
A fine seduta gli indici azionari americani hanno chiuso contrastati, comunque non distanti dalla linea di parita’. Il Dow Jones termina a 12,609.42 (-16.61) in calo -0.13%, il Nasdaq chiude a 2,370.98 (+7.68) in rialzo +0.32% e lo S&P 500 finisce la seduta a 1,370.40 (+1.09) +0.08%. Dopo aver metabolizzato gli ultimi dati sul comparto del lavoro, gli operatori hanno preferito non affossare gli indici in vista del weekend e in attesa dei primi utili societari, la prossima settimana. In ogni caso le ultime cinque sedute sono andate molto bene per chi era long: Dow Jones +3.2%, S&P 500 +4.2%, Nasdaq +4.9%, Russell 2000 +4.5%. Ma se il calcolo viene fatto dall’inizio dell’anno, la performance e’ ancora pessima, una delle peggiori da anni: Dow -4.9%, S&P 500 -6.7%, Nasdaq -10.6%, Russell 2000 -6.8%.
Nel mese di marzo l’occupazione ha registrato una perdita di 80 mila posti di lavoro, nettamente superiore alle attese degli analisti. Si tratta del terzo calo consecutivo e del peggior risultato degli ultimi 5 anni, evidente segnale della fase di recessione, per la prima volta riconosciuta anche dalla Fed solo pochi giorni fa. Il tasso di disoccupazione e’ salito al 5.1%.
“Siamo di fatto in recessione. Ora gli interrogativi riguardano la durata e l’impatto” ha commentato Joel Naroff, president of Naroff Economic Advisors. “I numeri sul comparto del lavoro segnalano si’ una recessione, ma non un terribile ciclo negativo” ha rassicurato Michael Strauss, chief economist di Commonfund. Secondo alcuni analisti, infatti, anche se il numero e’ peggiore delle stime e il calo di -80.000 posti di lavoro indica certamente una fase recessiva, non si tratta pero’ dei -200.000 posti o piu’ persi nel corso di precedenti recessioni. Cio’ suggerisce che l’attuale ciclo negativo sara’ molto probabilmente breve e poco profondo. Anzi, tra gli economisti c’e’ chi dice: siccome le statistiche dell’occupazione sono sempre una fotografia del passato, puo’ essere che il peggio sia gia’ alle spalle.
Mercato ricco di insidie ma anche di opportunita’. E con news gratis, non vai da nessuna parte. Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER
Anche per questo il mercato ha dato comunque un chiaro segnale di voler reggere, probabilmente molti operatori avevano dato per scontato un nuovo deterioramento del trend occupazionale dopo il balzo delle richieste di sussidio ai massimi di due anni e mezzo registrato giovedi’. “Non mi aspetto una considerevole reazione dei listini, gli investitori sembrano aver gia’ metabolizzato il trend sul comparto” aveva affermato Lutz Roehmeyer, fund manager di LBB Invest, poco prima della diffusione del dato. E infatti gli indici non hanno chiuso poi tanto male.
La cautela degli operatori sembra essere dettata anche dall’attesa per gli aggiornamenti societari. La settimana prossima si aprira’ la stagione degli utili con Alcoa (AA): molti investitori potrebbero decidere di riposizionarsi sull’azionario dopo i primi report trimestrali sui profitti delle aziende Usa.
“E’ chiaro che la crisi del credito ha avuto un certo impatto sul business delle aziende. Sara’ ora importante valutare la misura in cui gli utili societari risentiranno del rallentamento delle spesa dei consumatori e della difficolta’ all’accesso di nuovi capitali” ha aggiunto un analista di una grossa banca di New York.
parla di questo articolo nel Forum di WSI