Partenza sottotono per l’azionario americano, con il paniere allargato che ritraccia dai massimi di quattro settimane raggiunti ieri. Il Dow Jones cede lo 0.34% a quota 10369.32, il Nasdaq lo 0.5% in area 2294.37, mentre l’S&P 500 lo 0.36% a 1111.18 punti.
Sui listini hanno un impatto negativo tre fattori su tutti: l’interruzione della corsa dell’euro, l’outlook deludente di FedEx e gli ultimi dati macro inferiori alle stime.
L’indebolimento dell’euro viene accompagnato dai ribassi sul mercato dei bond spagnoli, greci e portoghesi, su cui gravano i timori di un persistere della crisi del debito sovrano Ue.
Nella prima parte della mattinata gli investitori hanno ricevuto una serie di segnali importanti dal fronte macro. Il mercato viaggia in prossimita’ dei minimi di mattinata dopo che i dati non hanno affatto convinto gli investitori, che si aspettavano qualcosa di piu’ in particolare dal fronte immobiliare.
L’indice dei prezzi alla produzione e’ calato dello 0.3% mese su mese, un dato che si confronta con le previsioni per un ribasso dello 0.5%. Esclusa la componente alimentare i prezzi sono risultati pero’ in rialzo dello 0.2% a fronte di stime per un incremento dello 0.1%.
Ma sono sopratutto le notizie giunte in ambito immobiliare a lasciare con l’amaro in bocca gli operatori. I nuovi cantieri edili sono scivolati del 10% su base mensile a un tasso annualizzato di 593 mila unita’, che e’ ben al di sotto delle 655 mila previste. Anche le licenze di costruzione sono risultate inferiori alle attese.
La domanda di mutui e’ salita ai massimi di cinque mesi la scorsa settimana, con il rifinanziamento prestiti che ha raggiunto il livello piu’ alto da maggio 2009. Alle 15:15 italiane sono poi stati pubblicati i numeri relativi alla produzione industriale, salita piu’ del previsto in maggio. Un’ora dopo il suono della campanella il Dipartimento di Energia Usa pubblichera’ le cifre sulle scorte di petrolio settimanali.
Fin dalle prime battute l’attenzione e’ stata rivolta alla trimestrale di FedEx. Il corriere espresso, per la sua importanza e tipo di attivita’ considerata cartina di tornasole dell’economia, e’ tornato in utile nel trimestre, ma ha emesso una guidance deludente e i titoli cedono terreno. I conti sono scrutinati con attenzione dal mercato in cerca di segnali di solidita’ dell’economia.
I timori sul debito sovrano sono tornati a farsi vivi, con i bond spagnoli che stanno scivolando in giornata e con la corsa dell’euro che si e’ interrotta dopo che nelle ultime sedute la moneta unica era riuscita a recuperare gradualmente forza contro il dollaro. Tutto cio’ all’indomanti di un rally notevole, con tutti gli indici di Borsa che hanno portato a casa guadagni di circa il 2%.
Il Presidente Barack Obama ha detto ieri di avere una “missione nazionale” da portare a termine per superare la dipendenza dal petrolio degli Stati Uniti e puntare a sviluppare fonti di energia alternative.
Nel suo intervento nella stanza Ovale, reso obbligatorio dopo il disastro ambientale provocato dalla fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma Deepwater Horizon di BP nel Golfo del Messico, Obama ha detto che e’ un imperativo del Congresso quello di agire in fretta per superare “una mancanza di coraggio e candore politico”.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio decelerano. I futures con consegna luglio cedono $0.68 attestandosi a quota $76.26 al barile. Sul valutario la moneta unica scambia in flessione a quota $1.2281 (-0.4%). L’oro segna un +$3.10 a quota $1.237.5 l’oncia. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.25% dal 3.31% di ieri.