Dopo due sedute consecutive in forte calo, gli indici americani chiudono contrastati, con il comparto tecnologico incapace di trovare la via dei rialzi, neanche col tonfo del petrolio, oggi arretrato di oltre il 3%. A preoccupare gli investitori continua ad essere l’inflazione e le conseguenza che potra’ avere sulla politica monetaria condotta dalla Fed. Il Dow Jones e’ avanzato dello 0.42% a 11428, l’S&P500 dello 0.25% a 1294, il Nasdaq ha chiuso in ribasso dello 0.23% a 2238. In netto calo anche il comparto dei metalli, con l’oro ben lontano dai recenti massimi.
La breve ma intensa fase di “erosione” dell’azionario, che ha portato l’indice tecnologico ai minimi livelli dall’inizio dell’anno, potrebbe terminare nei prossimi giorni, grazie agli aggiornamenti provenienti dal fronte macro. Martedi’ verranno comunicati gli importanti dati sui prezzi alla produzione (stime: +0.8%), mercoledi’ quelli sui prezzi al consumo (consensus +0.2%).
Sara’ molto importante valutare i due dati per ottenere maggiori informazioni sullo stato dell’inflazione e, di riflesso, sulle possibili mosse dela Federal Reserve in materia di costo del denaro, ormai arrivato al 5% dopo ben sedici rialzi consecutivi.
La seduta odierna non ha visto il rilascio di alcuni importanti aggiornamenti macro. I settori che hanno sofferto maggiormente sono stati quelli energetico e minerario. Il comparto aurifero ha ceduto il 6% circa, quello dei servizi petroliferi e’ arretrato di circa il 3%.
Sulla scia del taglio delle previsioni sulla domanda globale di greggio per l’anno in corso, l’oro nero ha ritracciato dai massimi livelli raggiunti nei giorni scorsi per chiudere ai livelli piu’ bassi di oltre un mese. I contratti futures con scadenza giugno hanno archiviato la seduta in ribasso di $2.63 (-3.7%) a quota $69.41 al barile.
In forte calo (-3.8%), anche l’oro. I futures con consegna giugno sono arretrati di $26.80 a quota $685 all’oncia, minimo livello dallos corso 8 maggio. Gli esperti del comparto hanno precisato che la correzione giornaliera e’ legata ad un fatto tecnico e non preannuncia assolutamente un trend ribassista sul metallo prezioso.
L’arretramento di petrolio e oro ha spinto gli investitori a prendere copertura sul mercato valutario, risollevando il dollaro dalla debolezza dell’ultimo periodo. Generalmente la forza delle commodity inficia pesantemente sul biglietto verde poiche’ gli Stati Uniti sono tra i maggiori importatori di petrolio e metalli. L’euro e’ cosi’ scivolato al di sotto della soglia di $1.28 a quota $1.2785.
Relativamente all’andamento dei singoli titoli, a guidare al rialzo l’indice industriale sono stati gli acquisti dell’ultima ora su Altria e Citigroup. Bene anche Wal-Mart, le farmaceutiche Pfizer e Merck e Johnson&Johnson.
Vedi decine di small e medium cap in forte crescita segnalate da
WSI nella rubrica Titoli Caldi, una delle 8 sezioni in tempo reale
riservate agli abbonati a INSIDER. Se non sei gia’ abbonato, clicca sul
link INSIDER
In calo Alcoa sulla debolezza del relativo comparto, Boeing, dopo aver patteggiato un pagamento di $615 milioni per chiudere un’inchiesta federale e Hewlett Packard.
Sugli altri mercati, in rialzo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 5.153% dal 5.18% di venerdi’.