Wall Street ha accolto bene la nuova maggioranza politica a Washington. Chi si aspettava un calo della borsa Usa, per la sonora sconfitta di George Bush e il passaggio di poteri al Congresso dai repubblicani ai democratici dopo ben 12 anni, e’ stato smentito. “Il mercato ha gambe per correre”, ha detto un operatore. “Altrimenti con le news politiche da Washington avrebbe avuto ogni scusa per calare”.
Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.16% a 12176, stabilendo cosi’ il nuovo record, l’S&P500 lo 0.21% a 1385, il Nasdaq e’ avanzato dello 0.38% a 2384.
A spingere i listini a meta’ seduta e’ stata anche la notizia delle dimissioni del ministro della difesa, Donald Rumsfeld, sostituito dall’ex capo della Cia, Robert Gates, che aveva lavorato con Bush padre.
Gli investitori sono stati anche convinti dalla prospettiva che Microsoft ([[MSFT]]) stia lanciando il nuovo sistema operativo Vista e dall’anticipazione dei risultati di Cisco Systems ([[CSCO]]), che infatti non ha deluso.
Exxon Mobil ([[XOM]]) e Altria ([[MO]]) hanno fatto lievitare il Dow Jones Industrial Average al nuovo record, con rialzi rispettivamente del 2.21% e del 1.39%. Bene anche Du Pont ([[DD]]) e Walt Disney ([[DIS]]). A soffrire maggiormente sul Dow sono stati invece Merck ([[MRK]]), Johnson & Johnson ([[JNJ]]) e Pfizer ([[PFE]]).
Il risultato delle elezioni ha avuto inevitabilmente un riflesso sull’andamento di determinati comparti. Primo fra tutti il settore della ricerca e dello studio sulle cellule staminali, un comparto che ha trovato negli ultimi anni forte ostilita’ da parte dell’amministrazione Bush. Societa’ come Aastro Bioscences ([[ASTM]]), StemCells ([[STEM]]), ViaCell ([[VIAC]]) e Geron ([[GERN]]) hanno tutte archiviato la seduta in buon rialzo, sulla speranza di un alleggerimento delle restrizioni sulla ricerca.
In buon progresso anche i titoli della societa’ specializzate nello sviluppo di fonti energetiche alternative, sulla convinzione che i democratici saranno piu’ propensi alla diversificazione delle risorse energetiche utilizzate dagli Stati Uniti. In evidenza Plug Power ([[PLUG]]), Ballard Power System ([[BLPD]]), FuelCell Energy ([[FCEL]]), Energy Conversion Devices ([[ENER]]).
In rialzo anche le due piu’ grandi agenzie per l’acquisto di mutui ipotecari, Fannie Mae ([[FNM]]) e Freddie Mac ([[FRE]]), piu’ volte criticate dai repubblicani per irregolarita’ finanziarie e per l’ingente somma di denaro gestito che potrebbe mettere a rischio l’intero sistema finanziario.
Stando alle analisi delle grosse banche d’affari, a risentire maggiormente del ribaltone politico saranno i settori farmaceutico, energetico e della difesa.
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Sugli altri mercati, nel comparto energetico il petrolio ha guadagnato terreno, rimanendo comunque al di sotto della soglia dei $60 al barile. In seguito alla comunicazione del dato settimanale sulle scorte, risultato inferiore alle attese, i futures con scadenza dicembre sono avanzati di 90 centesimi a $59.83 al barile.
Sul valutario, in lieve calo l’euro nei confronti del dollaro a quota 1.2758. In forte calo l’oro. I futures con scadenza dicembre sono arretrati di $9.40 a $619.30 all’oncia. In rialzo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.6330% dal 4.659% di martedi’.
