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WALL STREET: DOW IN MARGINALE RIALZO GRAZIE A FORD

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Dopo la pessima prova dello scorso venerdi’, la peggiore di quasi tre anni, sui mercati americano si sono riaffacciati gli acquisti, innescati da alcune notizie societarie positive e dal ritracciamento del petrolio. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.20% a 10688, l’S&P500 lo 0.18% a 1263, il Nasdaq ha chiuso con un rialzo frazionale dello 0.03% a 2248.

A sostenere l’indice industriale e’ stata l’ottima performance di General Motors (+8.73%), trainata al rialzo dalla trimestrale di Ford Motor. La casa automobilistica n.2 al mondo ha sorprendentemente riportato risultati finanziari superiori alle attese, come diretta conseguenza della vendita di Hertz, la divisione “noleggio auto”, e del miglioramento del segmento delle auto di lusso. L’azienda ha anche annunciato un nuovo piano di ristrutturazione che prevede il taglio di almeno 25 mila posti di lavoro e le permettera’ di ridurre notevolmente i costi.

A contribuire al rialzo del Dow Jones sono state anche le buone prove di Alcoa, Coca Cola ed Exxon Mobil. In evidenza anche American Express che ha riportato utili per azione di un centesimo superiori a quelli previsti dagli analisti (ma i ricavi si sono collocati ad un livello appena inferiore). Rimanendo tra i titoli finanziari, ha deluso le attese, invece, Banc of America, che nell’ultimo trimestre ha riportato deboli risultati nella divisione “prestiti” accompagnati da una scarsa attivita’ di trading.

Tra gli altri titoli, sotto i riflettori Yahoo! e Google, rimbalzati dai minimi livelli di venerdi’ grazie ai commenti positivi di grosse banche d’affari. Ricordiamo che nell’ultima seduta il titolo del celebre motore di ricerca era scivolato di oltre l’8% realizzando la peggiore performance giornaliera da quanto aveva fatto il debutto al Nasdaq (agosto 2004).

Note positive sono emerse anche dal comparto energetico. Nonostante le tensioni relative al progetto nucleare ambito dall’Iran, e gli attacchi ad una piattaforma petrolifera dell’AGIP in Nigeria, fortunatamente conclusasi senza danni e senza alcuna perdita di produzione, i contratti futures con scadenza marzo (da oggi quelli di riferimento) sono arretrati di 38 centesimi a quota $68.10 al barile.

Contenute le reazioni al rilascio dell’unico dato in calendario, relativo al Superindice. Nel mese di dicembre, l’indicatore che fornisce un’indicazione sull’attivita’ economica americana per i prossimi mesi e’ cresciuto dello 0.1%. Le attese degli economisti erano per un’espansione dello 0.2%.

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Sugli altri mercati, in progresso l’oro. Il contratto futures con scadenza febbraio e’ avanzato di $4.70 a quota $558.70 all’oncia. In netto recupero l’euro. Nel tardo pomeriggio di lunedi’ a New York, il cambio nei confronti del dollaro e’ schizzato ai massimi di quattro mesi a quota 1.2300.

A pesare sulla valuta americana sono state le dichiarazioni di alcuni esponenti della Federal Reserve e della Bnaca Centrale Europea da cui e’ emeerso che il divario tra i tassi d’interesse potrebbe restringersi nel corso dell’anno. Invariati, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni si e’ attestato al 4.357%.