposizioni agli investimenti.

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Nel comparto societario a soffrire maggiormente sono state le istituzioni finanziarie coinvolte nella cessione di credito sui mutui immobiliari. New Century Financial ([[NEW]]) ha ceduto oltre sette punti percentuali, giu’ anche Countrywide Financial ([[CFC]]) che ha comunicato un ritardo nei pagamenti del 2006.

Nel comparto hi-tech, in rialzo nonostante la deludente trimestrale, il colosso informatico Dell ([[DELL]]) che nell’after hour di giovedi’ ha riportato ricavi inferiori alle attese degli analisti. Il titolo e’ avanzato dello 0.80% dopo essere arrivato a perdere il 3% circa prima dell’inizio delle contrattazioni. In calo invece Novellus ([[NOVL]]) a causa dell’annunciata perdita trimestrale e al calo dei ricavi.

Notizie positive dal gigante delle assicurazioni American International Group ([[AIG]]), che ha riportato un balzo dei profitti ed annunciato un maxi piano di riacquisto di azioni proprie per un valore di $8 miliardi, in parallelo ad un incremento del dividendo annuale. Il titolo ha offerto un limitato supporto all’indice industriale che ha visto 28 dei suoi componenti terminare la seduta in rosso (l’altro titolo del Dow Jones a finire la seduta in rialzo e’ stato [[MRK]].

Sugli altri mercati, nel comparto energetico ha chiuso in calo il greggio. I futures con consegna aprile sono arretrati di 36 centesimi a $61.64 al barile, segnando la prima flessione delle ultime otto sedute. Sul valutario stabile l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3191. L’oro e’ arretrato di $21.00 a $644.10 l’oncia. In progresso i titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.5150%.