Una seduta da dimenticare per gli indici americani che chiudono in netto ribasso, indeboliti ancora una volta dalle deludenti notizie societarie, dall’avanzamento del petrolio e dal crollo di Google, sceso in picchiata sotto i $400 (vedi piu’ avanti). Il Dow Jones ha ceduto l’1.96% a 10667, l’S&P500 l’1.83% a 1261, il Nasdaq e’ arretrato del 2.35% a 2247.70, realizzando le peggiori performance dal 2003.
A mettere pressione ai mercati, gia’ prima dell’apertura, sono stati gli ultimi aggiornamenti sugli utili societari. Il colosso finanziario Citigroup e la conglomerata industriale General Electric hanno entrambi annunciato dei risultati in crescita ma inferiori alle attese degli analisti.
Il titolo GE e’ arretrato di oltre quattro punti percentuali, al minimo livello degli ultimi tre mesi, dopo aver comunicato ricavi per il quarto trimestre inferiori al consensus del mercato.
Citigroup e’ calata ai minimi di oltre due mesi in seguito alla comunicazione dei profitti che, colpiti da tassi d’interesse svantaggiosi e da condizioni di prezzo non ottimali, non hanno “soddisfatto” le attese di Wall Street.
A deludere e’ anche Motorola, la seconda societa’ al mondo nel comparto della telefonia mobile, che ha offerto un outlook sui prossimi trimestri inferiore a quello sperato da alcuni operatori. Il titolo e’ scivolato di oltre il 7%.
Tutte i componenti del Dow Jones hanno chiuso in territorio negativo, fatta eccezione per McDonald’s, avanzato dell’1.88%. Sotto i riflettori anche Google, che arretrando dell’8.5%, realizza il maggior ribasso
dal giorno del debutto in borsa. A pesare sul colosso Internet sono state le controversie con il Dipartimento della Giustizia americano legate alla tutela della privacy degli utenti soprattutto di siti porno.
Ad aggravare la situazione e’ stato anche il petrolio, schizzato sopra i $68 al barile. Ai problemi geopolitici in Iran, sulla faccenda del nucleare, e in Nigeria, con gli attacchi agli impianti estrattivi, si sono aggiunte le preoccupazioni di possibili nuovi attacchi terroristici minacciati dal leader di Al-Quaeda Osama Bin Laden.
I contratti futures con scadenza febbraio, oggi al loro ultimo giorno di contrattazione, sono avanzati di $1.52 (o del 2.3%) a $68.35. Notevole la performance settimanale pari ad un rialzo del 6.9%. Ricordiamo che nella seduta di giovedi’ il greggio aveva terminato in netto progresso nonostante una crescita delle scorte.
Sostanzialmente nulle le reazioni al buon dato comunicato in mattinata, sulla fiducia Michigan. L’indicatore e’ cresciuto a 93.4 punti, dai precedenti 91.5, battendo le stime degli economisti che erano per un aumento a 92.5. Il dato ha anzi aumentato i dubbi circa un possibile stop del ciclo rialzista sui tassi d’interesse da parte della Federal Reserve, per impedire un “surriscaldamento” dell’economia statunitense.
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Sugli altri mercati, in calo l’oro ma comunque vicino ai massimi livelli degli ultimi 25 anni. Il contratto futures con scadenza febbraio e’ arrterato di $5.00 a quota $554.00 all’oncia, dopo essere schizzato, nella mattinata, a quota $568.50. In recupero l’euro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York, il cambio nei confronti del dollaro e’ a quota 1.2136. In rialzo, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.36% dal 4.379% di giovedi’.