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Wall Street chiude sui massimi di seduta grazie agli energetici

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La speculazione che la Fed possa adottare misure che spingano le banche a erogare maggior credito ha permesso a Wall Street di chiudere sui massimi di seduta, dopo vendite legate ancora una volta al mix fatto di trimestrali deludenti e dati macro scoraggianti.

Il Dow termina la giornata a 10229.96, in rialzo dello 0.74% (+75.53 punti), il Nasdaq segna un +1.10% a 2222.49 (+24.26 punti), l’S&P 500 segna un incremento dell’1.14% a 1083.48 (+12.23 punti). I tre indici registrano da inizio mese incrementi intorno al 5%.

Le discussioni in corso tra gli esperti della banca centrale americana riguarderebbero la possibilita’ di sospendere, proprio da parte della Fed, il pagamento degli interessi sulle riserve (attualmente pari allo 0.25%).

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Peter Boockvar, strategist per l’azionario di Miller Tabak, ha osservato che questa sarebbe “l’ultima cartuccia” a disposizione degli uomoni di Ben Bernanke. Improbabile dunque che venga adottata, sostiene l’esperto.

A livello settoriale sono le risorse di base a trainare i rialzi (+3%), bene gli energetici (+2.13%), acquisti anche per gli industriali (+1.59%), i tecnologici (+0.65%), cui si accompagna la ripresa degli istituti finanziari (+1%), a cominciare da Goldman Sachs, che dimentica cosi’ le vendite di inizio giornata legate alla trimestrale. La “piovra della finanza” ha registrato un crollo dell’utile dell’82%, pari a $0.78 ad azione contro un valore di $1.99 atteso dagli analisti. Pesano gli accantonamenti fatti per porre fine al contenzioso con la Sec (dopo le accuse di frode lanciate ad aprile), le tasse sui bonus in Gran Bretagna e il calo delle attivita’ tradizionali.

Restando all’interno della sfera bancaria State Street ha registrato piu’ utili del previsto, Bank New York Mellon ha invece mancato di un centesimo le stime sugli utili per azione.

Johnson & Johnson scivola nel giorno dei conti. I profitti di PepsiCo e Harley Davidson hanno invece superato la prova del mercato.

In generale, comunque, e’ la voce fatturato a deludere le previsioni. Si tratta del dato che piu’ interessa gli operatori in cerca di sicurezze a lungo termine, come sottolineato da Pimco.

Sul fronte macro, in giugno i nuovi cantieri edili hanno evidenziato un calo del 5% mese su mese, sui minimi da ottobre 2009. Sulle cifre ha pesato il rallentamento delle vendite in seguito alla scadenza degli incentivi fiscali governativi.

I listini europei nel frattempo hanno chiuso la quinta seduta consecutiva in calo, con flessioni intorno allo 0.5-0.6%. Si e’ distinta soltanto Madrid con un +1.3%. Il mercato ha pressoche’ ignorato le buone aste di titoli di stato in Spagna, Grecia e Irlanda.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio sono in rialzo. I futures con consegna agosto hanno terminato gli scambi guadagnando $0.61 a quota $77.15 al barile. L’oro e’ avanzato di $9.80 a quota $1191.50 l’oncia. Sul valutario, il cross euro/dollaro ha ceduto lo 0.41% a $1.2889. In rialzo i prezzi dei Treasury: il rendimento sul benchmark decennale e’ scesa al 2.9320% dal 2.9640% della chiusura di ieri.