I listini azionari americani arrivano al giro di boa in ribasso, estendendo le perdite settimanali a quasi il 2%, dopo che i dati inferiori alle attese relativi alla domanda di beni durevoli e alla vendita di case nuove hanno messo in secondo piano l’incremento maggiore del previsto della fiducia dei consumatori.
Se il risultato negativo dovesse venire confermato, si tratterebbe della peggiore prova settimanale dallo scorso luglio. Gli indici principali, ben intonati nelle prime contrattazioni del preborsa, hanno imboccato la strada dei ribassi a causa delle cifre deludenti relative alla domanda di beni durevoli e alle vendite di case nuove, che hanno alimentato le preoccupazioni secondo cui l’economia fara’ fatica a tornare a crescere. Tali numeri non sono piaciuti al mercato e General Electric, Alcoa e American Express cedono almeno l’1.5%.
“Non solo oggi, ma per tutta la settimana abbiamo avuto cifre macroeconomiche contrastanti”, sottolinea Philip Orlando, chief equity market strategist di Federated Investors. “Questo ci dice che l’intera economia non sta andando poi cosi’ alla grande. Lo stesso discorso vale per i mercati finanziari”. I listini si sono tuttavia allontanati dai minimi di seduta dopo che l’indice sulla fiducia dei consumatori fornito da Reuters e dall’Universita’ del Michigan ha mostrato in settembre una crescita superiore alle attese a quota 73.5, sui massimi da gennaio 2008.
Nel frattempo si sono intensificate le tensioni tra Iran e Paesi occidentali, spingendo i prezzi del petrolio Usa sopra i $66 al barile. Teheran ha informato l’AIEA dell’esistenza di un secondo sito per l’arricchimento dell’uranio, ma non ne ha indicato la localita’, precisando che comunque l’intenzione e’ quella di portare l’uranio a un livello di arricchimento utile solo per produrre energia a scopi civili. Dal G-20 la risposta di Usa, Gran Bretagna e Francia non si e’ fatta attendere, in una conferenza stampa congiunta dei leader dell’Occidente Obama, Sarkozy e Brown in cui e’ stato chiesto che vengano effettuati controlli immediati in Iran sul secondo impianto nucleare. Nei circoli diplomatici internazionali di New York e dell’Onu si fa notare senza mezzi termini che l’Italia e’ ormai declassata a comparsa, con il governo Berlusconi non contiamo piu’ nulla.
Secondo un articolo del Wall Street Journal i leader mondiali del G-20 sarebbero vicini alla firma di un accordo che ha l’obiettivo di imporre ai paesi membri di essere soggetti alla revisione degli altri stati in materia di poltiche economiche. Il presidente Obama e i suoi omologhi hanno inoltre trovato un’intesa per mettere fine alle maxicompensazioni ai manager bancari e imporre un giro di vite contro le speculazioni finanziarie. Inoltre le nazioni partecipanti hanno deciso di mantenere in vigore le misure di stimolo fiscale coordinate per alimentare la crescita dell’economia.
In ambito di notizie societarie, i titoli di Research In Motion lasciano sul campo il 15% dopo che l’azienda produttrice del Blackberry ha detto di aspettarsi utili per azione compresi tra $1 e $1.08 nel terzo trimestre, accompagnati da un fatturato di $3.6-$3.85 miliardi. Gli analisti prevedono che i profitti per titolo si attestino a $1.05 e che i ricavi siano paria a $3.92 miliardi
Nel frattempo Sara Lee ha deciso di vendere le sue attivita’ per la cura del corpo al gigante retail anglo-olandese Unilever per una cifra di 1.28 miliardi di euro ($1.88 miliardi) in contanti. i titoli balzano del 6%. Un’altra societa’ che si sta muovendo in controtendenza e’ Tibco Software (+4%), che ha annunciato un incremento dell’utile trimestrale superiore alle previsioni e paria al 34%. Se puo’ interessarti, in borsa si puo’ guadagnare con titoli aggressivi in fase di continuazione del rialzo e difensivi in caso di volatilita’ e calo degli indici, basta accedere alla sezione INSIDER. Se non sei abbonato, fallo ora: costa solo 79 centesimi al giorno, provalo.