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Wall Street delusa dai dati, ora tutto dipende dalla Fed

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negativo per la Borsa americana, con le perdite che si sono intensificate dopo gli ultimi dati pubblicati dal National Federation of Independent Business: dalle cifre e’ emerso un aumento del pessimismo sul futuro, in particolare da parte dei proprietari delle PMI.

Il Dow Jones lascia sul campo oltre 100 punti dopo i rialzi modesti di ieri. Intel, Alcoa e Microsoft sono tra i titoli piu’ venduti. Comprati i titoli Merck e Procter & Gamble.

Le azioni Walmart scivolano in seguito alle notizie secondo cui la catena di negozi discount potrebbe alzare i prezzi dei prodotti in vendita. Hewlett-Packard oscilla tra territorio positivo e negativo dopo la batosta di ieri, successiva alle dimissioni dell’AD Mark Hurd, travolto da uno scandalo a sfondo sessuale.

Da parte sua il colosso del greggio ExxonMobil perde terreno dopo aver stretto un accordo con Qatar Petroleum per l’acquisto di un impianto petrolchimico in Qatar. L’operazione e’ valutata circa $6 miliardi.

Prima dell’apertura il Dipartimento del Lavoro Usa ha annunciato che la produttivita’ non agricola e’ scesa per la prima volta in un anno e mezzo nel secondo trimestre. Gli economisti si aspettavano di meglio. Delude il costo unitario del lavoro.

Ma tutto si decidera’ con ogni probabilita’ alle 20:15 italiane, quando la Fed annuncera’ l’esito della riunione di politica monetaria. A Wall Street domina il nervosismo in vista dell’annuncio del comitato di politica monetaria, dopo che gli ultimi dati macroeconomici provenienti dalla Cina hanno depresso il morale degli investitori. Pechino a registrato un balzo a sorpresa del surplus della bilancia commerciale dovuto ad una brusca frenata delle importazioni in luglio. I dati hanno messo in evidenza che l’economia cinese non e’ poi cosi’ solida come sperato.

IL FOMC della banca centrale si riunisce oggi per prendere una decisione in materia di tassi di interesse e di politica monetaria. Se da un lato il costo del denaro dovrebbe essere mantenuto invariato in prossimita’ dello zero, si attende qualche cambiamento in fatto di misure straordinare di sostegno dell’economia.

In particolare dopo che gli ultimi dati hanno evidenziato un rallentamento della ripresa della maggiore economia mondiale, alimentando i timori che il Paese possa cadere in una seconda fase di recessione. Dopo l’accelerazione sostenuta del Pil nell’ultimo trimestre del 2009 i primi sei mesi del 2010 non sono stati altrettanto positivi.

La crescita dell’economia e’ stata del 2.4% nel secondo trimestre e le pressioni sui banchieri centrali sono aumentate. Tuttavia il mercato non da’ piu’ scontato che la Fed agisca, ad esempio comprando titoli di stato, mentre dovrebbe almeno esserci un cambiamento nel linguaggio utilizzato.