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WALL STREET CHIUDE MALE SETTIMANA, IGNORATO IL PIL

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Chiusura di settimana negativa per Wall Street. Con un ruolino di quattro giornate in rosso su cinque, anche l’ultima seduta dell’ottava va in archivio sotto il segno meno, con l’indice Dow Jones in calo dello 0,33% a 9.313,08 punti, lo S&P 500 dello 0,64% a 996,85 punti e il Nasdaq dell’1,38% a 1.792,10 punti.

Al termine delle contrattazioni lo S&P 500 è tornato sotto la soglia dei 1.000 punti, mentre il Nasdaq è atterrato sotto i 1.800 punti: quote che, da diverse settimane, i due indici sembravano avere abbandonato con decisione.

Male sopratutto alcuni degli indici minori e di settore (vedi Target News).

Invece, nonostante il dato definitivo sul Pil nel secondo trimestre dell’anno sia salito al 3,3% rispetto alla precedente stima del 3,1%, la prima piazza finanziaria mondiale ha mantenuto un andamento lento su cui ha influito, soprattutto nella seconda parte della seduta, il calo dell’indice Michigan sulla fiducia dei consumatori sceso, a settembre, a quota 87,7 rispetto all’89,3 di agosto a causa della situazione di debolezza che continua a permanere sul mercato del lavoro.

Tra i singoli titoli, cattiva performance per Allegheny Energy, regredita del 2% dopo avere reso note perdite pari a 632,7 milioni di dollari nel 2002 e di aver riscritto il bilancio del 2001 dopo aver completato la revisione contabile avviata a inizio anno.

Sempre tra le società energetiche, difficile la marcia di Calpine (-3,8%) e Duke Energy (-0,1%) mentre nel settore biofarmaceutico male sono andate Human Genome Sciences (-6,3%) e Trimeris (-11,1%) ferite, la prima dallo sviluppo deludente di un ritrovato, la seconda da stime poco brillanti rilasciate nei suoi confronti dagli analisti.

In calo anche le aziende tecnologiche, guidate al ribasso da Sina (-13,4%) e Amazon (-2,9%), mentre bene si è comportata 3M,(produttrice dello scotch) in progresso dell’1,3% in seguito all’innalzamento del rating sul titolo deciso da Banc of America.