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WALL STREET CONTINUA A SOFFRIRE, DOW -300 PUNTI

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A poco meno di mezz’ora dalla chiusura i listini continuano a viaggiare in deciso ribasso, ai peggiori livelli giornalieri. Il Dow Jones arretra del 2.18% a 13363, l’S&P500 del 2.30% a 1485, il Nasdaq cede il 2.20% a 2722. Ad intensificare le vendite nell’ultima mezz’ora e’ stata una serie di notizie negative relative allo stato dell’economia statunitense e alla crisi dei mutui subprime.

Le news pesanti si accavallano. Il procuratore generale di New York Andrew Cuomo ha citato in giudizio Fannie Mae e Freddie Mac nell’ambito dell’indagine sull’industria dei mutui per l’acquisto di case. L’indagine cerca di ottenere informazioni sui prestiti per i mutui che le due società hanno comprato da banche, inclusa Washington Mutual, ha aggiunto Cuomo. Cuomo ha anche citato in giudizio le banche d’investimento coinvolte nell’indagine sui prestiti per i mutui. Inoltre i governatori della Fed, Pool e Lockhart, hanno espresso oggi preoccupazioni sulla crescita dell’attivita’ economica degli Stati Uniti evidenziando come le attuali condizioni del sistema produttivo non rispecchino i dati favorevoli che continuano a giungere dal fronte macro.

Forti pressioni arrivano anche dal comparto bancario/finanziario: alcuni analisti hanno annunciato possibili perdite a carico di Lehamn Brothers e Bear Stearns dovute alle svalutazioni legate all’esposizione sul business dei mutui subprime. LEH cede il 5.84%, BSC arretra del 5.34%. Nuove svalutazioni
sono state previste per Morgan Stanley (MS). Da una ricerca della Fed diffusa ieri emerge la ridotta possibilita’ di concessione di credito a consumatori e aziende da parte delle grosse banche d’affari colpite dalla crisi dei mutui.

A contribuire al sentiment negativo e’ anche la maxi perdita ($2.88 per azione) riportata dal colosso dell’auto General Motors (GM) corrispondente a un rosso record nella storia della finanza americana pari a $39 miliardi.). Il titolo lascia sul terreno oltre 5 punti percentuali

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Irrilevanti ai fini del trading giornaliero gli ultimi dati macroeconomici. Il buon dato sulla produttivita’
del terzo trimestre ha fatto ben poco per arginare le perdite sull’azionario. L’indicatore e’ schizzato del 4.6% nel periodo luglio-settembre, nettamente al di sopra delle attese degli analisti (+3.1%). Note positive sono emerse anche dalla componente dl costo unitario del lavoro, scesa dello 0.2% in controtendenza con le previsioni del mercato. Le scorte di magazzino all’ingrosso sono cresciute in misura superiore alle attese (+0.8% contro +0.1%).

Sul valutario, l’euro continua a spingersi al rialzo a nuovi record nei confronti del dollaro, ora a quota 1.4664. La Casa Bianca non ha rilasciato commenti sulla debolezza del dollaro, dicendo che non parla di “movimenti di valute”, ma ha definito “troppo alti” i prezzi del petrolio. Il portavoce della Casa Bianca, Tony Fratto, ha detto che l’amministrazione “si astiene dal commentare i movimenti delle valute” e ha rinviato le domande al Dipartimento del Tesoro. La portavoce Dana Perino ha invece dichiarato che “i prezzi del petrolio sono troppo alti”. Il dollaro ha esteso oggi le ampie perdite, scivolando al minimo dei 12 anni contro il franco svizzero e stabilendo nuovi record al ribasso contro euro e nei confronti di un basket di valute.

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