BORSA: DOW JONES RECORD CON SCONFITTA REPUBBLICANI
VOLANO TITOLI PETROLIO, TABACCO E PRODUTTORI ETANOLO
8 Novembre 2006 23:12 NEW YORK (ANSA) – Wall Street scalda i motori e spinge il Dow Jones sui nuovi massimi storici nel giorno del terremoto politico che ha visto la sconfitta del Repubblicani alle elezioni di Midterm, con la perdita del controllo della Camera dei rappresentanti a favore dei Democratici, mentre la situazione al Senato è ancora incerta. Il Dow Jones trova l’allungo e aggiorna il massimo di sempre del 26 ottobre (pari a 12.163,66 punti) fino a portarsi a quota 12.176,54 (+0,16%).
Chiudono i territorio positivo anche il Nasdaq, in rialzo dello 0,38% (a 2.384,94 punti), e lo Standard & Poor’s 500, a 1.385,72 punti (+0,21%). Man mano che lo spoglio elettorale ha reso chiaro l’esito delle elezioni, gli investitori hanno preso coraggio, premiando con un inatteso rialzo i titoli petroliferi, i colossi del tabacco e i produttori di etanolo, il carburante ecologico vegetale. Tracollo, invece, per il comparto farmaceutico e per quello della difesa, che sconta le dimissioni del segretario della Difesa ‘amico’, Donald Rumsfeld.
SU PETROLIO E TABACCO. La vera sorpresa sono i petroliferi, il cui indice (+1%) segna la migliore performance dell’indice Standard & Poor’s 500. Merito del deciso rialzo (+1,6%) del greggio, che a New York sfiora nuovamente i 60 dollari al barile dopo il calo maggiore delle attese delle scorte di carburanti statunitensi. E’ vero, sarebbe il ragionamento degli operatori di Borsa, che Bush è tradizionalmente vicino ad alcuni colossi big del petrolio, ma dai Democratici non ci si aspettano voltafaccia, e del resto in California, il più popoloso degli Stati Usa, con il voto di ieri gli elettori hanno bocciato la proposta di tassare maggiormente le major dell’oro nero. Chevron, protagonista della campagna contro la proposta di legge, guadagna lo 0,87% (a 69,51 dollari), Exxon sale del 2,21% (a 74,13 dollari). E ad avanzare sono anche i titoli del tabacco, come Altria (+1,39% a 81,45 dollari) e Reynolds American (+1,78% a 64,53 dollari), dopo che gli elettori californiani hanno respinto un’altra proposta di legge, che avrebbe quadruplicato le imposte sulle sigarette per finanziare l’assistenza sanitaria.
VOLANO PRODUTTORI DI ETANOLO. I produttori di carburanti ecologici e a basso impatto ambientale mettono le ali sulle attese che possa ora esserci un maggiore interesse per il settore con l’accresciuto peso dei Democratici. Pacific Ethanol, partecipata da Bill Gates, balza del 7,95% (a 17,51 dollari), VeraSun Energy sale del 9,03% (a 20,40 dollari) e Xethanol aumenta del 3,79% (a 3,01 dollari). Da segnalare, inoltre, i rialzi di società come Stemcells (+10,42% a 3,339 dollari), attive nella ricerca attraverso le cellule staminali, di cui i Democratici sono alfieri.
GIU’ FARMACEUTICI E ARMAMENTI. Per il settore farmaceutico è un giorno nero: in picchiata azioni come Merck (-3,40% a 44,34 dollari), Pfizer (-1,59% a 26,62 dollari) e Humana (-5,97% a circa 55,15 dollari). Gli investitori accolgono con una fuga dal settore l’agenda dei Democratici, che potrebbero tagliare i prezzi dei farmaci forniti attraverso Medicare, il sistema di assistenza sanitaria. Merck, in più, è impegnata in una serie di noie con il fisco che potrebbero comportare pesanti conseguenze sui conti. Ma è andata male anche a Lockheed Martin (-1,19% a 86,45 dollari) e Raytheon (-1,45% a 48,96 dollari) perché i bilanci dei grandi gruppi degli armamenti hanno beneficiato per anni della politica del pugno di ferro in Medio Oriente voluta da Bush, e le dimissioni del ‘falco’ Rumsfeld potrebbero segnare un’inversione di marcia.